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Messina – Iacp: sul nuovo commissario si scatena la polemica politica

Francesco Torre

Messina – Iacp: sul nuovo commissario si scatena la polemica politica

giovedì 08 Luglio 2010

La replica di Lombardo: “Gravissimo chiedere di insediare un Cda di 10 membri lautamente retribuiti”. Il deputato Germanà: “Delegittimata Messina e la sua classe politica e dirigente”

MESSINA – La solita guerra delle poltrone, ecco cosa importa realmente ai nostri politici.
La legge regionale di riforma degli Istituti autonomi case popolari langue in attesa che qualcuno se ne occupi in modo serio, mentre a Messina, nonostante alcuni interventi dell’ultimo periodo il numero di baracche rasenta quello di Rio de Janeiro e la contabilità dell’Ente – con decine e decine di morosi, botteghe improduttive, case subaffitate illegalmente – è degna di Ridolini, “giustamente” a tenere banco è invece la querelle tra Nino Germanà ed il governatore Raffaele Lombardo.
Il motivo? Non aver permesso, da parte della Regione, l’insediamento allo Iacp di un pletorico Cda formato da ben 10 componenti – quante belle poltroncine comode comode! – ed aver nominato invece l’ennesimo commissario, Giuseppe Laface, peraltro già nel recente passato chiamato a svolgere lo stesso ruolo e come se non bastasse vicino all’on. Briguglio, ovvero sponda cosiddetta “finiana”, tanto avversa al Pdl da essersi alleata con il sindaco Pino e il Pd alle ultime amministrative di Milazzo.
“Si consuma l’ennesimo passaggio di testimone nella staffetta che sta delegittimando Messina e la sua classe politica e dirigente”, ha affermato sulla questione Germanà, lamentando l’ambiguo atteggiamento dell’on. Briguglio e soprattutto come a Palermo non abbiamo ritenuto di doversi adeguare al dispositivo dell’ordinanza del Tar Catania emessa il 2 aprile scorso, “con la quale si dispone di nominare, nel più breve termine possibile, il Cda dell’Iacp di Messina”.
“Il commissariamento di tutti gli Iacp della Sicilia – ha replicato Lombardo – rientra nel quadro dell’azione di risanamento finanziario posta in essere con coerenza dal governo regionale. Il fine è quello di eliminare gli sprechi derivanti da organi di gestione pletorici”. Che tradotto significa: fine del periodo delle vacche grasse!
“È gravissimo che proprio da un deputato nazionale Pdl come Germanà provenga una richiesta di insediamento di un Cda con 10 componenti lautamente retribuiti, quando dal 31 maggio scorso, ossia dal varo della manovra finanziaria, è fatto espresso divieto di insediare Cda in numero superiore a 5 componenti, con espressa declaratoria di nullità degli atti eventualmente assunti”, ha commentato poi il deputato regionale “brigugliano” Pippo Currenti.
Insomma, chiacchiere da bar. Nate dai risentimenti di chi voleva qualche poltrona in più per gli amici e gli è stata negata. Tutt’altro che rassegnato, comunque, Germanà ha già fatto sapere di voler presentare ricorso al Tar.
 

 
Il report. Per l’uscente dubbi sul futuro dell’Ente
 
Messina – Molto più interessante del battibecco politico è il report presentato dal commissario uscente dello Iacp Leonardo Santoro. Non tanto per i dati positivi, se un merito può essere ritenuto l’aver sbloccato finanziamenti già erogati e aver permesso l’avvio di procedure di appalto (Via Taormina, Giostra, Camaro sottomontagna, San Filippo), ma per la denuncia del preoccupante rallentamento dell’iter di messa in sicurezza della contrada San Giovannello, a rischio idrogeologico, e per alcune altre informazioni. Secondo l’ex commissario Iacp infatti, l’interruzione del suo incarico fermerà “la stipula dell’Accordo di collaborazione tra Iacp appunto e Comune di Messina per la riqualificazione del quartiere ex fondo Saccà, così come quello con il Comune di Sant’Agata Militello per la realizzazione di nuovi alloggi”. E perché? Sempre per motivi politici? Poiché a sedere adesso sulla poltrona del comando non è un “lealista”? Ci sembrerebbe assurdo. E, questo sì, indecente.

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