Mediterranea, Lombardo riduce la quota - QdS

Mediterranea, Lombardo riduce la quota

Rosario Battiato

Mediterranea, Lombardo riduce la quota

giovedì 26 Agosto 2010

Martedì aumento di capitale per la holding partecipata dalla Regione siciliana, finalizzata ad acquisire la Tirrenia. “Contatti per cedere a prezzo di costo le nostre azioni ai lavoratori”. L’Ugl: “Bell’offerta, sono debiti”

PALERMO – “Noi non sottoscriveremo l’aumento e quindi la nostra quota percentuale diminuirà. Per Tirrenia c’è già un’offerta presentata. Abbiamo avviato dei contatti con i sindacati e, tra i soci ai quali cederemo le nostre azioni, a prezzo di costo, ci sono i lavoratori che stanno investendo una parte del loro tfr per partecipare all’operazione contribuendo ad evitare il cosiddetto spezzatino, per una gestione unitaria delle società”.
Sulla vicenda Tirrenia il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, non si ferma e, anzi, rilancia. Ma subito è arrivato il commento negativo. Per il segretario nazionale dell’Ugl Trasporti, Roberto Panella, “l’intenzione è un escamotage che può produrre solo danni a soggetti deboli e già colpiti dalla crisi del Gruppo Tirrenia, perché in questo caso è evidente che ai lavoratori si stanno offrendo solo debiti”.
Al momento il pallino del gioco resta nelle mani di Giancarlo d’Andrea, amministratore straordinario di Tirrenia, che avrà 180 giorni per trovare nuovi acquirenti visto che adesso la compagnia rientra a pieno titolo nella procedura straordinaria prevista dalla legge Marzano.
Una situazione di precario equilibrio dal momento che la Uil Trasporti, sul piede di guerra da diverso tempo data l’assenza di una strategia chiara da parte del governo e visto il rischio concreto di una rimodulazione del personale in servizio in termini di stipendi e unità operative, ha confermato lo sciopero di 48 ore del 30 e 31 agosto, mettendo a rischio la partenza di 15-20 passeggeri, rendendosi quindi potenzialmente disposta anche a violare la precettazione.
Il ministro Altero Matteoli ha chiesto un differimento dello sciopero nella speranza di salvare il salvabile e poi presentarsi giorno 6 settembre al tavolo di confronto con i sindacati con qualcosa di concreto, non avendo infatti accettato l’invito della Uil di fissare un incontro prima dello sciopero.
Dalla Sardegna giunge l’appello del deputato Pdl Mauro Pili che chiede di vietare lo sciopero e di affiancare altre compagnie per coprire la tratta che collega l’Isola al continente in quei due giorni caldissimi.
Allo stato dei fatti, il ministro prende tempo perché la situazione è sempre più nebulosa. Come più volte ribadito da questo giornale la Regione siciliana è stata “fortunata” ad aver assistito all’annullamento della gara da parte di Fintecna che inizialmente aveva visto assegnare la compagnia alla Mediterranea holding, di cui è azionista di maggioranza con il 36% delle quote.
Le casse regionali non avrebbero infatti retto un ulteriore impatto con una compagnia in seria difficoltà economica, trovandosi nella condizione di dover coprire circa 200  dei 520 milioni di debiti accollati al compratore. In tutto, il debito complessivo è di 646 milioni di euro.
Tuttavia, nonostante questo potenziale suicidio per la casse isolane e sebbene all’interno della compagine guidata dalla Regione si siano presentati dei dissidi tra alcuni big come Tomasos e Lauro, la Mediterranea holding resta ancora in campo assieme alla Moby di Vincenzo Onorato, eventualmente disposto a prendere solo Tirrenia.
Il 31 agosto prossimo è stata convocata l’assemblea dei soci per l’aumento di capitale della holding della Regione, così da lanciare l’ennesimo assalto alla compagnia con una proposta di acquisto di tutti gli asset di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar, garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e “nel rispetto rigoroso di tutti i servizi, in particolar modo di quelli che fruiscono delle sovvenzioni statali”. A questo punto la “soluzione Alitalia”, secondo il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, sembra prendere piede suggerendo la vendita delle parti buone e il tanto aborrito spezzatino, che i sindacati hanno da sempre osteggiato. Matteoli, che giorni fa si era opposto a qualsiasi idea di spezzare le vendita delle controllate regionali, adesso non prende posizione e anticipa già l’idea di un eventuale accordo con l’Europa per posticipare le concessioni e la gara anche oltre il limite imposto di settembre.

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