Allarme frane: secondo i geologi si deve puntare sulla prevenzione - QdS

Allarme frane: secondo i geologi si deve puntare sulla prevenzione

Antonio Gallitto

Allarme frane: secondo i geologi si deve puntare sulla prevenzione

giovedì 01 Luglio 2010

Al Forum nazionale sul “Dissesto idrogeologico” è stato sottoscritto un documento di proposte risolutive. Graziano: “In Sicilia bisogna prevenire i rischi evitando di costruire ovunque”

ROMA – L’Italia è dodicesima in Europa per numero di geologi, ma il territorio continua a franare. Secondo le ultime stime dell’Iffi, Inventario dei fenomeni franosi in Italia, su oltre 8.000 Comuni presenti in tutto il Paese, ben 5.708, pari al 70,5%, sono interessati da frane. Di questi, 2.940 sono classificati con livello di attenzione molto elevato,  perché ricadenti in aree urbanizzate, industriali o commerciali, 1.732 sono considerati a livello di attenzione elevato in quanto all’interno di strade,  ferrovie, cantieri, e 1.036 sono descritti come dissesti di livello medio perché riguardanti aree boschive, superfici agricole, aree verdi urbane. Soltanto 2.393 Comuni presentano un livello di attenzione trascurabile, in quanto non è stata censita alcuna frana.
Ma a che punto siamo con la prevenzione? Secondo i geologi d’Italia, non esiste una politica di prevenzione bensì una politica del “cerotto”, tendente a rimarginare le ferite che il nostro ambiente e il nostro territorio subiscono a causa, molte volte, anche della nostra incuria. I geologi dello stivale sono stati molto chiari al Forum sul “Dissesto idrogeologico” organizzato presso il centro congressi Frentani a Roma lo scorso 16 giugno, dove hanno stilato un documento finale nel quale lanciano delle proposte ben precise, come ha dichiarato il presidente dei geologi di Sicilia, Gian Vito Graziano.
“Occorre agire almeno su due fronti e cioè: avere una coscienza critica su cosa è e come deve essere utilizzato il nostro territorio, dunque avere chiari i rischi presenti per evitare di costruire ovunque, scongiurando in questo modo la conta dei danni e delle vittime alla fine di ogni stagione invernale. Necessario anche – ha aggiunto Graziano – investire sulla prevenzione, così da evitare di attendere tempi lunghi per gli stanziamenti delle somme che servono per il ripristino ambientale”.
Il presidente dei geologi di Calabria Francesco Violo, ha puntato il dito sulla mancanza dei geologi in seno al Consiglio superiore dei Lavori pubblici nel quale “su 105 tecnici esiste solo 1 geologo”. I geologi dunque non ci stanno e in un paese che si frantuma sotto l’azione delle piogge torrenziali e cancella la sua storia sotto le coltri franose, i presidenti degli Ordini di tutta Italia hanno fatto precise proposte operative.
“In merito alla presenza dei geologi all’interno del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici – ha affermato Giovanni Calcagnì, presidente dei geologi pugliesi – occorre avere almeno il 25% di colleghi. In tema di territorio, si devono istituire i presidi territoriali e i comitati tecnici così da avere contezza di ciò che accade per poterlo affrontare con le professionalità adeguate”.
Un altro tema caldo affrontato al Forum romano al quale ha partecipato anche il parlamentare siciliano Domenico Nania, vicepresidente del Senato, è stato  proprio quello del fascicolo (o libretto con l’attuale terminologia moderna) del fabbricato, tema che, purtroppo, ha visto il tramonto anche nella regione Lazio (regione dove tra l’altro era stato “battezzato”).
 

 
L’80% dei comuni siciliani a rischio frane e alluvioni
 
PALERMO – Le stime delle vittime e dell’economia quantificate all’interno dei danni prodotti dal dissesto idrogeologico nel nostro Paese, non sono trascurabili. Secondo uno studio dell’Ispra del 2002, si è accertato che dal dopoguerra a oggi, si sono contati oltre un migliaio di morti e si è rilevato un valore del danno prodotto dal dissesto di oltre 7 mld di euro, incluso il dato parziale del 2009 relativo al disastro del messinese. Un altro dato importante riguarda la percentuale di territorio nazionale montagnoso-collinare. Infatti, la nostra penisola possiede il 75% di territorio montagnoso-collinare il che dà una predisposizione elevata al rischio frane. Se ci spostiamo nella nostra Isola, vediamo come oltre il 60 % del nostro territorio sia collinare e meno del 15 % pianeggiante con oltre il 20 % di montagne. Se andiamo ad analizzare la totalità dei Comuni e la percentuale di quelli a rischio idrogeologico, vediamo che 80 su 100, su un totale di quasi 400 territori comunali isolani, è a forte rischio frane e alluvioni. Intanto, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo ha annunciato qualche giorno addietro, l’arrivo di 42 mln di euro, esattamente 18 mln di euro per S. Fratello e 24 mln di euro per i disastri di Giampilieri.

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