Legge sui rifiuti modello da seguire - QdS

Legge sui rifiuti modello da seguire

Marina Pupella

Legge sui rifiuti modello da seguire

sabato 24 Luglio 2010

Forum con Pier Carmelo Russo, assessore reg. all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità

Assessore può delinearci in breve i contorni di una legge, quella sui rifiuti, approvata in tempo record? E poi, crede che gli Ato siano stati veramente un danno per la Sicilia?
“Ebbene, in Sicilia vi è una situazione che ho riassunto proprio in chiusura di dibattito sull’approvazione della legge 9/2010, che ha ridisegnato il sistema di gestione del servizio integrato dei rifiuti. Nell’Isola è ormai diffusa l’opinione che gli Ato siano stati una rovina, un modello intollerabile. Ma io appartengo alla scuola di pensiero secondo cui la penna che tengo in mano non è buona né cattiva, come per tutti gli oggetti, ma dipende solo dall’uso che ne fai. Se la usi per scrivere, bene, se invece te ne servi per cavare gli occhi a qualcuno buona non è. Detto questo, ho potuto constatare che quello stesso modello organizzativo ha funzionato benissimo in Emilia e in Lombardia, dove i rifiuti vengono fusi con il sistema della termovalorizzazione, a dimostrazione del fatto che un oggetto in sé non è di destra né di sinistra, né buono né cattivo. Quindi, proprio in sede di dibattito ho concluso dicendo che questa legge, approvata con un solo voto contrario, probabilmente è valida; mi piace pensare che abbiamo fatto un lavoro davvero encomiabile perché il primo rigo è stato scritto il 28 gennaio e la legge ha trovato approvazione esattamente due mesi dopo, il 28 marzo 2010.
Pochi giorni or sono, mi hanno comunicato dalla Prefettura di Palermo che la nostra legge sta diventando un modello per il resto del Paese, questo perché si basa su due punti cardine che puntano sull’ordinaria amministrazione, e che tuttavia appaiono principi rivoluzionari. In realtà sono di una banalità estrema. Il primo, si fonda sulla diade responsabilità/economia, vale a dire che tu puoi rivendicare l’autonomia nella misura in cui accetti di assumerti la responsabilità delle tue scelte. Ti può essere affidata la responsabilità nel momento in cui sei in grado di organizzare la tua attività. Secondo punto su cui si regge è il mercato. In altri termini, si fa una gara unita per provincia in cui si mettono un “menù di base” più i servizi ulteriori.
Con questo contratto, di tipo normativo – questa è una legge che per la prima volta introduce il concetto di contratto normativo – non è affidata alla gestione della società di regolamentazione dei rifiuti; i Comuni comprano il servizio di base che è fondamentale, più i servizi aggiuntivi che gli servono. Per fare un esempio, a Taormina serve ripulire le fioriere tre volte al giorno, mentre a Bagheria sgombrare le spiagge dai rifiuti, non ha senso che si paghino servizi che non sono di alcuna utilità. Ieri, nella Sala Rossa dell’Assemblea regionale ci siamo occupati del modello organizzativo dell’Ato Catania 3 Simeto Ambiente, in cui si è accettato di ricevere prestazioni di livello significativamente inferiore, realizzando una non consentita trattativa privata che ha modificato i contenuti dell’obbligazione contrattuale. Tale procedura ha ristretto l’accesso al mercato. I Comuni compreranno solo quello che serve”.
Quali sono i vantaggi dell’ordinaria amministrazione?
“Si compra per quello di cui si dispone, i cittadini vedono cosa spendono per i servizi e se si interrompe il servizio a Bagheria, non si fermerà a Santa Flavia o ad Altavilla Milicia. Ciò proprio in virtù di quel livello di autonomia che si ha sul proprio territorio ed i sindaci sono i responsabili della corretta esecuzione delle prestazioni nel proprio comune”.
Come si applica tutto ciò al ciclo dei rifiuti?
“In questa logica, in che modo si debba chiudere il ciclo dei rifiuti lo scelgono i territori. Se devi fare il termovalorizzatore, il trattamento meccanico biologico, il pirolizzatore o il dissociatore molecolare, lo decide il territorio. Non c’è ragione che io ti obblighi a subire dall’alto il governo di un sistema”.
E la Regione cosa fa?
“La Regione detta delle linee guida, mette nero su bianco il capitolato generale secondo quanto previsto dalla legge. Se invece di fare l’assessore, senza indennità, avessi fondato una società che si occupa  di chiusura del ciclo dei rifiuti con pirolisi e quant’altro, l’avrei già fatto. Chiederei ai Comuni ed all’amministrazione pubblica l’autorizzazione per realizzare a mie spese il mio impianto senza nulla in cambio”.

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