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Catania – Megadiscarica vicino al cimitero, tra inciviltà e controlli inesistenti

Antonio Borzi

Catania – Megadiscarica vicino al cimitero, tra inciviltà e controlli inesistenti

giovedì 30 Settembre 2010

Assediato dall’immondizia anche il torrente che scorre lungo il perimetro del camposanto. I cittadini scaricano di tutto, favoriti dalla scarsa presenza dei vigili sul territorio

CATANIA – Gli scarsi controlli sul territorio da parte della Polizia municipale e l’inciviltà di alcuni catanesi rappresentano un mix dal sicuro successo per gli scempi che deturpano il capoluogo etneo. Uno di questi rappresenta anche un’autentica bomba igienico-sanitaria, pronta a esplodere a pochi metri dal centro abitato. Parliamo dell’ennesima discarica a cielo aperto, vicina al cimitero cittadino.
Una massa di rifiuti a dir poco ingente che invade la sede stradale con materiale di risulta dei vari cantieri edili cittadini – mattoni, mattonelle rotte e molto altro. Ci sono anche dei mobili che hanno trovato la propria “casa” nella discarica autogestita dai catanesi. Poltrone, divani, televisori e vari elettrodomestici. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E come se non bastasse non poteva mancare il solito eternit, che ricorda come per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi la strada da percorrere sia ancora molto lunga. La pericolosità del tutto è anche aumentata dalle sterpaglie che dominano sovrane attorno alla discarica abusiva. Essendo la zona a poche centinaia di metri dal centro abitato, vien da sé che, in caso di incendio, l’incolumità dei cittadini della zona sia seriamente minacciata.
Ma il piatto forte è nel torrente che scorre lungo il perimetro del cimitero. Lungo il corso d’acqua, infatti, si ripete tutto quello che vi è a pochi metri di distanza, nella stradina. In questo caso il tutto però è amplificato dall’assurdità delle scene a cui si può assistere: elettrodomestici vari ricordano come le acque siano notevolmente inquinate, ma non ci si ferma qui. Lo scempio e la scena appare sconcertante quando si nota che nel corso del torrente perfino il telaio di una Fiat 500. Fra la vegetazione infatti si staglia la scocca della macchina Fiat di nuova generazione. Come se quello fosse il suo habitat naturale.
Inutile dire che l’intero perimetro è avvolto da un odore insopportabile, che non consente di stare a lungo nella zona. Ma si devono anche accendere i riflettori sul fatto che, intasandone il corso e essendo in prossimità dell’aumento delle piogge, il pericolo di esondamento delle acque aumenta notevolmente.
Se si alzano di poco gli occhi si notano le cappelle del cimitero che ricordano come in quella zona dovrebbe regnare la calma e la civiltà. Mentre invece a pochi metri dal luogo dove si va per commemorare i propri cari si scarica di tutto nell’ennesima zona franca di una città che, soprattutto nelle periferie, sembra andare in una lenta ma inesorabile putrefazione. Serve più civiltà e servono controlli costanti.

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