“Auto più inquinanti degli aerei” le città siciliane ne sanno qualcosa - QdS

“Auto più inquinanti degli aerei” le città siciliane ne sanno qualcosa

Rosario Battiato

“Auto più inquinanti degli aerei” le città siciliane ne sanno qualcosa

martedì 07 Settembre 2010

I risultati di uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology. Emissioni di anidride carbonica, nell’Isola il settore incide per il 29% del totale

PALERMO – Il futuro della mobilità sostenibile non prevede l’utilizzo di automobili. Le grandi città europee privilegiano ormai un servizio di trasporto pubblico efficiente e all’avanguardia, dotato di approvvigionamento energetico da fonte rinnovabile, anche perché le auto, oltre che creare congestionamenti al traffico, sono tra le principali cause dell’inquinamento atmosferico.
Secondo uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, le auto sono più nocive degli aerei per la nostra salute. “Gli spostamenti in macchina emettono una quantità di biossido di carbonio per passeggero-chilometro più alta rispetto ai viaggi in aereo – ha spiegato Jens Borken-Kleefeld, uno dei ricercatori che hanno partecipato allo studio – . Dal momento che il biossido di carbonio rimane più a lungo nell’atmosfera rispetto ad altri gas, le auto hanno un impatto, sul lungo termine, più nocivo”. Le navi restano tuttavia le più oneste amiche dell’ambiente – provocano un surriscaldamento di 25 volte inferiore sul lungo termine rispetto ad auto e aerei – oltre che essere responsabili nel breve periodo dell’abbassamento delle temperature.
Questi risultati non possono certamente far crescere il sorriso in casa Sicilia, una terra dove il flusso automobilistico condiziona pesantemente le condizioni di vivibilità dei grossi centri urbani. Sulla presenza del particolato l’Unione Europea ha bacchettato più volte le città isolane minacciando multe salatissime data l’assenza di misure precauzionali intraprese dalle amministrazioni locali. I servizi pubblici latitano straziati dalla crisi economica, dal calo di passeggeri e mantenuti in vita dai contributi regionali, ma anche la loro esistenza, dato il vetusto parco autobus, non appare in sintonia con una gestione ambientale equilibrata.
Secondo il rapporto Enea 2010 sulle emissioni di anidride carbonica, aggiornato al 2006, il settore dei trasporti ha inciso in Sicilia per il 29% del totale, producendo una quota di 8.788 kt. Ma l’incubo dei nostri polmoni sono le polveri fini, ossia il particolato PM10, l’insieme delle particelle di diametro inferiore a 10 micron, cioè meno di un centesimo di millimetro. Si tratta di una polvere inalabile in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore, naso e laringe.
Il “Rapporto Osservasalute Aree Metropolitane 2010”, uno degli ultimi dossier in merito, ha fotografato il fenomeno pubblicando i dati del 2008. L’area metropolitana di Palermo ha oltrepassato il numero massimo di giorni di superamento del limite previsto per il PM10 (la normativa prevede che il valore limite giornaliero pari a 50 µg/metricubi per 35 giorni l’anno) arrivando a 69 giorni annui, andando oltre la media nazionale, che è stata pari a 61 giorni.
Migliora la situazione sul fronte catanese che ottiene un buon risultato per la qualità dell’aria: 45 giorni annui di superamento del limite giornaliero, oltre il limite consentito di 35 giorni, ma inferiore alla media nazionale, che è di 61 giorni.

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