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Catania – Il Comune contro l’abusivismo ma soltanto nel centro storico

Melania Tanteri

Catania – Il Comune contro l’abusivismo ma soltanto nel centro storico

giovedì 26 Agosto 2010

La stretta sul fenomeno voluta dall’amministrazione si è concentrata esclusivamente su alcune zone. I commercianti irregolari hanno vita facile nei quartieri periferici della città

CATANIA – Tra le priorità della Giunta di Raffaele Stancanelli, la lotta all’abusivismo commerciale sembra fermarsi al centro città. Le azioni messe in campo dall’amministrazione e presentate dal sindaco e dall’assessore alle Attività produttive, Franz Cannizzo, sembrano infatti avere avuto qualche effetto solo all’interno dei mercati storici, quello di piazza Carlo Alberto e la Pescheria, e lungo le vie adiacenti al corso Sicilia. Poco o niente, però, sembra essere stato fatto nei quartieri periferici, dove la violazione delle regole è così diffusa da far pensare all’inesistenza delle stesse.
Un esempio eclatante dei due pesi e delle due misure utilizzate dall’amministrazione nel contrastare l’abusivismo commerciale, “tra le piaghe peggiori per l’economia cittadina” secondo il presidente della Camera di commercio, Pietro Agen, è rappresentato dal viale Mario Rapisardi, lunga arteria che dal centro porta al quartiere di Nesima, letteralmente occupata da banchi e bancarelle irrgolari. A ogni angolo, in ogni slargo o piazzetta è possibile acquistare di tutto, dal pesce alla frutta, dalle primizie ai cd pirata. E questo, nonostante il comando della Polizia municipale si trovi a poche centinaia di metri.
Stesso identico discorso potrebbe farsi per i mercati rionali settimanali, la maggioranza dei quali sono solo parzialmente regolari: il mercato del giovedì a Nesima, in piazza Eroi di Ungheria, per esempio, risulta essere per metà abusivo eppure, nonostante la cosa sia nota, nessuno si occupa di ripristinare la legalità, nemmeno un vigile urbano.
I numeri del corpo, certo, sono quello che sono, e, con un organico ridotto di quasi la metà, è difficile intervenire in ogni zona della città, in ogni quartiere e in ogni via o viuzza. Vero è anche, però, che esistono alcune zone dove il controllo e gli interventi di repressione contro il commercio abusivo, sono pressochè inesistenti.
Un altro esempio eclatante è il quartiere di San Giovanni Galermo, la cui via principale è costellata da bancarelle di ogni tipo che, oltre a violare la legge e mortificare il piccolo commercio locale, creano seri problemi alla circolazione.
“L’abusivismo commerciale – afferma Giovanni Giardina, vicepresidente della quinta municipalità – è una piaga, ormai parte integrante del quartiere. Ogni angolo è occupato dalle bancarelle che vendono, in particolare, frutta e verdura danneggiando fino a farli chiudere i fruttivendoli provvisti di regolare licenza. E tutto senza che nessuno intervenga, perché non ci sono vigili e pattuglie”.
Quelle che ci sono, in ogni caso, sono impegnate a presidiare i luoghi “in” della città, il centro e soprattutto il lungomare, passeggiata interrotta dal proliferare degli abusivi, specialmente in estate. Qui, la Polizia municipale sta intervenendo regolarmente, sia di giorno che di notte, ma sono in tanti i commercianti dei quartieri periferici a chiedere lo stesso trattamento e a domandarsi perché l’assessore Cannizzo parli di regole (ha recentemente dichiarato alla stampa che “Le regole esistono per essere rispettate. La nostra città ha bisogno di fare proprio questo concetto per potere rinascere”), limitando il discorso solo a una parte della città.

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