Accesso al credito: più qualità nella scelta dei mediatori finanziari - QdS

Accesso al credito: più qualità nella scelta dei mediatori finanziari

Michele Giuliano

Accesso al credito: più qualità nella scelta dei mediatori finanziari

sabato 02 Ottobre 2010

Con l’avvento di nuove regole si bloccano i tentativi di speculazione ai danni dei consumatori. Riforma del titolo V del testo unico bancario ben vista dagli operatori del settore

PALERMO – Più garanzia per il consumatore finale e anche per l’impresa. Dalla Sicilia viene vista in un’ottica di assoluto vantaggio per il mercato la riforma del titolo V del Testo unico bancario che sancisce un rafforzamento delle professionalità per diventare mediatori creditizi, figure che in pratica fanno da tramite tra l’istituto di credito e per l’appunto il consumatore.
Dalla Sicilia si vede con grande favore questa ventata di novità: “è stato sancito – afferma Bartolo Mililli, amministratore delegato di Confeserfidi Sicilia – l’innalzamento del requisito dei livelli di professionalità dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziarie. In questo modo sono stati rafforzati i controlli per l’ammissione all’esercizio delle attività e introducendo anche organismi di autoregolamentazione. La riforma del Titolo V del Testo Unico Bancario va nella direzione giusta, colpisce gli improvvisati intermediari creditizi tutelando le imprese che per l’accesso al credito si rivolgono agli intermediari vigilati dalla Banca d’Italia o dagli organismi di regolamentazione”.
In pratica con queste novità legislative si è voluto assicurare al consumatore finale, sia esso privato o impresa, di ottenere finanziamenti dopo aver avuto una consulenza seria e professionale. In passato non sono stati pochi i casi di truffe, l’ultimo dei quali segnalato in provincia di Palermo a Misilmeri. Le nuove regole sono da salutare molto positivamente perché liberano il settore dai soggetti che hanno inquinato l’immagine e la reputazione di tutto il sistema creditizio e finanziario. “Negli ultimi anni – aggiunge Mililli – sono state numerosissime le segnalazioni di prassi scorrette da parte dei consumatori di prodotti finanziari all’Autorità di Vigilanza. In particolare è stato rilevato che la catena distributiva dei finanziamenti era molto lunga e costosa per i consumatori finali. Tale situazione era da addebitarsi alla presenza nel mercato di circa 250 mila agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi i cui adempimenti compliance erano molto alleggeriti”.
A richiedere un urgente riassetto del settore è stata la Banca d’Italia che a seguito dell’incorporazione dell’UIC (ufficio italiano dei cambi) si è ritrovata “in casa” queste numerosissime figure il cui accesso alla professione era demandata esclusivamente al possesso di un diploma di scuola media superiore e ad una fedina penale pulita, attestati tra l’altro da una semplice dichiarazione sostitutiva di notorietà. Ora ci sono le nuove regole. Importante  il fatto che il mediatore creditizio debba dimostrare di avere credenziali  specifiche come  l’onorabilità e la “professionalità” attestata attraverso il superamento di un apposito esame.  Viene vietata la contestuale iscrizione nell’elenco degli agenti in attività finanziaria e dei  mediatori creditizi. Viene introdotto l’obbligo di stipulare una apposita polizza assicurativa contro i danni che l’intermediario può arrecare durante lo svolgimento della sua attività. I requisiti sono un po’ più alleggeriti per le associazioni di categoria ma solo nel caso abbiano stipulato convenzioni con banche, intermediari finanziari vigilati e Confidi 107.
 

 
L’approfondimento. Le ragioni del riordino normativo
 
Il riordino normativo è dettata dal fatto che è in continua crescita il numero di operatori iscritti all’albo dei mediatori creditizi unitamente all’aumento di episodi di scarse professionalità e correttezza, che hanno ingenerato, sia tra i consumatori sia tra gli operatori, la consapevolezza che un intervento legislativo è ormai improrogabile. Fondamentale è comprendere come le nuove regole disegnino l’accesso al Ruolo Unico nazionale e alla stessa attività dei mediatori, con un occhio attento alle finalità che sono quelle di elevare il livello professionale degli operatori e di accentuarne l’autonomia rispetto al sistema bancario. Il nuovo impianto normativo mira a far sì che solo i soggetti realmente intenzionati a svolgere la professione di mediatore rimangano iscritti al Ruolo unico nazionale garantendo la possibilità alle migliaia di operatori seri presenti sul mercato di continuare a operare con maggiore tutela nei confronti della concorrenza “sleale” dei soggetti meno corretti e preparati. Per iscriversi al Ruolo sarà necessario possedere il diploma di scuola media superiore ed aver superato un apposito esame.

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