La Sicilia usa male il web per pubblicizzarsi - QdS

La Sicilia usa male il web per pubblicizzarsi

Maria Donata Fricano

La Sicilia usa male il web per pubblicizzarsi

mercoledì 07 Luglio 2010

Il sito internet della Regione Sicilia messo a confronto con quello delle altre regioni sui metodi per attrarre il turista. La regione Umbria, invece, offre ai potenziali turisti persino un servizio di webcam aggiornato

PALERMO – Nell’era della comunicazione globale e della istantaneità dei servizi cui il web ci ha ormai abituati (senza scendere nella “banalità” di metafore ormai troppo note quali l’inflazionata definizione di “villaggio globale” di Mc Luhan) l’approccio del “turista mediatico” che visiti fisicamente una regione non prima di avervi fatto una scorazzata fra le pagine web, alla ricerca di attrazioni, novità e spunti di percorso di viaggio, non dovrebbe certamente cogliere di sorpresa quegli organi quali le Istituzioni regionali, i cui portali telematici dovrebbero essere forse la più accogliente delle “strutture recettive”, non soltanto per attrarre, ma anche per coadiuvare il visitatore in un’esperienza di fruizione del territorio a 360 gradi.
Nella realtà, purtroppo, l’analisi comparata dei portali dei singoli assessorati regionali, non sembra supportare tale nuova visione di turismo consapevole e informato e le informazioni offerte dai canali ufficiali non sempre sono capaci di invogliare il turista. Limite della Regione Sicilia – soprattutto in seguito al rammarico espresso dallo stesso assessore al Turismo, Nino Strano.
L’assessore Strano, infatti, non ha esitato a definire  poco snello ed estremamente farraginoso il sito internet dell’assessorato che impedisce spesso non soltanto la pubblicazione di aggiornamenti e novità, ma addirittura limita e cristallizza all’interno di sezioni standard e con informazioni troppo istituzionali e poco fondamentali la varietà di informazioni e possibilità di interazione che lo strumento web è capace di offrire.
Non che le altre regioni italiane possano vantare più rosea situazione. “Quanti visitatori fruiscono del portale?” è stato normale chiedersi; a questa domanda tuttavia, la curiosità non ha trovato risposta. Delle cinque regioni comparate, infatti, (Sicilia, Lazio, Umbria, Lombardia e Toscana) soltanto l’Umbria pare avere avuto eguale curiosità inserendo un timido contatore di visite complessive, ovvero senza una chiara indicazione dei giorni e dei periodi in cui la regione suscita maggiore interesse; non si può non sottolineare, inoltre, come la stessa Umbria abbia cercato di aggiornare il proprio modo di far turismo grazie ad una serie di servizi accessori offerti, non ultimo, ma anzi rilevante, la possibilità di fruire di scorci di territorio in real time, tramite un servizio webcam aggiornato, supportato da informazioni di carattere tecnico su clima, umidità, e previsioni meteo.
L’estate però tenta di portare una ventata di freschezza anche nelle tendenze di aggiornamento e così, dopo un inverno di crisi del turismo, che aveva deluso le aspettative, la Sicilia rilancia se stessa e all’indirizzo www.ilcircuitodelmito.it anche l’Isola si presenta giovane e pronta ad offrire cultura e spettacolo.
 

 
PALERMO – Con una grafica giovane e snella l’Umbria pare seconda soltanto alla Toscana la quale, dal mare all’arte, passando per itinerari enogastronomici e naturalistici, si preoccupa anche di monitorare i livelli di soddisfazione e preferenze dell’utenza attraverso sondaggi, manifestazioni di interesse e azioni interattive, inserendo il tutto all’interno di una pagina accattivante e dinamica, contrapposta alla staticità “burocratica” di casa nostra. Neppure Lazio e Lombardia sembrano spiccare in innovazione e comunicazione, offrendo piuttosto informazioni istituzionali fatte di dati, statistiche e normative sul settore. La sezione news della Regione Lazio, inoltre, in arretrato di quasi due mesi con gli ultimi aggiornamenti, sembra essere una chiara denuncia di come la mancata alfabetizzazione telematica, o meglio, la mancata comprensione delle potenzialità del web nelle azioni di pubblicità a basso costo, non sia un “male” di casa nostra, ma ancora diffuso a livello nazionale. Allo stesso modo, l’assenza di traduzioni in lingua straniera per Lombardia e Lazio, attribuisce  una nota di merito alla Sicilia che, pur non eguagliando gli esempi di chi utilizza anche lingue transoceaniche, si prodiga nel proporre una duplice versione dei contenuti in lingua inglese oltre che italiana, mostrando così timidi segni di formazione in divenire. (mf)

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