Via col vento basta col vento - QdS

Via col vento basta col vento

Carlo Alberto Tregua

Via col vento basta col vento

martedì 20 Luglio 2010

La mafia nell’eolico, indagini in Sicilia
 

Ricordate il famoso romanzo di Margaret Mitchell, Via col vento? La frase che è rimasta in memoria a tanti è “Domani è un altro giorno e si vedrà”, ripresa in una famosa canzone di Ornella Vanoni. La storia è nota a tutti e riguarda la schiavitù negli Stati confederati del Sud ante la riunificazione degli attuali Usa. Perché Via col vento? Perché il vento porta in giro speranze e delusioni, circùita situazioni negative e ne riporta altre positive.
Il vento è fonte di energia ed è per questo che in questi ultimi decenni sono stati progettati e installati in tutta Europa aerogeneratori per catturane la forza.
Il business delle pale è molto appetito, perché gli impianti costano relativamente poco, hanno bisogno di modesta manutenzione e gestione, rendono molto. Sul business ha messo l’occhio la malavita organizzata che, molto sbrigativamente, ha cercato di esercitarlo in modo esclusivo. In Sardegna le indagini sono esplose in concomitanza delle inchieste sulla nuova P2, chiamata P3.

Risultano indagati il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci; uno dei coordinatori nazionali del Pdl, Denis Verdini; il direttore dell’Arpa Sardegna, Ignazio Farris; il commissario dell’Autorità d’ambito, Franco Piga e il commissario provinciale di Iglesias, Pinello Cossu. Mentre sono stati arrestati l’ex piduista Flavio Carboni, l’ex Dc Pasquale Lombardi e il costruttore Angelo Martino. L’inchiesta non si limita solo all’affare dell’eolico, ma ad ogni altro filone di appalti pubblici, anche attraverso le scorciatoie della Protezione civile. Ci riferiamo alle scorciatoie intendendo le ordinanze che, per supposte ragioni di urgenza o di somma urgenza, hanno tagliato procedure e controlli ordinari. Vedi gli appalti per la Maddalena dove si doveva tenere il G8 poi trasferito a L’Aquila.
La corruzione sta emergendo con grande virulenza e sembra del tutto fuori luogo il modo sbrigativo con cui Berlusconi la liquida. Come Bettino Craxi, quando il 7 febbraio del 1992 appellò come mariuolo il presidente del Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa, arrestato in flagranza di reato mentre intascava una tangente di 7 milioni di lire.

 
In Sicilia, il Governo Lombardo e l’assessore al ramo hanno bloccato le autorizzazioni a nuovi impianti eolici. Considerato che nella nostra Isola vi è il 16,11% di tutti gli impianti d’Italia e che vi sono regioni nelle quali non è installata neanche una turbina eolica, non si capisce perché si debba dare corso ad autorizzare nuovi impianti che deturpano in modo forte l’ambiente. è bene, quindi, che coloro i quali hanno presentato le domande si mettano il cuore in pace, perché questo business non s’ha più da fare.
Non si capisce un’altra cosa. Perché non si debba attuare il Pears (Piano energetico ambientale regionale siciliano) pur assoggettandolo ad una serie di modifiche che privilegino le fonti rinnovabili. In particolare, le fonti verdi (vegetale, geotermico, solare, fotovoltaico, biomassa e via enumerando) dovrebbero essere oggetto di progetti di sviluppo organico, in modo da produrre energia a basso costo e a basso inquinamento.

Come abbiamo più volte pubblicato, nella nostra Isola vi sono otto mila chilometri quadrati di terreni incolti o utilizzati con colture a basso reddito. Vi sono altri terreni che devono essere espiantati da viti, perché la Ue finanzia la dismissione delle coltivazioni di uva da mosto. Questi terreni potrebbero essere utilizzati per la coltura di piante, tra cui jatropha curcas, colza, mais, barbabietola, girasole e via elencando.
Vi è un dato che ci sorprende, come ci sorprese nel 1992, quando la bufera di Mani Pulite imperversava a Milano e la Sicilia ne risultava esente. Mi ricordo che scrissi un editoriale intitolato “Il ciclone Mani pulite arriva in Sicilia?”, pubblicato il 10 ottobre 1992, sottolinenando questa anomalia. Visto che qui il business dell’eolico è esteso, non si capisce perché dopo i preavvisi di bufera con gli arresti di Trapani, tutto si sia calmato e ora è ripresa la pressione sull’assessorato regionale competente per il rilascio di nuove autorizzazioni. Passata è la tempesta/odo gli augelli far festa. Ricordate Giacomo Leopardi?

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