Sulle coste scontro ambientalisti-Comune, il litorale a serio rischio cementificazione - QdS

Sulle coste scontro ambientalisti-Comune, il litorale a serio rischio cementificazione

Luca Insalaco

Sulle coste scontro ambientalisti-Comune, il litorale a serio rischio cementificazione

mercoledì 08 Settembre 2010

Lampedusa. La tutela del paesaggio e gli interessi economici.
Isola dei Conigli. Uno dei luoghi più suggestivi della zona e fra quelli più discussi. Da qui la diatriba che ha anche prodotto un ricorso al Tar nei confronti dell’amministrazione De Rubeis.
L’episodio. Qualche giorno fa sette lidi sono stati posti sotto sequestro. L’intervento del Comune, che ha parlato di “leggerezza”, ha però riportato tutto alla normalità.

LAMPEDUSA (AG) – Solo qualche settimana fa il Wwf ha denunciato lo scandalo delle concessioni facili e spesso irregolari rilasciate agli stabilimenti balneari. Concessioni peraltro poco lucrative per le casse dello Stato, ma che hanno un impatto devastante sull’ambiente. E la spiaggia libera nel nostro Paese è sempre più un miraggio.
Anche a Lampedusa, ultima frontiera a sud d’Europa, l’estate è stata connotata dalle polemiche legate alla fruizione delle spiagge. Lidi tanto incontaminati quanto poco estesi, ma che negli ultimi anni hanno visto un boom di ombrelloni e sdraio in affitto.
Il caso emblematico è l’Isola dei Conigli, punta di diamante della Riserva naturale orientata “Isola di Lampedusa”. La spiaggia, che nulla ha da invidiare ai paradisi maldiviani e che è stata inserita da Legambiente tra le dieci più belle d’Italia, in questi giorni è stata al centro di un duro scontro tra l’amministrazione comunale lampedusana e, appunto, Legambiente, dopo l’affidamento della spiaggia a un privato, per la durata di sei anni, del servizio di noleggio ombrelloni e bar.
“Un’operazione che favorisce l’occupazione abusiva del demanio, portata avanti dal sindaco senza il necessario accordo con l’ente gestore della Riserva e con la Regione, che a maggio ha chiesto la revoca della procedura”, ha dichiarato l’associazione ambientalista. Legambiente, quindi, ritenendo illegittimo il contratto di affidamento, si è rivolta al Tar Sicilia, che il 21 luglio scorso ne ha sospeso l’efficacia. “Nonostante quest’ordinanza – ha denunciato Legambiente – e le disposizioni della Regione, la situazione perdura. Decine di migliaia di euro sono così sottratte alle casse della Regione a favore di un privato che, con pochi euro e con una procedura contestata, si è aggiudicato il rilevante introito”. Introiti che – precisa l’associazione – non vengono destinati alla conservazione del luogo come prevede la legge regionale. Da qui il blitz dell’associazione che, a cavallo di Ferragosto, in segno di protesta, ha distribuito ai bagnanti gli “ombrelloni della legalità”. Un modo – ha detto Gianfranco Zanna, della segreteria di Legambiente Sicilia – per “affermare che l’uso economico dei siti naturali e dei beni pubblici deve essere regolamentato e controllato, e anche per lanciare un forte grido d’allarme per lo stato in cui versano le altre spiagge e cale dell’isola. La Spiaggia dei Conigli è oggi un esempio virtuoso di fruizione da applicare nel resto del territorio. Paradossalmente, il Comune la considera un’anomalia e addirittura una minaccia in un’isola dove le altre spiagge vengono privatizzate e manomesse, in spregio dei vincoli di tutela”. Il caso è finito anche sul tavolo del Ministro dell’Ambiente dopo l’interrogazione presentata dal senatore del Pd, Francesco Ferrante.
Il sindaco delle Pelagie, Dino De Rubeis, dal canto suo, ha accusato a sua volta l’associazione di aver illegalmente distribuito gli ombrelloni e invitato tutti “a godersi il mese di agosto”. Nella polemica è scesa in campo anche Angela Maraventano, vicesindaco delle Pelagie nonché senatrice della Lega Nord, la quale ha smentito che ci siano stati “allentamenti sui vincoli demaniali e ambientali” da parte dell’amministrazione e si è detta favorevole a togliere il “monopolio” della gestione della Riserva a Legambiente, aprendola ad altre associazioni. La Maraventano ha anche lanciato la proposta di costruire una funivia per raggiungere la spiaggia scelta dalla tartarughe Caretta Caretta per la deposizione delle uova.  Un’idea che non ha suscitato molti consensi.
Con il blitz compiuto all’Isola dei Conigli, come detto, Legambiente ha voluto denunciare l’analoga situazione presente anche nelle altre spiagge.  Circa un mese fa, infatti, nel mirino delle forze dell’ordine sono finiti sette lidi, posti sotto sequestro per mancanza di autorizzazioni o per violazioni edilizie (in alcuni lidi erano state avviate attività di ristorazione, di bar o di pub). L’amministrazione comunale, a quel punto, si è attivata presso la Sovrintendenza di Agrigento per ottenere i certificati di compatibilità paesaggistica e gli stabilimenti hanno ripreso a pieno ritmo le attività. “Quando c’è buona volontà anche le leggi farraginose e i regolamenti difficili si possono superare” è stato il commento del sindaco De Rubeis, che ha assicurato l’impegno degli operatori turistici a evitare in futuro qualsiasi tipo di “leggerezza”.
Vanno annoverate tra le leggerezze gli sbancamenti delle coste per affittare ombrelloni e sdraio (nella foto, si vede uno scoglio debitamente forato e cementificato per piazzarvi un ombrellone). Che dire poi delle porzioni di spiaggia libera? I “famosi” 5 metri dalla battigia come zona franca per i bagnanti, ad occhio, non parrebbero essere sempre essere concessi.
Le coste, insomma, sono sotto attacco, tra villette abusive con vista sul mare, diportisti che tentano di avvicinarsi alle spiagge, accampamenti improvvisati sulle scogliere e sbancamenti delle calette per impiantare chioschi e lettini. Un mare di lavoro per le forze dell’ordine.

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