Pubblicità sugli edifici storici il Consiglio comunale si divide - QdS

Pubblicità sugli edifici storici il Consiglio comunale si divide

Luca Insalaco

Pubblicità sugli edifici storici il Consiglio comunale si divide

mercoledì 14 Luglio 2010

Fa discutere anche la decisione di affidare pezzi pregiati del patrimonio immobiliare a società esterne. Il caso dell’Oratorio delle Croci diviene oggetto di interrogazione consiliare

PALERMO – La bellezza dell’Oratorio delle Croci è un lontano ricordo per i palermitani. Il pregiato edificio che sorge tra le vie Libertà e delle Croci, è ormai da anni infagottato dalle impalcature che ne impediscono la vista.
Se i lavori di restauro e messa in sicurezza si protraggono da tempo, a sorridere sono le società che hanno approfittato di tale ritardo per farsi pubblicità in un punto strategico della città. Non si sa, invece, se l’Amministrazione comunale incassi a sufficienza per il palcoscenico concesso alla réclame.
Da qui l’interrogazione delle consigliere comunali Nadia Spallitta e Antonella Monastra (Un’Altra Storia), che si sono fatte portavoci di quei cittadini indignati “sia perché non sono stati ancora completati i necessari lavori di restauro, sia perché un bene monumentale di rilevante pregio culturale viene utilizzato per promozioni pubblicitarie”.
E perplessità solleva anche la gestione dei servizi culturali del Comune. Già lo scorso anno le consigliere avevano contestato il bando triennale da quasi 1 milione di euro con il quale l’amministrazione intendeva affidare alcuni pezzi pregiati del patrimonio immobiliare comunale a società esterne, per garantire alcuni servizi. Uno spreco, secondo Spallitta e Monastra, dal momento che, per svolgere gli stessi servizi, il Comune avrebbe potuto guardare tra le fila del proprio esercito di 20 mila dipendenti.
Dopo la prima gara andata deserta, nei giorni scorsi l’affidamento ha avuto buon esito. La ditta “Civitate” si occuperà di alcuni servizi quali lo sbigliettamento, i servizi bar e bookshop, la convegnistica, in siti culturali come lo Spasimo, la Galleria d’arte moderna, Palazzo Ziino, Palazzo delle Aquile, nonché nei giardini storici e nella Biblioteca comunale.
“La gestione economica del patrimonio immobiliare culturale cittadino diventerà ulteriore strumento di arricchimento di un privato, che incasserà la parte sostanziosa dei proventi e di contestuale impoverimento delle casse comunali, tra l’altro con limitazioni della fruizione pubblica del nostro patrimonio”, accusa Nadia Spallitta, che annuncia di aver chiesto l’intervento della Procura della Corte di Conti.
L’assessore comunale alle Attività culturali, Giampiero Cannella, dal canto suo, già lo scorso anno aveva ribadito la necessità del bando di gara, alla luce della mancanza di professionalità adeguate tra i dipendenti di Palazzo delle Aquile per svolgere tali servizi.

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