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Catania – Bellini: il teatro delle polemiche attende il nuovo commissario

Antonio Borzi

Catania – Bellini: il teatro delle polemiche attende il nuovo commissario

venerdì 17 Settembre 2010

Favorita la Cinquegrana: ma sull’ente potrebbe giocare un ruolo la formazione del Lombardo quater. L’uscente Annamaria Cancellieri lascia vuoto un “trono” che ha tanti pretendenti

CATANIA – Se si dovesse scegliere una musica per i giorni che sta vivendo il Teatro Massimo Bellini di Catania si dovrebbe sicuramente optare per la Cavalcata delle valchirie di Wagner. Infatti i nomi che si susseguono per prendere il posto dell’ormai uscente commissario Anna Maria Cancellieri sono differenti e ognuno nasconde il proprio retroscena pieno di conflitti.
 
L’ex prefetto di Catania ormai svolge due cariche difficilmente concilianti come quelle di commissario al comune di Bologna e nell’ente artistico catanese. Una condizione dovuta ad una lunga serie di prolungamenti della vicenda nel post Fiumefreddo. Infatti l’avvocato alla guida dell’ente lirico non ha avuto affatto vita facile con l’aperta contestazione dei lavoratori del Bellini che aprì uno scontro frontale nei confronti di Fiumefreddo che, dopo un’iniziale resistenza, dovette cedere e dimettersi dalla carica. Ma nemmeno la storia delle sue dimissioni fu una storia esente da travagli. Infatti ben 4 volte l’ex sovrintendente Antonio Fiumefreddo diede le dimissioni che, per esempio, il 23 febbraio furono accettate dal sindaco di Catania, e presidente del Bellini, Raffaele Stancanelli ma che ricevettero lo stop da parte del presidente della regione Raffaele Lombardo. Insomma anche al Bellini in modo più o meno esplicito si giocò la partita dell’Mpa contro il Pdl che tanto clamore ha suscitato e susciterà nel quadro politico regionale. A succedergli, all’inizio per far calmare le acque per un breve periodo, era stata proprio Anna Maria Cancellieri che non aveva fatto mancare anche dichiarazioni di fuoco nei confronti dell’ex sovrintendente in quota Mpa “Lui – aveva dichiarato la Cancellieri – deve avere il buonsenso di andare via, perché fra l’altro sta buttando fango su tutto questo teatro”.
Da quel momento a suon di proroghe e riconferme ancora Anna Maria Cancellieri si trova al timone di un Teatro che avrebbe bisogno di una conduzione stabile e di un condottiero esclusivamente impegnato nella sua gestione. In quest’ultime settimane sembra proprio che l’aria stia cambiando e spuntano i primi nomi su chi potrebbe succedere alla Cancellieri.
Annunciata in pompa magna dal sindaco di Catania la candidatura di Rita Cinquegrana. L’attuale assessore alla Scuola e al Turismo della Giunta tecnica etnea andrebbe a colmare il vuoto al Bellini lasciandone però un altro nell’organico dell’amministrazione Stancanelli. Tutti la danno come sicura vincente. Ma noi, consentiteci l’ardire, non riteniamo tanto scontata la vittoria di Rita Cinquegrana. Per il semplice motivo che vede come fondamentale nell’elezione del sovrintendente il ruolo del Mpa. E in questi momenti di travaglio per il quasi nascituro Lombardo quater qualcuno potrebbe essere escluso dalla nuova giunta. Parliamo di quel Nino Strano che potrebbe arrivare alla guida dell’ente. Per due semplici ragioni. La prima per rispettare quel rito tutto siciliano che vede negli epurati di Giunta un rapido reimpiego in altre mansioni. La seconda per fare in modo, da parte di Lombardo, d’accontentare quei finiani che potrebbero rivelarsi ago della bilancia fondamentale nel suo nuovo governo. Per Strano però si è anche parlato di un posto alle guida di Taormina Arte. Altro nome che circola per la poltrona del Bellini sarebbe quello di Gianni Gualberto attualmente impegnato al Sangiorgi.
Insomma in qualsiasi modo vada sembra proprio che la carica del Bellini di Catania non abbia soltanto un valore prettamente artistico ma ricopra anche un valore politico non indifferente. Per questo motivo potrebbero esserci improvvisi colpi di scena. La Cavalcata delle Valchirie infatti nella sua straordinaria bellezza si presta ad essere usata come colonna sonora di molti film di guerra. E non si potrebbe definire in altro modo quella che si sta consumando nel palcoscenico politico siciliano e dietro le quinte del teatro etneo.

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