Senza infrastrutture non c’è sviluppo, il Ponte sullo Stretto porterà 6 miliardi € - QdS

Senza infrastrutture non c’è sviluppo, il Ponte sullo Stretto porterà 6 miliardi €

Massimo Mobilia

Senza infrastrutture non c’è sviluppo, il Ponte sullo Stretto porterà 6 miliardi €

venerdì 23 Luglio 2010

La Sicilia soffre la crisi economica e la mancanza d’investimenti anche a causa di sistemi di trasporto inadeguati e arretrati. Dalla sua realizzazione benefici occupazionali e riqualificazioni stradali e ferroviarie per tutto il Sud

PALERMO – Che le infrastrutture siciliane non godano di ottima salute a causa della profonda arretratezza è cosa ormai risaputa, ma che tale stato negativo sia una delle concause della grave crisi economica dell’Isola, è stato confermato dagli ultimi rapporti di Bankitalia e dei più importanti centri di ricerca.
Tra questi la Svimez, ad esempio, che nel suo ultimo Report sul 2009, rilevando una perdita per la Sicilia di oltre 3 punti di Pil e un costante calo della produzione industriale, indica nell’inadeguatezza dei sistemi di trasporto una delle cause principali. Vediamo, quindi, quali sono le prospettive di sviluppo per le infrastrutture nell’Isola.
Sul fronte ferroviario, i siciliani si trovano spesso a fare i conti con una rete vetusta che fa acqua da tutte le parti. I treni, infatti, impiegano ancora troppo tempo per collegare le città più importanti, problema dovuto soprattutto alla mancanza, per lunghi tratti, del doppio binario. A tal proposito, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, ha di recente dichiarato che sta lavorando insieme alle Ferrovie dello Stato per portare l’alta velocità in Sicilia, ma allo stato attuale non esistono certezze.
Per quanto riguarda strade e autostrade, invece, le prospettive sembrano decisamente migliori, con l’Anas che, come dichiarato dal presidente Pietro Ciucci, sta investendo nell’Isola oltre 6,5 miliardi di euro. “La Sicilia ha tutte le potenzialità per diventare il centro logistico del Mediterraneo, attrarre le forze imprenditoriali e intercettare i flussi economici legati al trasporto internazionale – ha detto Ciucci. Per fare ciò è necessario ammodernare le infrastrutture, che possano garantire rapidità di spostamento alle persone e alle merci”.
Tra le opere concluse di recente ricordiamo l’autostrada Catania-Siracusa, costruita con un investimento di oltre 700 milioni di euro. Tra gli investimenti di prossimo avvio, invece, è compresa la realizzazione in project financing dell’autostrada Ragusa-Catania, per un importo complessivo pari a circa 897 milioni.
La madre di tutte le infrastrutture in Sicilia rimane, però, il Ponte sullo Stretto di Messina, opera attesa da decenni e che adesso, grazie alla volontà del governo Berlusconi, sembra destinata a vedere la luce. La realizzazione del Ponte, i cui cantieri dovrebbero aprire nel 2011, avrà delle ricadute socioeconomiche notevoli per la Sicilia e per tutto il meridione. Si stima, infatti, che i lavori di costruzione, porteranno benefici economici per circa 6 miliardi di euro. 
Il ministro Matteoli ha dichiarato che il Ponte “non sarà una cattedrale nel deserto perché, oltre a determinare una notevole crescita economica e occupazionale, ridurrà il deficit infrastrutturale, con una contestuale riqualificazione delle infrastrutture ferroviarie e stradali”. Inoltre, il Ponte realizzerà il più grande sistema metropolitano del Mediterraneo con Catania, Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Gioia Tauro che faranno parte di un sistema integrato capace di ottimizzare tutti i valori aggiunti generati dalla fluidità dei collegamenti.
 

 
PALERMO – Potenzialità di sviluppo arrivano dagli aeroporti siciliani, soprattutto grazie alla stazione catanese di Fontanarossa, che si conferma lo scalo più grande del Sud Italia con un traffico passeggeri di circa 6 milioni l’anno. Catania si appresta adesso a creare con l’aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura, un sistema aeroportuale più grande che darà un impulso fondamentale all’economia di tutta la Sicilia orientale. Positiva anche la crescita di passeggeri in transito all’aeroporto Birgi di Trapani, in particolare grazie all’aviazione civile low coast, che è destinato a crescere grazie anche ai 9 milioni e 300 mila euro che riceverà dalla Regione, per finanziare i progetti infrastrutturali di miglioramento dell’aerostazione. Inoltre, le prospettive di crescita per il trasporto aereo in Sicilia, sono destinate a crescere grazie al piano 2010-2012 dell’Enac da oltre 33 milioni di euro, che comprende il potenziamento degli scali di Lampedusa, Pantelleria e Palermo Boccadifalco.

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