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Catania – Isole ecologiche solo per i vandali, mai state aperte e già inutilizzabili

Melania Tanteri

Catania – Isole ecologiche solo per i vandali, mai state aperte e già inutilizzabili

giovedì 08 Luglio 2010

Niente controlli per le strutture, prese di mira dai malintenzionati e danneggiate a più riprese. Il Comune prova a recuperarne due su tre: “Le attiveremo entro l’estate”

CATANIA – Mentre Legambiente pubblica il rapporto sui Comuni ricicloni – la classifica delle realtà virtuose relativamente alla raccolta differenziata – sottolineando come esistano in Italia, soprattutto nel Meridione, margini di miglioramento (con la Sardegna che si conferma leader tra le regioni emergenti sulla raccolta differenziata, la Campania in cui sono 84 i comuni da cui prendere esempio in materia di differenziata), in Sicilia le cose sembrano non migliorare, con solo sette comuni “virtuosi” in rappresentanza dell’isola.
E, se in Sicilia le cose non vanno bene, a Catania la situazione sembra essere ancora peggiore, con la raccolta differenziata limitata a una minima porzione di città e le tre isole ecologiche cittadine realizzate ma non ancora funzionanti.
Le tre strutture distribuite in città, una a nord, in viale Tirreno, una a est, a Picanello in via Maria Gianni e una a ovest, in via Generale Ameglio, realizzate dall’Ato Catania Ambiente e completate oltre un anno fa, sono infatti rimaste serrate, tristemente abbandonate e lasciate in balia dell’incuria e all’azione dannosa dei vandali.
Tutto ciò nonostante per realizzarle l’amministrazione comunale abbia ignorato la protesta dei cittadini, sottolineando quanto di buono potesse venire dal conferimento dei rifiuti presso i centri comunali di raccolta, sia in chiave di salvaguardia ambientale che di risparmio.
In una città dove i rifiuti si accumulano per le strade, in cui le microdiscariche sorgono continuamente in ogni anfratto, in centro come in periferia, e in cui risulta quasi assente la cultura del riciclo e del rispetto per l’ambiente, la chiusura delle strutture sa tanto di beffa. Il problema, secondo quanto affermato dall’amministrazione nel corso di un sopralluogo effettuato recentemente, sarebbe la mancata assegnazione dell’appalto, “appeso” a un ricorso, alla ditta che dovrebbe gestire le strutture e la raccolta dei rifiuti in città per cinque anni.
Questa situazione avrebbe comportato, dunque, ritardi nell’apertura delle isole ecologiche e nell’avvio del sistema di raccolta.  Assodato questo, rimane ancora da capire l’assenza di controllo nei confronti delle tre strutture di utilità pubblica e la mancanza di sistemi di sorveglianza che, di fatto, ha permesso che i soliti ignoti agissero indisturbati, rubassero i condizionatori, gli infissi, distruggessero gli strumenti e gli arredi.
E questo, nonostante i Consigli di quartiere, in particolare quello di Ognina-Picanello, avessero già da tempo segnalato all’amministrazione la necessità di prevedere un servizio con la Polizia municipale, maggiori controlli, proprio per scongiurare danni maggiori e irreparabili alle strutture. Da allora, era il novembre 2009, niente sembra essere cambiato.
Un anno dopo, sembra che il Comune sia nuovamente risoluto nell’attivare due delle tre isole (i danni subiti da quella di via Ameglio sono infatti ingenti e necessitano di ulteriori interventi).
“Saranno aperte – afferma l’assessore all’Ambiente, Claudio Torrisi – entro la fine dell’estate. Stiamo provvedendo ad allacciare le utenze così da rendere fruibili a settembre le strutture di via Gianni e di viale Tirreno, indipendentemente dall’ulteriore attesa per l’aggiudicazione dell’appalto”.

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