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Messina – Giampilieri, “i lavori invisibili” indispensabili per la sicurezza

Francesco Torre

Messina – Giampilieri, “i lavori invisibili” indispensabili per la sicurezza

venerdì 03 Settembre 2010

Il punto degli interventi dopo l’alluvione. Le opere in corso di realizzazione e le zone ancora inaccessibili. Ricognizione insieme all’ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca

Messina – “Quello che l’opinione pubblica fa fatica a comprendere è il carattere direi quasi rivoluzionario degli interventi che stiamo progettando ed effettuando a Giampilieri e in tutte le aree alluvionate della zona sud”.
Primo pomeriggio assolato, assolatissimo, di un martedì agostano. Con l’Ing. Capo del Genio Civile Gaetano Sciacca ci inerpichiamo verso Giampilieri Superiore. Mentre parla lo osservo: è ancora meno abbronzato di me, ed io a mare ci sono andato solo tre volte quest’estate. In Sicilia, la gente che lavora nei mesi caldi si riconosce così.
“Per la prima volta in assoluto sul nostro territorio,  si sta intervenendo in modo organico, strutturale, di sistema, individuando i punti nevralgici della messa in sicurezza, progettando aree di raccolta e canali di deflusso e costruendo una rete di salvaguardia idrogeologica per tutto il versante che potrà essere di garanzia per sempre”.
Ci crede, Sciacca, ci ha sempre creduto. Fin da quando aveva promesso, già nell’ottobre scorso, che al termine dei lavori sarebbe stato il primo ad acquistare una casa a Giampilieri. “E se la comprerà pure lei”, mi aveva proposto con ottimismo. Ci penso e accenno un sorriso, mentre ascolto il suo tono orgoglioso in attesa di fare un sopralluogo nei cantieri della sicurezza. Dopo quasi 11 mesi dall’alluvione. E un mese prima dell’autunno, e delle nuove piogge.
“Fare bene è ancora più importante che fare presto, e questo la gente di qui l’ha capito, e infatti ci accoglie sempre benissimo. Vuole fare la prova? Si fermi qui”.
Poco sopra la scuola intitolata a Simone Neri c’è un chioschetto improvvisato, unico luogo di aggregazione rimasto in un villaggio fantasma che sulla mappa dell’emergenza è definito quasi per intero “zona rossa”. Attorno un po’ di gente, classico gruppetto di amici che discute di argomenti d’importanza vitale come il calciomercato e il superenalotto. Alla vista di Sciacca, però, il clan si mobilita e subito strette di mano, saluti affettuosi e naturalmente: “Ingegnere, cosa le possiamo offrire? Una birra fredda? Con questo caldo ci vuole”. Rispetto e riconoscenza. E poi informazioni: sugli interventi, sui tempi, sulle case. Sciacca invita tutti a visitare i cantieri nelle montagne, proprio come stiamo per fare noi dopo il sopralluogo ai due interventi in località Santa Margherita e Torrente Lumbri. Dal chiosco, intanto, qualcuno nota un focolaio d’incendio sul versante collinare che sovrasta il paese, proprio accanto a dove si stanno per sistemare alcune protezioni in metallo. è il caso di sbrigarsi. Finiamo di bere la birra e ci avviamo, dopo gli ultimi calorosi saluti. “Ingegnere mi raccomando”, dice a Sciacca un anziano. Fiducia da una parte, senso di responsabilità dall’altra. Una stretta di mano che sancisce un patto sociale. Verrà rispettato?
Gli “interventi invisibili”, li chiama Sciacca mostrandoci i lavori eseguiti a Santa Margherita sul Torrente Runci (886 mila euro il costo) e sulla strada che porta a Giampilieri Superiore (499 mila euro) in corrispondenza del Torrente Lumbri. Nel primo caso, dove prima c’era un tubo di 1 metro di diametro a far defluire acqua e detriti dalla statale al mare, adesso ci potrà entrare anche un bobcat. Gli operai sono al lavoro e la galleria verrà terminata ad ottobre. Stessi tempi anche per il secondo cantiere, ancora più strategico in quanto servirà a raddoppiare la capacità di deflusso delle acque proprio nella galleria che – intasatasi per il fango durante l’alluvione del 1° ottobre – ha impedito per un giorno di far arrivare aiuti e soccorsi a Giampilieri.
Una seconda galleria sotterranea, infatti, verrà creata proprio sotto la ferrovia per portare acqua e fango fino alla riva. Caustico Sciacca: “La politica non avrebbe mai fatto opere del genere perché non danno alcuna visibilità, ma sono queste che garantiscono la sicurezza”.

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