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Catania – Commercio in grande difficoltà, affari bloccati in centro storico

Antonio Borzi

Catania – Commercio in grande difficoltà, affari bloccati in centro storico

mercoledì 18 Agosto 2010

Nemmeno i saldi, attesi da moltissimi, hanno portato la boccata d’ossigeno tanto sperata. Estate difficile per gli esercenti, rimasti schiacciati dagli effetti della crisi

CATANIA – I commercianti del centro storico catanese sono in grande difficoltà. I segnali che annunciano un settore in profondo rosso sono inequivocabili e le statistiche parlano chiaro, con i tradizionali saldi che non hanno dato quella boccata d’ossigeno sperata da molti. I perché sono molteplici: oltre a un generalizzato periodo nero in tutto il mondo, che  porta i cittadini a risparmiare, vi è anche lo strapotere dei grandi centri commerciali, che con parcheggi, aria condizionata, offerta completa e possibilità di passare interi pomeriggi in tranquillità riescono ad attrarre maggiormente acquirenti da tutta la provincia. Il tutto nonostante, come ha fatto notare nei giorni scorsi lo stesso assessore al Commercio del Comune di Catania, Franz Cannizzo, anche nella grande distribuzione si avvertono i primi segnali di crisi.
L’aria più pesante, comunque, si respira in un centro storico che non è più appetibile come un tempo. I pochi introiti hanno portato i diversi commercianti a non andare in ferie e secondo le statistiche soltanto il 50% ha abbassato la saracinesca perché è ormai  impossibile sostenere anche un breve periodo di mancati introiti. I principali settori colpiti sono quelli di abbigliamento e calzature, ma anche gli altri non se la passano meglio.
Come se non bastasse si aggiungono anche le polemiche sul disegno di legge approvato dalla Giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo che prevede la chiusura di negozi e centri commerciali per le maggiori festività e per 32 domeniche l’anno. Ad alzare i toni è stata la Confcommercio che, per voce del presidente catanese Riccardo Galimberi, ha affermato come quella della Regione sia una normativa che non ha effettiva conoscenza del settore commerciale. I dati, secondo i rappresentanti dei commercianti, dimostrano infatti un maggiore flusso di acquisti durante le domeniche quando, liberi da impegni lavorativi vari, i cittadini si permettono una passeggiata fra i negozi. La Confcommercio, inoltre, fa notare come questa norma rischi di penalizzare notevolmente tutte le località che si basano sulle attività turistiche. 
Alla Confcommercio ha risposto una nota della Uil-Tucs. Il sindacato si è opposto all’allarmismo della federazione dei commercianti, lanciando invece un plauso al disegno  di legge che a dir loro riuscirebbe a razionalizzare il settore.
L’unica certezza, in questo particolare momento storico, è data dalla sofferenza di un settore anticamente trainante per l’economia catanese come il commercio. Ma se all’interno delle stesse associazioni commercianti non vi è unione d’intenti appare difficile trovare una soluzione positiva a un problema che rischia di causare seri problemi occupazionali, e dunque sociali, a una città come Catania che non vive certo un periodo roseo.

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