Il guaio peggiore è che Tremonti ha segato i trasferimenti alle Regioni senza tener conto della distinzione tra quelle virtuose e quelle viziose. Fra queste ultime spiccano Lazio, Campania, Calabria e Puglia. Ma la Sicilia non brilla per virtù.
La Padania, quotidiano della Lega Nord, è il bollettino di quel partito autonomista. In esso sono riportati due pagine di appuntamenti, nelle quali sono indicate le presenze degli uomini di Bossi in eventi, manifestazioni, radio e televisioni. Quel quotidiano è un puntuale veicolo di informazione che alimenta il rapporto tra dirigenza, quadri ed elettori. Un modello che ha funzionato unitamente alla buona amministrazione degli Enti locali.
La Lega fa populismo e demagogia quando difende ad oltranza quella minoranza di produttori di latte che non ha pagato le multe, anticipate dal Governo. L’associazione dei produttori di latte, che invece si è messa in regola, ha protestato vivacemente contro l’iniquità descritta.
L’efficacia di un partito autonomista si dimostra attraverso la comunicazione costante tra vertici e simpatizzanti ai quali vanno comunicati linee politiche e traguardi raggiunti. Mpa, Pdl-Sicilia, Pdl lealista, Udc e Pd soffrono di questa grave carenza: non hanno il quotidiano che faccia da cinghia di trasmissione tra i loro dirigenti ed i siciliani, per cui questi ultimi non si affezionano ai dirigenti di quei partiti, perché non sanno.
È ormai guerra dichiarata alla spesa corrente che lo Stato deve ridurre di almeno altri 70 miliardi. Il conto è presto fatto. Secondo la Ruef (Relazione unificata economia e finanza pubblica 2010), il disavanzo primario è stimato in 10 mld, gli interessi sul debito in 72 mld, con un disavanzo totale, nel 2010, di 82 mld. Tale disavanzo va azzerato per non aumentare il catastrofico debito. Tenuto conto che la manovra testè approvata lo ha decurtato per 12 mld, restano da tagliare gli altri 70. Va da sé che l’aumento del Pil compensa in parte il taglio prima indicato.
Il Corsera del 25 luglio pubblica la classifica dei soldi ricevuti dai Comuni, trasferiti dallo Stato, in euro/abitante. Bolzano è capolista con 1.121, spicca Catania al terzo posto con 1.090. Palermo riceve 868, Sondrio al penultimo posto con 230, Caserta all’ultimo con 215. La stessa fonte (Ifel-Anci) pubblica la classifica dei soldi spesi dai Comuni in euro/abitante. Prima della classe è Venezia con 2.092, più in basso Catania con 1.280, segue Palermo con 1.182, chiude Teramo con 567.
Il dramma della Regione siciliana e di gran parte dei 390 sindaci, è che si trovano sul groppone un’enorme quantità di personale, inutile alla produzione dei servizi, che i costi standard taglieranno senza pietà.
Gli apparati politici e burocratici sono ormai sotto il mirino dell’Ue e dello Stato, ma, fatto più importante, è che si è svegliata fortemente la sensibilità dell’opinione pubblica la quale non ammette più che le Istituzioni siano luoghi di sperpero e di sprechi quando, contestualmente, gran parte dei cittadini fa sacrifici. Attenzione! Dopo l’astensione dal voto c’è la penalità.