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Palermo – Il sovraffollamento, le ‘violazioni’, l’Ucciardone è “un posto indegno”

Luca Insalaco

Palermo – Il sovraffollamento, le ‘violazioni’, l’Ucciardone è “un posto indegno”

martedì 27 Luglio 2010

Nella struttura 700 detenuti contro una capienza di 430. Mancano 160 agenti penitenziari. La denuncia dei Radicali dopo un sopralluogo nell’antico carcere cittadino

PALERMO – Pensavamo che le torture fossero lontane e invece eccole denunciate anche all’interno del carcere Ucciardone. A scagliare il sasso nello stagno dell’indifferenza generale sono ancora una volta i Radicali, che denunciano lo stato di “illegalità” dello storico, anzi, dell’antico penitenziario palermitano.
“I detenuti sono costretti a vivere in celle piccolissime con il cesso, e non dico apposta wc, a vista, quindi con ogni violazione della privacy. Un posto indegno di un paese civile. Ecco perché parlerei di veri e propri maltrattamenti e di torture”, ha accusato il deputato radicale Rita Bernardini, a capo di una delegazione che ha visitato la struttura carceraria.
Al cronico sovraffollamento del carcere – 700 detenuti contro una capienza regolamentare di 430 detenuti – corrisponde la mancanza di 160 agenti penitenziari. “Questo – ha sottolineato la Bernardini – determina che per la mancanza di spazi e anche di agenti, non ci sono attività trattamentali. Dico che qui vengono fatti maltrattamenti ai detenuti, perché quando si tengono le persone in queste condizioni è maltrattamento”. “Quando le persone vivono in cella con le malattie, nella sporcizia, con tossicodipendenti – ha aggiunto – evidentemente questo corrisponde a una forma di tortura, anche se in Italia non c’è il reato di tortura”.
I delegati si sono soffermati in particolare sulla terza sezione. “In alcune celle non funziona nemmeno lo scarico, quindi i detenuti devono prendere i secchi dopo essere andati in bagno, davanti a tutti”. Per non parlare delle docce, a rischio malattia, “con il muschio, l’intonaco crollato. Su sette docce, ne funzionano una o due”.
E poi ancora “il canile”, una sezione che accoglie i detenuti subito dopo l’arresto, prima di essere assegnati: “Celle senza arredamento, sporchissime con i detenuti totalmente isolati”. Sono state riscontrate violazioni anche per quanto riguarda i colloqui (“Un detenuto non fa un colloquio da tredici mesi. Se questa è la rieducazione…”) e sulle dimensioni delle celle (“Sono tutte piccolissime, con sei detenuti in pochissimi metri quadri”), lontane dai tre metri quadrati stabiliti dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo.
Le considerazioni raccolte nel corso della visita confluiranno in un’interrogazione parlamentare (“Alle quali il ministro della Giustizia come sempre non risponderà”) ma anche alla Procura: “C’è l’obbligatorietà dell’azione penale: voglio vedere se agiscono”, ha chiosato la Bernardini.
 


La replica. Il direttore evidenzia il taglio dei fondi
 
PALERMO – Il direttore della struttura penitenziaria, Maurizio Veneziano, ha risposto ai rilievi dei delegati lamentando il taglio dei fondi erogati da Roma e ricordando in particolare la dotazione per la manutenzione ordinaria, pari a soli ottomila euro l’anno. Inoltre – ha riferito il deputato Bernardini – il direttore “deve accettare tutti i detenuti che arrivano”. Da qui la situazione critica della struttura, in termini di sovraffollamento e di carenze igienico-sanitarie (vi sono anche topi e scarafaggi tra gli inquilini del carcere borbonico). Oltre alla radicale Bernardini, la delegazione che ha visitato l’Ucciardone era composta dall’associazione “Gli stessi orizzonti”, rappresentata da Laura Baccaro, dalla rappresentante del Garante dei diritti dei detenuti Gloria Cammarata, dai rappresentanti di Radicali italiani di Catania Marco Ciccarelli e di Palermo Donatella Corleo e dai volontari Maurizio Artale del Centro Padre nostro, oltre a Michele Recupero e Bruno Di Stefano.

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