Mediterranea H., la Regione si defila - QdS

Mediterranea H., la Regione si defila

Rosario Battiato

Mediterranea H., la Regione si defila

giovedì 02 Settembre 2010

Dopo avere aumentato il capitale sociale, la Spa conferma l’intenzione di acquisire tutta la compagnia di navigazione. Il presidente: “A noi basta anche lo 0,1% delle azioni, ma Tirrenia deve essere nostra”

PALERMO – Mediterranea holding mantiene la rotta verso Tirrenia, ma dovrebbe arrivarci in assetto diverso. L’assemblea della cordata di imprenditori guidati dalla Regione siciliana (37%) ha dato martedì l’ok all’aumento di capitale dagli attuali 10 sino a 25 milioni di euro e si è aggiornata al 10 settembre per la sottoscrizione.
Ma il secondo socio, con il 30,5%, l’armatore di TTT Lines Alexandros Tomasos, che è anche a.d. di Mediterranea, ha annunciato che si sfila: “troppe incertezze”. E, ha aggiunto, “si tira fuori anche Nicola Coccia (3%)”, ex presidente di Confitarma (associazione degli armatori). La Regione non ha sottoscritto l’aumento di capitale, ha spiegato il presidente Raffaele Lombardo sul proprio blog, “a noi basta lo 0,1%” confermando l’interesse per l’acquisizione di Tirrenia e della controllata siciliana Siremar, ribadendo il rifiuto a prendere quest’ultima a titolo gratuito come hanno fatto la Toscana per Toremar, la Sardegna per Saremar e la Campania per Caremar.
Ma per imprenditori che se ne vanno ci sarebbero “soci finanziari” che potrebbero subentrare. Ma, ha fatto notare Tomasos, con l’uscita di due armatori “vengono a mancare i soci industriali” e la cordata cambia fisionomia. Il presidente di Mediterranea, Salvatore Lauro, ha detto che “sono più di due i fondi di private equity interessati e che vogliono avere la maggioranza” per cui l’aumento di capitale “viene lasciato a nuovi soci che rileveranno anche parte delle quote detenute oggi da altri soci”. L’assemblea ha affrontato “il rafforzamento della compagine societaria” e ha valutato “l’opportunità di ingresso di soci finanziari, che a breve può determinarsi”. Lombardo favorisce “l’ingresso di un gruppo di dipendenti che vogliono entrare, di qualche armatore delle isole minori della stessa Sicilia e di altri imprenditori, alcuni di Catania, che intendono sottoscrivere una parte di questo capitale e anche altri nomi”. Quanto alla fuoriuscita di alcuni soci, “credo non avessero versato né il 30% e neppure il 10% del capitale” ha osservato il presidente della Sicilia secondo cui “con la sostituzione di questi soci la Mediterranea Holding avrà le idee più chiare e potrà procedere più speditamente”.
Fra i nuovi soci, ci sarebbero il gruppo della famiglia Franza che gestisce i collegamenti nello Stretto di Messina da cui, al momento, è arrivato un “no comment”, e un consorzio di lavoratori Tirrenia disponibili a investire parte del proprio tfr. Secondo Tomasos, fra le voci più attendibili c’é quella dell’interesse di società di autotrasporto mentre gli altri attuali soci (Lauro, Isolemar e Busi-Ferruzzi) si sono impegnati a rilevare “le nostre quote”.
L’assemblea ha ribadito “la ferma volontà di perseguire l’acquisizione del gruppo Tirrenia partendo dall’offerta formulata al commissario straordinario” Giancarlo D’Andrea “e prodotta fin dal 9 agosto scorso” che è di 75 milioni, ha confermato Lauro. La nuova offerta prevede un impegno finanziario maggiore e tiene conto dello stato d’insolvenza di Tirrenia, per cui l’investimento esclude il debito di circa 650 milioni di euro che grava sulla compagnia.
Infine, secondo quanto trapelato da ambienti della società, Mediterranea holding non ha presentato ricorso contro l’annullamento della gara di privatizzazione di Tirrenia da parte di Fintecna anche se non è escluso che lo faccia.

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