Nel 2009, infatti, la nostra regione è stata il fanalino di coda nella spesa media mensile per famiglia con 1.721 euro, mentre in Italia il dato è pari, in valori correnti, a 2.442 euro, inferiore a quella dell’anno precedente dell’1,7 %. La Lombardia è risultata la regione con la spesa media mensile più elevata (2.918 euro), seguita da Veneto (2.857) ed Emilia Romagna (2.799).
Tornando ai valori nazionali, la variazione in calo dell’1,7 % incorpora sia la dinamica inflazionistica (nel 2009 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività è stato, in media, dello 0,8 %) sia la diminuzione del valore del fitto figurativo (-1,1 %), pertanto la riduzione della spesa media mensile per consumi in termini reali appare alquanto significativa. Andando a vedere, nel dettaglio, i valori di spesa per differenti tipologie di consumi, è diminuita del 3 % rispetto al 2008, la spesa media per generi alimentari e bevande (461 euro al mese).
La spesa non alimentare, invece, è rimasta stabile e pari a 1.981 euro mensili. Tra gli altri prodotti, è diminuita la spesa per servizi sanitari, tabacchi, comunicazioni, mentre è aumentata la spesa per combustibili ed energia, che si è associata ad un periodo invernale particolarmente lungo e rigido. La diminuzione della spesa per servizi sanitari, in particolare, è stata maggiore nelle regioni del Nord, mentre quella per le comunicazioni si è notata sia al Nord che nel Mezzogiorno, anche a seguito della diminuzione dei prezzi relativi ad apparecchiature e materiale telefonico.
Si è mantenuta, infine, la diminuzione della spesa per tabacchi, dovuta anche alla riduzione della percentuale di famiglie che li acquista, stabile in tutte le ripartizioni geografiche.
“La percentuale di famiglie – rileva la Coldiretti – che ha dichiarato di aver diminuito nel 2009 la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all’anno precedente è pari al 35,6 % e, tra questi, il 63 % ha dichiarato di aver diminuito solo la quantità, mentre solo il 15 % di aver ridotto, oltre alla quantità, anche la qualità. La ricerca della qualità rimane, quindi, una priorità anche in periodi di crisi, per effetto della necessità di garantirsi cibi sicuri di fronte al ripetersi degli scandali alimentari”.
Per il presidente Sergio Marini, invece, “si specula sulla gente che in una situazione di difficoltà economica si rivolge a prodotti anonimi di basso costo che non offrono garanzie di sicurezza e genuinità”.