Per una vita domestica funzionale e sostenibile - QdS

Per una vita domestica funzionale e sostenibile

Monica Basile

Per una vita domestica funzionale e sostenibile

sabato 02 Ottobre 2010

Forum con Roberto Monti, amministratore delegato di Ikea Italia Retail

Ikea è presente in Italia da molti anni: quale è la vostra storia e la vostra mission?
“Ikea è presente in Italia dagli anni ‘70 con l’attività produttiva mentre l’attività commerciale è iniziata solo successivamente nel 1989 con il negozio di Cinisello Balsamo, successivamente chiuso per l’apertura del punto vendita di Carugate. Come mercato l’Italia è molto importante in quanto è un paese con 60 milioni di abitanti ben distribuiti e con grandi centri che permettono di poter creare questo tipo di strutture che hanno bisogno di centri di dimensione medio grandi. Il consumo e la media di spesa per l’arredamento è molto alto anche se molto diversificato tra Nord e Sud e questo ha comportato anche delle diverse fasi di crescita nel territorio. Nella prima fase ci si è concentrati nelle grandi città del Nord con due negozi a Milano, uno a Torino e uno a Brescia. A partire dal 1997 sono stati aperti i negozi di Bologna, Genova, Roma e Firenze, mentre nella terza fase, negli ultimi 5 anni, si è passati da 7 negozi agli attuali 18 negozi con una media espansiva di 2 punti vendita all’anno.
La mission di Ikea è molto legata alla sua storia ed il fatto che sia partita dalle foreste della Svezia del sud per diventare un retailer importante in 40 nazioni in tutto il mondo è un pò il filo conduttore della nostra filosofia. Riuscire a creare una vita migliore per la maggioranza delle persone, a dare loro la possibilità di avere una casa bella e funzionale che possa risponda alle esigenze soprattutto delle famiglie. Vogliamo essere vicini alle persone tramite i punti vendita, il sito, i vari canali per collegarsi all’Ikea. E all’interno di ciò avere prodotti rispondenti alle varie esigenze: essere quindi non generalisti ma multispecialisti a prezzi accessibili, secondo criteri di affidabilità e trasparenza. Dalla capacità imprenditoriale di un commerciante di mobili, Ingvar Kamprad, si è nel tempo trasformata una piccola entità in una grande azienda grazie all’esplorazione di nuove soluzioni: il design dei mobili, il montaggio fai da te, la comunicazione, l’uso di un catalogo e di uno spazio espositivo per raggiungere il maggior numero di persone possibile”.
La difesa del “made in Italy” è molto forte, come vi confrontate con le istituzioni e con la cultura italiana?
“Il mercato italiano rimane ancora altamente frammentato con l’80% concentrato in piccole entità molto eterogenee, più di 20.000, che non riescono a fare sistema ed a dare una vera risposta al consumatore. In una realtà come quella italiana non si arriverà mai giustamente ad una situazioni tipo l’Austria, con 4 grandi retailers, ma abbiamo colmato un gap e risposto ad uno specifico bisogno dei consumatori creando un modo di incontrare il mercato completamente  diverso. Il fatto che già negli anni ‘70 eravamo presenti con la produzione dimostra come da 40 anni abbiamo creato rapporti consolidati con alcuni imprenditori che hanno creduto nel nostro format, investendo e seguendo i nostri codici di condotta che nel lungo periodo hanno dimostrato il loro  valore aggiunto ed un reale aumento di competitività e di fatturati. L’arrivo di un punto vendita Ikea anche solo per le dimensioni ha senz’altro un impatto sul territorio in quanto diventa motivo di attrazione e sposta l’interesse su attività affini con un indotto molto elevato”.
Come si colloca l’Italia all’interno del gruppo?
“L’Italia rappresenta il 3° paese come produzione per tutto il gruppo Ikea ed il 4° come vendita. Si è chiuso l’esercizio 2009/2010 con un fatturato di 1.540 milioni di euro, pari al  +11% rispetto l’anno precedente. In Italia, Ikea compra più di quanto vende: infatti l’8% del volume degli acquisti del Gruppo nel mondo viene effettuato in Italia, mentre il mercato italiano copre solo il 7% del volume delle vendite di Ikea nel mondo. Negli ultimi 10 anni la produzione è aumentata di oltre 10 volte”.
 

 
A Catania apertura prevista a marzo 2011. I successi sono legati alla qualità del personale

Prima apertura di un negozio in Sicilia, quali sono gli steps che seguite in fase di nuova apertura?
“L’apertura è prevista per Marzo 2011 con una superficie di oltre 31.000 mq, nelle ultime settimane è stato già avviato il processo per la candidatura tramite il sito internet, in pochi giorni il numero di curricula arrivati hanno superato i 24.000. Un motivo del nostro successo è il controllo di tutta la filiera, ma soprattutto le persone. La cultura di un’azienda è fatta da queste, e noi ne abbiamo oltre 6.300 diretti ed oltre 1.800 generati dall’indotto. È grazie alla loro qualità che otteniamo i risultati, ed il nostro personale si identifica nella logica dell’Ikea.
Organizziamo numerosi corsi di formazione che contribuiscono a creare cultura aziendale. Se assumiamo 240 unità a Catania, non è il numero in se rilevante ma i motivi per i quali lo facciamo, costituiti da decisioni  assunte in precedenza, a prescindere dalla sopravvenienza di una congiuntura sfavorevole.
In tempi di crisi si deve programmare non per il breve ma per il medio-lungo periodo e sempre tenendo conto delle risorse finanziarie e della propria capacità di lavorare senza condizionamenti esterni. Per ridurre l’impatto ambientale ci sarà un impianto fotovoltaico con cui produrre parte del fabbisogno energetico ed il magazzino avrà una dimensione superiore per garantire un giusto stoccaggio visto che è un isola”.

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