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Catania – Centro storico, movida e… noia.L’estate tra critiche e proteste

Melania Tanteri

Catania – Centro storico, movida e… noia.L’estate tra critiche e proteste

venerdì 20 Agosto 2010

Contestata al Comune la mancanza di iniziative concrete per far restare in città turisti e catanesi. I locali del cuore del capoluogo contro le scelte promosse dall’amministrazione

CATANIA – Una protesta che non sembra avere fine, quella dei gestori dei locali del centro storico, molto critici nei confronti dell’atteggiamento dell’amministrazione relativamente alla movida e alla sua realizzazione. Se l’anno scorso sui cartelli che campeggiavano sui muri e sulle saracinesche dei locali c’era scritto “Chiuso per lutto”, in riferimento alla creazione della Ztl e alle ordinanze sindacali relative alla diffusione della musica, quest’anno, con la scritta “Chiuso per noia”, a essere contestata dai gestori aderenti alla Fipet Cidec provinciale, l’intera organizzazione dell’estate catanese, affatto a misura di turisti, secondo i commercianti.

“Il cartellone dell’Estate catanese – afferma Roberto Tudisco, presidente provinciale della Fipet Cidec e tra gli organizzatori della campagna di protesta – organizzato dal Comune non coinvolge i cittadini, non attira i turisti e le poche iniziative valide si svolgono al chiuso dei cortili anziché nelle piazze della città”. 

“C’è chi chiude – ha aggiunto – perché ad agosto la città, grazie anche all’inesistente politica turistica di questa  amministrazione comunale, si svuota e c’è chi rimane aperto per cercare di far quadrare i conti. Ma il denominatore comune, sia per chi chiude sia per chi resiste, è la noia e l’assenza di spettacoli ed iniziative capaci di attrarre gente nel centro storico”.
Ad essere contestata, dunque, l’organizzazione di eventi “per pochi”, e il conseguente abbandono del centro storico, vittima dei soliti problemi: assenza di vigili urbani, sporcizia, parcheggiatori abusivi ed esercizi  commerciali irregolari a ogni angolo.
“Paghiamo con un calo notevole di presenze nei nostri locali – ha aggiunto il vice presidente provinciale della Fipet Cidec, Rosario Caruso – la scelta di organizzare spettacoli e iniziative per pochi intimi messe su senza coinvolgere chi, come i gestori dei locali, da anni lavora al centro”.

Una delle attrazioni storiche di Catania, tra le caratteristiche più note della città etnea in Italia e nel mondo, rischia dunque di morire in silenzio per via delle mancate politiche di programmazione messe in atto dall’amministrazione per potenziare l’attrattività del centro storico, e per la mancanza assoluta di controlli che, da una certa ora della notte in poi, trasformano la zone di piazza Teatro Massimo e le vie limitrofe, in un vero e proprio Far west.

E, mentre gli esercenti protestano, c’è chi torna a indicare possibili strade di rilancio della movida e del centro storico, come il consigliere comunale Puccio La Rosa (Pdl) che, nei giorni scorsi, ha inviato al sindaco Stancanelli una lettera aperta in cui ha rilanciato l’idea di creare un “consorzio turistico commerciale” attorno al fenomeno della movida e dei caffè concerto.
“Catania – scrive La Rosa – turisticamente parlando, ha un forte elemento di debolezza rappresentato, oltre che dall’assenza di programmazione, dalla totale mancanza di una qualche forma di specializzazione del territorio. Serve dunque, accanto alla necessità di sfruttare meglio le potenzialità offerte dalle bellezze naturali, artistiche e storiche trovare un elemento che possa costituire una peculiarità da reclamizzare nel mondo”.
Il fenomeno dei caffè concerto, appunto, che, secondo La Rosa, se gestito e organizzato con nuovi criteri e nuovi strumenti, può rappresentare il mezzo per specializzare la città quale centro dell’intrattenimento diurno e notturno della Sicilia.

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