Il conto economico 16 mesi dopo, la Regione spreca tempo e carta - QdS

Il conto economico 16 mesi dopo, la Regione spreca tempo e carta

Massimo Mobilia

Il conto economico 16 mesi dopo, la Regione spreca tempo e carta

venerdì 27 Agosto 2010

Pubblicati sulla Gurs del 6 agosto scorso il riassunto del Tesoro e il Bilancio, aggiornati al 31 marzo 2009. Inutile fare adesso valutazioni economiche sui primi tre mesi dello scorso anno

PALERMO – Il 31 marzo del 2009 il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, doveva respingere già allora gli assalti alla sua successione e dichiarava di sentirsi imbrigliato da “lacci istituzionali” che gli impedivano di governare come avrebbe voluto. Quello stesso giorno, l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, volava negli Stati Uniti per raggiungere l’accordo con Chrysler auspicato da Obama e, mentre in Israele il premier Netanyahu dava vita al nuovo governo, Papa Benedetto XVI lanciava l’appello per liberare Eugenio Vagni, il volontario della Croce Rossa sequestrato nelle Filippine.
In Italia e nel mondo succedeva tutto questo. In Sicilia, invece, accadeva che l’amministrazione regionale chiudeva il conto economico dei primi tre mesi del 2009, elaborato dall’assessorato del Bilancio e delle Finanze (come si chiamava allora). Ma per poter prendere visione di questo documento e consultarlo pubblicamente è dovuto passare più di un anno, anzi, per l’esattezza più di 16 mesi, ovvero 493 giorni.
Il “Conto riassuntivo del Tesoro” e la “Situazione del Bilancio della Regione”, aggiornati al 31 marzo 2009 e sottoscritti dal Ragioniere generale della Regione, Vincenzo Emanuele, sono stati infatti pubblicati solo qualche settimana fa, sul Supplemento straordinario della Gazzetta ufficiale della Regione siciliana n. 35 del 6 agosto 2010. Peccato, però, che nel frattempo, sulle poltrone di Palazzo d’Orleans si sono succedute ben tre Giunte regionali, con altrettanti movimenti di assessori e diversi spostamenti tra i dirigenti.
Balza così evidente l’assurdità: a chi o a che cosa serve pubblicare adesso, a distanza di così tanto tempo, il conto economico regionale di inizio 2009? Non c’è dubbio che si tratta di una pubblicazione assolutamente inutile, servita forse solo a sprecare carta, visto anche la consistenza del documento che è stato elaborato in 96 pagine. Splendido esempio dei tempi biblici della burocrazia nostrana.
Al suo interno possiamo, ad esempio, leggere che “aquei tempi”, gli incassi della Regione ammontavano a 3 miliardi e 190 milioni di euro, mentre i pagamenti a 3 miliardi e 584 milioni, con una differenza quindi di quasi 400 milioni, che però veniva appianata dalla gestione di tesoreria, che permetteva di arrivare ad un totale a pareggio di 7 miliardi e 604 milioni di euro. Mentre, per quanto riguardava la situazione del bilancio, entrate e spese erano appaiate a 62 miliardi e 305 milioni di euro. Questo, in sintesi, il contenuto di quel conto economico.
Bene, ma a che serve produrre questo documento adesso? È forse possibile, a distanza di 16 mesi, poter rimediare ad eventuali discrepanze contenute tra i capitoli di bilancio, o trarne valutazioni, negative o positive, per adottare nuove linee di indirizzo economico e finanziario?
Ci sembra un’operazione fin troppo ardua, anche perché nel frattempo, rispetto a quello che, come abbiamo visto in apertura, accadeva nel marzo del 2009, il mondo è cambiato e con esso anche la Sicilia, che si trova a fare i conti oggi, più di un anno fa, con gli aspetti maggiormente duri della crisi economica, mentre la politica regionale rimane impanata su una maggioranza che si regge sul filo di lana e il governatore Lombardo tratta con tutti i partiti, per cercare di evitare le urne, formando quello che sarebbe il quarto governo in due anni.
A questo punto, un conto riassuntivo aggiornato al 31 marzo del 2009, ma pubblicato 16 mesi dopo, non può che esser considerato carta straccia.

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