Un‘estate senza glutine, per i celiaci “vacanzieri” - QdS

Un‘estate senza glutine, per i celiaci “vacanzieri”

Elisa Latella

Un‘estate senza glutine, per i celiaci “vacanzieri”

venerdì 20 Agosto 2010

Il progetto “Alimentazione fuori casa” curato dall’Associazione italiana celiaci Sicilia. Aic Sicilia sta organizzando interventi di gruppo per condividere le esperienze

PALERMO – Gelato? Sì, ma senza glutine. Pizzetta? Sì, ma senza glutine. Oggi non è difficile trovarli. Anche grazie al progetto “Alimentazione fuori casa” dell’Associazione italiana celiaci Sicilia, che attraverso corsi informativi e protocolli di intesa ha reso possibile la distribuzione di prodotti per celiaci in gelaterie, B&B, ma anche in ristoranti, in barche a vela, in navi da crociera.

Venti anni fa della celiachia si sapeva poco e i menu appositi praticamente non esistevano, con frequenti disagi per le persone affette da questa patologia, soprattutto durante il periodo estivo, in cui è più frequente mangiare fuori. Per un celiaco anche gustare un gelato ieri poteva essere un problema. Negli anni ’80 la Sicilia e la Svezia risultavano le aree con il più alto numero di celiaci. La celiachia è un’intolleranza permanente alla gliadina, una componente alcool-solubile del glutine, che a sua volta è un insieme di proteine contenute nel frumento, nell’orzo, nella segale, nell’avena, nel farro, nel kamut. Pertanto, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a contaminazione devono essere considerati tossici per i pazienti affetti da questa malattia.

L’intolleranza al glutine causa gravi lesioni alla mucosa dell’intestino tenue, che regrediscono eliminando il glutine dalla dieta. Tuttavia, non si guarisce: i celiaci lo restano per tutta la vita. Per questo motivo ci sono regole precise per chi vuole offrire loro una ristorazione specifica. Per esempio chi lavora per bed and breakfast e hotel deve sapere che per preparare una colazione senza glutine occorre lavarsi bene le mani, usare una tovaglia pulita (senza briciole), un grembiule pulito, stoviglie pulite, un cestino del pane che non sia stato precedentemente usato per pane con glutine oppure che sia  isolato con un tovagliolo pulito. Inoltre le zuccheriere devono essere dedicate, l’eventuale tostapane non deve essere stato mai utilizzato in precedenza per pane comune e occorre predisporre un armadietto per i prodotti destinati ai celiaci, utilizzare contenitori separati e fare  attenzione anche alla macchina per il caffè espresso: se si è precedentemente utilizzata una cialda per caffè d’orzo occorre pulire accuratamente il filtro.

Il decreto dell’Assessorato alla Sanità della Regione Sicilia del 2006 ha stabilito i limiti di spesa mensili per le persone affette da morbo celiaco, che hanno diritto a specifici buoni per l’acquisto di alimenti senza glutine. Si tratta di 45 euro per i bambini fino a un anno, 62 fino a 3 anni e mezzo, 94 fino a 10 anni. Per i soggetti in età adulta la spesa varia: il tetto mensile massimo è 140 euro per gli uomini e 99 per le donne.

Non tutti i celiaci hanno bisogno del supporto psicologico, ma occorre non trascurare eventuali stati di disagio prolungati o di sofferenza psicologica imputabili ad una difficoltà di adattamento alla condizione celiaca. In una ricerca realizzata presso la cattedra di Medicina Interna dell’Università Cattolica di Roma è emerso che il sostegno psicologico si rivela efficace nella riduzione dei sintomi depressivi e migliora l’adesione alla dieta nei pazienti che presentano ansia e depressione.
Da tempo in Aic Sicilia si progetta di realizzare interventi di gruppo in cui rendere possibile la condivisione di esperienze.
 



Focus. Non si muore  di celiachia
PALERMO – Riportiamo i tratti essenziali del comunicato congiunto della presidente Aic, Elisabetta Tosi, e del presidente del Comitato scientifico Aic, il docente Umberto Volta, in seguito alla notizia del decesso di Davide, un ragazzo di 17 anni, affetto da celiachia e poliallergia, avvenuta a San Giovanni Rotondo in seguito a verosimile shock anafilattico. L’associazione ha chiarito che di celiachia non si muore.

“L’introduzione di glutine nel celiaco, anche già a dieta da tempo, oltre alla riattivazione della celiachia, può causare una sintomatologia acuta caratterizzata da dolori addominali, diarrea, nausea e vomito, ma non determina eventi drammatici che possono essere responsabili del decesso. Al contrario, le allergie possono scatenare, anche in presenza di quantità minime della sostanza allergizzante, una reazione gravissima che sfocia nello shock anafilattico con edema della glottide, spesso fatale, nonostante l’attivazione di manovre rianimatorie. Spesso a venire in rilievo in casi drammatici non è la celiachia in sé ma la possibile associazione con patologie allergiche. Oggi un celiaco può condurre una vita del tutto simile a quella della popolazione generale, grazie ad una corretta informazione sulla malattia, al diritto al pasto senza glutine in scuole e ospedali e alla diffusione della cultura della dieta senza glutine”. (el)

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