Motivare, la fonte di ogni progetto - QdS

Motivare, la fonte di ogni progetto

Maria Francesca Fisichella

Motivare, la fonte di ogni progetto

giovedì 12 Agosto 2010

Forum con Giuseppe Scamporrino, Governatore Distretto 108 Yb Sicilia Lions Club International

Quali sono le linee guida attraverso cui si svilupperà il suo programma?
“La prima linea d’azione che intendo perseguire è una maggiore dedizione al servizio. Non è una novità, dovrebbe essere l’essenza dell’opera che l’associazionismo lionistico, per sua istituzione, dovrebbe portare avanti, e non solo perché ci viene ricordato dal presidente internazionale. È questa la considerazione che vorrei sottoporre agli amici soci, perché – a mio avviso – il servizio è alla base dello spirito lionistico. Ma il punto è:  come fare? Certo non stando a casa o chiudendoci tra le quattro mura dei convegni organizzati durante il corso dell’anno, rischiando di apparire autoreferenziali. Il servizio, se deve essere reso, lo si deve rendere alla comunità, alla gente, al territorio sul quale operiamo. Diversamente, incidiamo negativamente sull’immagine della stessa associazione, perché è da qui che scaturisce l’idea negativa dello spirito conviviale di quest’ultima”.
“Incontri e convegni acquistano un valore se, in queste circostanze, sono coinvolte le varie componenti della società in cui agiamo. Quindi potremmo parlare solo in tal senso di servizio sul territorio e per il territorio. Bisogna scendere in campo, senza paura di sporcarci le mani”.
Questo non è facile, mette in campo l’esigenza di un programma di azioni. Dunque, in che modo si muoverà l’associazione per concretizzate tale scopo?
“Prima di tutto bisogna agire sulla mentalità. Cosa intendo è presto detto. Spesso il Lions si considera essere la parte migliore, attenta e attiva della società. Questo bisogna dimostrarlo con i fatti; non è un diritto ricevuto per investitura dall’alto. Bisogna guadagnarselo. Non basta essere sulla carta la più grande associazione umanitaria e di servizio. Bisogna dar prova di concretizzare con le azioni, gli scopi, le finalità che ci prefiggiamo di portare avanti. Non è una linea semplice da seguire, ma allo stesso tempo è un dovere se vogliamo dimostrare di essere credibili, quando enunciamo i nostri scopi, che invece spesso vengono recitati per mera consuetudine. Il lionismo non va recitato, va vissuto e reso operativo da tutti insieme”.
Dunque in sintesi, non tutti li praticano. Serve infondere un maggiore coinvolgimento?
“Serve ricordare il primo principio fondante dell’associazione, ovvero we serve. E non è certo un caso l’uso del pronome plurale “noi”, perché da soli non si va da nessuna parte. Solo la “Squadra” può vincere, intendendo in tal senso il progettare e concretizzare insieme le nostre azioni sul territorio. La sinergia è il fondamento accanto alle esperienze dei singoli, un valore aggiunto per noi stessi e per la comunità”.
Ebbene, vediamo di concretizzare questo proposito di procedere rendendo un reale servizio alla gente. Ovviamente questo è portato avanti dai club, non è fatto dal distretto, anche se quest’ultimo ha il compito di indirizzare. Cosa può dirci a tal proposito?
“L’opera del distretto io la intendo come coordinamento. Quello che il distretto può fare è solo una proposta, o per meglio dire, delle proposte. Che poi non vi sia dubbio sull’autonomia dei vari club, è un fatto assodato, purchè essi si muovano nell’ambito delle regole e delle finalità dell’associazione; in ogni caso l’autonomia va interpretata in maniera intelligente. Ogni club, radicato sul territorio, può e deve conoscere le esigenze della comunità entro cui si trova, vive, agisce. È un osservatore privilegiato, che meglio può cogliere le reali esigenze verso cui far fluire le azioni di servizio.
“I progetti si costruiscono sulle esigenze del territorio, tenendo conto degli indirizzi generali indicati dall’associazione. Faccio qualche esempio, il fatto che ci siamo guadagnati il titolo di “Cavalieri dei non vedenti” non è un evento casuale. Le cifre parlano: abbiamo salvato la vista a oltre 30 milioni di ciechi, con cecità reversibile e curabile, effettuando oltre 7 milioni e mezzo di operazioni per cataratta e, soprattutto, attrezzando più di trecento cliniche oculistiche e istituendone quasi altrettante partendo da zero, e addestrando inoltre personale locale. Questo è un chiaro e concreto esempio della nostra filosofia, dell’opera di servizio che vogliamo portare avanti”.
 

 
L’archivio storico on line per collegarci meglio l’iniziativa è in cantiere tra i vari club
 
Cosa può dirci in merito ai programmi di sostegno alle aree del mondo in via di sviluppo?
“I Lions italiani sono promotori, in tal senso, della realizzazione di importanti progetti. Non abbiamo certo inventato una cosa su cui già l’associazione non avesse dato un indirizzo. Infatti i programmi dei Lions italiani hanno sempre previsto – nei Paesi in via di sviluppo – di creare in loco le condizioni affinché ci fosse l’autonomia di azione. Ovvero, non è una politica colonialista che si intende portare avanti, ma un intervento di sostegno in vista dell’acquisizione di un’ autonomia delle forze del luogo”.
Cosa vuol dire visibilità per un Lions?
“La visibilità è una cosa che non è data per diritto all’associazione; la visibilità e la credibilità bisogna guadagnarsele. Come? Comunicando i risultati delle nostre iniziative, dei nostri progetti. È chiaro che non ci può essere visibilità senza risultati, e i risultati si raggiungono in primo luogo motivando i soci, coinvolgendoli in progetti che scaturiscano da analisi puntuali delle criticità potenziali o attuali delle comunità e del territorio”.
Ci vuol parlare di un’iniziativa che le sta particolarmente a cuore?
“Mi sta a cuore rendere l’archivio storico più funzionale alle esigenze del Distretto, rendendo possibile l’accesso online attraverso un link sul sito del Distretto. I vari club dovranno selezionare materiale da pubblicare nell’archivio e contribuire attivamente alla sua realizzazione”.

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