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Messina – Un quadro urbanistico “critico” nell’impietosa relazione del Prg

Francesco Torre

Messina – Un quadro urbanistico “critico” nell’impietosa relazione del Prg

venerdì 06 Agosto 2010

Sul versante del traffico, il sistema dei trasporti pubblici è inadeguato e mancano parcheggi. Degrado nelle aree di risanamento: “condizioni indegne di un Paese civile”

Messina – “Dall’analisi sin qui sviluppata emergono numerose criticità legate all’assetto urbanistico della nostra città, alcune delle quali ormai si trascinano da decenni, senza che sia stata approntata adeguata soluzione, e che devono essere affrontate e rimosse”.
Dopo l’excursus storiografico che dal Piano Borzì ci ha portato fino all’ultima – devastante e assassina – variante, continuiamo il nostro focus sul Documento delle Linee guida del Nuovo Piano Regolatore Generale della Città di Messina, forse l’elaborato più importante per il futuro del territorio e di cui, purtroppo, tra beghe del sindaco, eventi ferragostani e Fiera, si parla pochissimo.
Abbiamo già detto di quanto lo staff dell’assessore Corvaja sia stato onesto nella scrittura di un report sempre più simile ad un mea culpa, o ad un j’accuse dedicato a chi ha governato la città negli ultimi decenni. E ciò risulta ancora più evidente leggendo il paragrafo “Criticità e potenzialità dello stato di fatto”, che chiude di fatto la premessa sul quadro generale di “sviluppo” attuale della città.
Crisi delle attività economiche e produttive – “Oggi Messina appare smarrita ed incapace di ritrovare un ruolo che la inserisca a pieno titolo nel quadro della economia nazionale ed europea”, si legge nel documento, ma si indicano anche le risorse da valorizzare: posizione geografica, turismo, cultura (niente di rivoluzionario, insomma).
Degrado dell’ambiente urbano –  Degrado che, secondo il piano, riguarda in particolare “i quartieri e le aree di risanamento, caratterizzati dalla presenza di condizioni abitative indegne di un paese civile (leggasi baracche)”, ma anche i villaggi periferici, “caratterizzati da perdita di identità”, aree di edificazione spontanea, le porzioni di città “negate” come la Zona Falcata, e poi “un complessivo e diffuso degrado del microambiente e dell’arredo urbano”.
Degrado del patrimonio ambientale e paesaggistico, ovvero dei suoli collinari, della fascia costiera, dei torrenti. Tutti fattori che alimentano il rischio di dissesto idrogeologico.
Traffico urbano, criticità resa evidente dall’“inadeguatezza del sistema di trasporto pubblico, dalla mancata entrata a regime della metroferrovia nella zona sud, dalla mancanza di aree di parcheggio per scambio intermodale e dalla limitata presenza di spazia parcheggi”.
Se aggiungiamo la carenza quasi assoluta di adeguati servizi e verde pubblico, ecco che il quadro delle criticità assume proporzioni catastrofiche. E finalmente anche l’amministrazione comunale lo ammette. Era ora.
 


Emergenze irrisolte. Rischio sismico e idrogeologico non mitigati
 
Messina. Nel paragrafo sulle criticità del territorio, non poteva non trovare spazio il tema forse oggi più importante, la cui risoluzione richiede tempestività e mano ferma, ovvero “Sicurezza e protezione dai rischi ambientali”. “Tutti gli studi di carattere geologico confermano l’elevata pericolosità sismica del nostro territorio – si legge del documento – rispetto alla quale la città, ancora oggi, non ha approntato le necessarie adeguate misure di mitigazione, relative alla presenza di un elevato livello di vulnerabilità di parte del patrimonio edilizio e delle infrastrutture. Le luttuose vicende più recenti hanno inoltre evidenziato l’elevata esposizione del territorio urbano al rischio idrogeologico”. E qui l’affondo: “Agli elevati livelli di rischio naturale sopra esposti, non corrisponde, ancora, una sufficiente adeguatezza delle Infrastrutture di Soccorso e Pronto Intervento né una cultura urbanistica idonea a prevenire il rischio idrogeologico esistente”.
Nel prossimo articolo, l’analisi del mercato e di tutto il settore edilizio.

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