Gestione rifiuti e servizi in house. Le Ato nel mirino dell’Antitrust - QdS

Gestione rifiuti e servizi in house. Le Ato nel mirino dell’Antitrust

Michele Giuliano

Gestione rifiuti e servizi in house. Le Ato nel mirino dell’Antitrust

martedì 24 Agosto 2010

L’Autorità garante per la concorrenza ha ammonito alcuni comuni che hanno prorogato i contratti. Garantire sempre il consumatore dando servizi efficienti al minor costo possibile

PALERMO – Tutte le Ato rifiuti della Sicilia sono avvertite, così come le società in genere a capitale pubblico: gli appalti vanno sempre rinnovati e mai prorogati, salvo caso eccezionali.
Nell’Isola proprio in questi giorni si è aperto un precedente che potrebbe fare davvero storia. L’Antitrust infatti ha aperto un procedimento nei confronti dell’Ato Trapani 2 per avere prorogato l’affidamento di un servizio ad una ditta esterna. Il tutto perché bisogna sempre garantire il consumatore finale, in questo caso colui che paga la bolletta, e quindi dargli un servizio efficiente al minor costo possibile. Considerato che in Sicilia negli ultimi tempi ovunque si registrano aumenti della tassa sui rifiuti che vanno dal 20 al 100 per cento e oltre, in alcuni casi, ecco che il caso è stato formalmente aperto.
Secondo quanto sostiene quindi l’Antitrust “la semplice proroga di un affidamento rappresenta una deroga al principio generale di apertura e concorrenzialità delle procedure per l’affidamento dei servizi pubblici e per tali motivi deve essere attentamente valutata alla luce della normativa nazionale e comunitaria a tutela della concorrenza, oltre che debitamente motivata dagli enti locali procedenti”. L’Autorità invita le amministrazioni a tenere conto dei principi concorrenziali espressi e auspica che l’affidamento del servizio di igiene urbana nell’ambito dell’ATO TP2 Ambiente venga effettuato secondo i criteri e le modalità previsti dall’articolo 23 bis del Decreto legislativo 112/2008.
È un nuovo duro monito, un cartellino rosso, quello dato dall’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, Direzione Industria e Servizi, al contratto di servizio stipulato tra i Comuni soci, la Provincia di Trapani e la stessa Società d’ambito il 31 dicembre 2009. Con una segnalazione inviata sul finire dello scorso anno, il Comitato Mosaico di Gibellina, Partanna, Salaparuta, Poggioreale, Vita, Mazara del Vallo, rappresentava come la stipula del nuovo Contratto di servizio con il quale i Comuni dell’ATO TP2 conferivano la gestione del servizio raccolta e smaltimento rifiuti alla società Belice Ambiente SPA si fosse realizzata “in dispregio della procedura ad evidenza pubblica e dei principi del libero mercato e della libera concorrenza, creando di fatto un sistema monopolistico del servizio non previsto da nessuna norma di legge”.
Secondo il Comitato Mosaico, infatti, non esisteva alcuna ragione di diritto oltre che di fatto che giustificasse un nuovo contratto di servizio tra enti locali e società Belice Ambiente SpA, nel quale veniva ancora riproposta la forma dell’in house providing, “un modello di gestione distante da ogni criterio di legalità”.
L’Antitrust, con questo richiamo (prot 0042347 del 12/07/2010 relativo alla segnalazione n. DC/6772), attacca ancora il modus operandi instaurato nel Trapanese, sottolineando come l’affidamento fino al 31 dicembre 2011 del servizio di igiene urbana alla società Belice ambiente nell’ambito dell’ATO Trapani 2 sia lontano dal rispetto dei principi di concorrenza e libero mercato.
 

 
Affidamento in house ci sono dei distinguo
 
Richiamando una precedente lettera di messa in mora, l’Antitrust oggi riprende: “L’Autorità aveva sottolineato, peraltro, che, anche alla luce di quanto disposto nell’articolo 23 bis del Dl 112/2008 l’affidamento in house deve essere qualificato come modalità eccezionale di gestione dei servizi pubblici locali, dovendo essere privilegiate procedure di gara idonee a garantire il migliore confronto concorrenziale per l’affidamento di servizi pubblici”. Quindi in questo caso l’affidamento non solo non sarebbe stato riconsiderato, ma addirittura prorogato (rectius, rinnovato) sino al 31 gennaio del 2011. L’autorità ritiene non condivisibile l’interpretazione data dai Comuni, dal momento che lo scopo del richiamato regime transitorio non è quello di consentire proroghe o rinnovi di contratti in scadenza, quanto è piuttosto una caducazione automatica di tutti gli affidamenti (in house) ancora in essere alla data del 31 dicembre del 2011. In precedenza, infatti, dietro altra sollecitazione del Comitato Mosaico l’Autorità aveva posto “la questione relativa alla legittimità e all’opportunità di tale affidamento, invitando già in tale data le amministrazioni competenti a riconsiderare l’affidamento diretto del servizio in favore della Belice Ambiente SpA”.

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