39 milioni per l’Ente Sperpero Agricolo - QdS

39 milioni per l’Ente Sperpero Agricolo

Vanessa Paradiso

39 milioni per l’Ente Sperpero Agricolo

giovedì 12 Agosto 2010

Agricoltura. Imprese in crisi la Regione sprecona.
Abbandonati. Molte delle azioni adottate finora dalla politica non hanno avuto alcuna ricaduta positiva sulla crisi dell’agricoltura e anche l’Europa non vuole riconoscere lo stato di difficoltà.
Speculazione della filiera. Tra le cause della crisi la speculazione della filiera che ha le sue radici anche nella mancata esposizione del doppio prezzo previsto da una legge regionale del 2005.

PALERMO – Agricoltura siciliana in ginocchio e operatori del settore costretti a chiudere i battenti da una parte e, dall’altra, un ente economico della Regione – l’Esa, Ente di sviluppo agricolo – creato per incrementare la produttività del settore, che non riesce a raccogliere i frutti sperati, affossato dal costo del personale che lo ha trasformato in un carrozzone di dubbia utilità.
Un Cda che tra presidente e consiglieri costa 250.000 euro l’anno, e 864 dipendenti tra personale a tempo indeterminato e stagionali, che costano alle casse della Regione oltre 25 milioni di euro.
Sin dal 18 ottobre 2006 con un ordine del giorno l’Assemblea regionale siciliana approvava la soppressione degli enti inutili e tra questi l’Ente di Sviluppo Agricolo (Esa). Da allora però nulla è cambiato.
 
Il presidente della Commissione Parlamentare attività produttive all’Ars, On.le Salvino Caputo afferma che “tranne l’effetto annuncio, nessun governo precedente ed in particolare quello attuale guidato da Raffaele Lombardo, ha proceduto alla chiusura degli enti regionali improduttivi e che comportano un notevole spreco di risorse pubbliche. Nonostante i vari solleciti della Commissione legislativa da me presieduta nessun ente è stato chiuso. Al momento, tranne alcune parziali modifiche tutti gli enti a partecipazione regionale sono attivi”.
Nel 2010, così come affermato dal direttore generale dell’Esa, Maurizio Cimino, “al servizio manutenzione della viabilità rurale sono impegnati, tra conduttori delle pale e ruspe cingolate, autisti dei camion per il trasporto e la movimentazione delle macchine operatrici e operatori addetti alla manutenzione dei mezzi, un numero di addetti pari a 140/160 unità” e considerato che “dai primi mesi del mese di febbraio ad oggi sono state impiegate nelle lavorazioni richieste dagli enti locali circa 15 mezzi (pale caricatrici e ruspe cingolate)” ne segue che dai 140/160 di addetti 15 sono impiegati come conduttori di pale e ruspe, 15 come autisti ed il rimanente 110/130 unità sarebbero addetti alla manutenzione dei mezzi. Anche questa volta, come già nel 2008 (quando pubblicammo un’inchiesta in cui si denunciava la presenza di 558 trattoristi per 25 trattori, ndr), i conti non tornano. Tanti lavoratori non possono essere impiegati per movimentare solo 15 pale e ruspe.
A parte questi 140/160 lavoratori dichiarati dal direttore Cimino, ce ne sono altre 280 unità, che -secondo il comunicato stampa del 22.06.2010 del presidente del CdA Roberto Materia – “saranno impegnati come nel passato su richiesta dei comuni e/o dagli enti territoriali nei lavori di manutenzione del verde pubblico unitamente alla manutenzione della viabilità rurale (art.1 della L.R. 6/86)”. C’è da chiedersi, allora, come mai l’Esa che ha una sede provinciale a Siracusa, oltre a due sezioni operative periferiche ed assistenza tecnica Sopat, non interviene ad esempio proprio nella provincia di Siracusa, dove la Sovrintendenza, il Comune e la Provincia che dovrebbero conoscere gli scopi istituzionali dell’Esa chiedono finanziamenti per alcuni interventi che potrebbero essere realizzati dall’ente stesso. Infatti, proprio a Siracusa i Consiglieri provinciali, Giuseppe Bastante (Pdl) e Biagio Saitta (Mpa) denunciano “serie difficoltà per far ripulire dalle erbacce i siti archeologici” ed il Consigliere circoscrizionale di Tiche, Antonio Neri, è costretto a denunciare ritardi e sollecita interventi per la pulizia di terreni incolti ed abbandonati che interessano varie aree del territorio aretuseo.
A ciò si aggiunga che proprio l’amministrazione di Rosolini è in cerca di 700 mila euro per la sistemazione delle aree di verde pubblico.
L’Esa non interviene neanche su tutta l’oasi del Simeto e sulla zona, in particolare, del villaggio Campo di Mare che è ridotta ad un putrida palude come hanno dichiarato coloro che vivono ancora in quella zona. Eppure, il presidente Matera comunica che “l’onere per i Comuni è quello unicamente del costo del carburante” ed aggiunge che “si è provveduto a divulgare gli obiettivi dell’Esa tra gli enti locali e che unitamente alla manutenzione della viabilità rurale è stato proposta agli enti territoriali un’altra tipologia di intervento, come la risagomatura degli alvei dei fiumi e dei torrenti con l’utilizzo di idonei mezzi meccanici senza l’asportazione del materiale detritico fuori dall’alveo naturale”.
E per il fiume Simeto e la sua oasi?

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