Sicilia, turisticamente poco sostenibile - QdS

Sicilia, turisticamente poco sostenibile

Vanessa Paradiso

Sicilia, turisticamente poco sostenibile

martedì 03 Agosto 2010

Pubblicata la classifica dei comuni capoluogo relativamente alla qualità dell’offerta e all’attrattività naturalistica. Palermo al 10° posto nazionale, dietro il baratro: tutte oltre la cinquantesima posizione

PALERMO – Per la prima volta in Italia è stata stilata la classifica dei Comuni più turisticamente sostenibili. La ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale Spesa Pubblica e Turismo sostenibile ha esaminato 110 capoluoghi di provincia, rilevando i Comuni più virtuosi in relazione alla qualità, quantità, efficacia dei flussi di spesa pubblica destinata al turismo con la evoluzione dell’economia turistica e della qualità sociale e territoriale locale. Capofila la città di Urbino, seguita da Ravenna e Rimini e fra i Comuni siciliani solo Palermo si colloca al 10°posto.
Due sono gli indici che sono stati presi in particolare considerazione : l’Indice Sintetico di Turismo Sostenibile (ISTS), basato sulla caratterizzazione occupazionale e demografica tenendo presente la ricettività turistica, l’accessibilità in termini di infrastrutture, il rischio e la qualità ambientale, l’attrattività naturalistica e storico-paesistica e infine l’aspetto economico con la caratterizzazione delle imprese turistiche locali. Ed in riferimento alla spesa turistica, sono stati inoltre calcolati gli Indici di struttura e efficienza di bilancio (costruiti sulle voci di entrata, spesa corrente e gli investimenti dei Comuni nel 2007).
L’incrocio dei risultati dell’Indice Sintetico di Turismo Sostenibile (ISTS), con gli indicatori della spesa pubblica locale mostra i comuni virtuosi cioè quelli attenti alla sostenibilità turistica e contemporaneamente quelli che nel turismo spendono più e meglio.
Si evidenzia, tuttavia, che per ognuno di questi indicatori, nella medesima provincia, si sono rilevati Comuni non capoluogo che hanno raggiunto performance migliori Osservando i risultati, la Sicilia non gode di grossi primati escluso il Comune di Palermo. Nel dettaglio, troviamo Trapani al 54° posto, Caltanissetta (60°), Agrigento (70°), Enna (78°), Siracusa (83°), Ragusa (84°), Messina (93°), Catania (98°). Chiude la classifica Tempio Pausania (Sardegna ).
L’intendimento dell’Osservatorio è quello di sviluppare il benchmarking dell’efficienza dei flussi finanziari, supportando le amministrazioni pubbliche al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza della spesa indirizzata alla valorizzazione turistica sostenibile dei territori. Nel lungo periodo, invece, si pone l’obiettivo di generare un aumento degli investimenti destinati al settore del turismo e al suo sviluppo sostenibile e di contribuire a una spesa pubblica trasparente oltreché efficiente ed efficace, che metta in rete il sistema turistico italiano.
Strategica è per lo sviluppo del settore turismo la redditività alberghiera e come evidenzia la Federalberghi in una nota “il patrimonio immobiliare territoriale destinato al turismo in Sicilia è caratterizzato in genere da un numero medio di stanze molto basso che non consente una gestione razionale dell’albergo, con il rischio che nel tempo questi immobili vengono convertiti ad altra destinazione”.
Suggerisce altresì alle Amministrazioni pubbliche “di fare in modo che la progettazione delle singole città, le linee guida della trasformazione urbanistica, la costruzione o ristrutturazione degli alberghi possano rispondere alle richieste del mercato.
Troppo spesso aree destinate alla realizzazione di strutture ricettive rispondono a logiche diverse, immobiliari, da quelle proprie della gestione manageriale”.
 


Marchio Ecolabel. Presente in sole 18 strutture ricettive isolane
 
Per avere segnali positivi bisogna volgere lo sguardo verso il settore del turismo sostenibile e di qualità.
In Sicilia, sono presenti delle strutture ricettive e turistiche aderenti all’etichetta ecologica (ecolabel) di Legambiente Turismo.
Sono, infatti, attivi due gruppi di strutture ricettive e turistiche per un totale di 18 strutture ricettive, con quasi mille posti letto in alberghi, agriturismi e bed & breakfast, a Cefalù, Modica e Ragusa. Si tratta di un gruppo di aziende di varie tipologie e classificazione che hanno concordato con Legambiente Turismo – che ne controlla anche l’effettiva attuazione – misure semplici, ma efficaci tese a migliorare la propria gestione ambientale e il comfort, riducendo i consumi critici, sensibilizzando i propri ospiti, contenendo l’impatto delle proprie attività sull’ambiente e promuovendo il territorio circostante.
Molto significativa la scelta di queste aziende di partecipare ad una rete turistica di qualità – la più importante e ramificata in Italia – che conta ad oggi 423 imprese con oltre 62.000 posti in 16 regioni italiane e applica i Common Basic Standard di Visit Europa, una organizzazione che raggruppa le varie etichette ecologiche europee del turismo.

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