Regione: fondi Ue chiusi nel cassetto - QdS

Regione: fondi Ue chiusi nel cassetto

Massimo Mobilia

Regione: fondi Ue chiusi nel cassetto

sabato 02 Ottobre 2010

Sprechi. La Regione non sfrutta le risorse europee.
Ritardi. A tre anni dall’avvio della Programmazione 07/13 risultano ammessi ai pagamenti solo 403,8 milioni di euro su 6,5 miliardi del Fesr e appena 47,5 milioni su 2,1 miliardi del Fse.
Investimenti. Il settore Pesca risulta il più virtuoso con 88 milioni impegnati in bandi su 151 previsti dal Fep. Bene anche il Feasr per l’Agricoltura dove l’impegno di spesa raggiunge il 50%.

PALERMO – La Sicilia attraversa una crisi economica senza precedenti, con la disoccupazione che cresce, le imprese che chiudono, le attività produttive ferme al palo e una pubblica amministrazione sempre più lenta e inefficiente. La politica, dal canto suo, vive un periodo di totale instabilità con quattro governi cambiati dal presidente Lombardo negli ultimi due anni, l’ultimo dei quali appena insediatosi. Eppure, di fronte ad una condizione così drammatica, le soluzioni potrebbero essere a portata di mano se solo si sfruttassero adeguatamente le decine di miliardi di contributi europei destinati all’Isola. Stiamo parlando dei fondi europei del Po 2007-2013, al momento quasi del tutto inutilizzati dalla Regione, ragion per cui non sono mancate le critiche rivolte all’amministrazione, a cominciare dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
 
La Sicilia può contare su un totale di quasi 10,9 miliardi di euro, dati dalla somma dei quattro grandi Programmi di intervento comunitario: 6,5 miliardi dal Fesr, Fondo europeo per lo sviluppo regionale; 2,1 miliardi dal Fse, Fondo sociale europeo; altrettanti 2,1 miliardi dal Feasr, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale; infine, circa 151 milioni dal Fep, Fondo europeo per la pesca. Ma di queste risorse, come detto, fin ora la nostra Regione non ne ha fatto granché uso. Vediamo perché.
Dei quattro Programmi, quello più importante, sia per consistenza economica, sia per ambiti di accesso, è certamente il Fesr, di competenza del dipartimento regionale Programmazione, le cui risorse si suddividono in 7 Assi rivolti a molteplici settori, dal turismo all’ambiente, alle infrastrutture e trasporti, passando per i sistemi produttivi locali. Ad oggi, però, l’ammontare dei pagamenti ammessi al Fesr è solo di 403,8 milioni di euro, ovvero circa il 6% del totale delle somme disponibili.
Il perché di questa mancata spesa ce lo spiega il direttore del relativo Dipartimento, Felice Bonanno. “Il ritardo è dovuto – afferma – sia a motivi interni (quali la grave crisi politico istituzionale tra la fine del 2007 e la prima metà del 2008) sia a motivi esterni (il sovrapporsi dei due periodi di programmazione ed il ritardo con cui sono stati approvati i programmi). I ritardi, tra l’altro, non sono tutti imputabili alla Regione – precisa Bonanno – perché il piano di utilizzo delle risorse si disperde in mille rivoli.
 
Ad esempio, la spesa delle grandi infrastrutture è affidata, per legge, a grossi enti nazionali (Anas, Rfi, Autorità portuali, etc.) e spesso non si riesce a rendere compatibile tale spesa con i tempi comunitari, perché questi enti non sono in grado di assicurare tempi certi”. Secondo Bonanno, comunque, il problema dei ritardi riguarda numerose regioni europee, tanto che il 16 giugno scorso la Commissione ed il Consiglio europeo hanno approvato una modifica ai regolamenti che annulla il disimpegno automatico delle somme non spese nel 2009 e fa slittare agli anni successivi l’obbligo di spesa, dando così più tempo a Stati e Regioni”.
Secondo quanto riferitoci dal dipartimento Programmazione, inoltre, il Po 2007/2013 dà la possibilità di spendere fino al 2015; intanto quest’anno la Sicilia ha accelerato nella spesa del Fesr con la pubblicazione di oltre 40 bandi su svariate linee di intervento. 
Passando al Fondo sociale europeo, al momento la spesa pubblica certificata si attesta a 47,5 milioni di euro, cioè soltanto il 2% circa del totale messo a disposizione dal Programma. In questo caso, secondo Bonanno (che ricopre ad interim anche la carica di dirigente del dipartimento Formazione), “il ritardo è dovuto, non solo ai motivi illustrati per il Fesr, ma anche a problemi di registrazione dei decreti da parte della Corte dei Conti”.
Sul fronte agricoltura, invece, dai bandi pubblicati online dalla Regione relativi al Piano di sviluppo rurale Feasr, risulta impegnata circa la metà delle risorse a disposizione, ovvero poco più di 1 miliardo di euro. In questo caso, attendiamo notizie più dettagliate da parte del dirigente del dipartimento per gli Interventi strutturali in agricoltura, Rosaria Barresi. E per finire, la pesca, il settore che più degli altri ha sfruttato l’occasione dei fondi europei. Fin ora, infatti, risultano impegnati circa 88 milioni di euro, ossia il 58% circa rispetto al totale disponibile per la Sicilia.
Tirando le somme, quindi, a metà percorso del Programma comunitario, la Sicilia si trova oggi ad aver sfruttato soltanto qualcosa come 1,7 miliardi di euro, ovvero appena il 15% delle risorse dei quattro Programmi.
Una percentuale che ci ha confermato anche il direttore del dipartimento regionale Uffici di Bruxelles, Francesco Attaguile, secondo cui la Sicilia può disporre di maggiori risorse rispetto ai quasi 11 miliardi relativi al Po 2007/2013. “Si arriva complessivamente a circa 18 miliardi di euro – dice Attaguile – perché vanno conteggiati anche i Fas, i Fondi per le aree sottoutilizzate”. Con un totale di 18 miliardi a disposizione, quindi, e con i Fas ancora non uitilizzati, la percentuale di spesa si ferma al 9,58%.
“Per le risorse dei Fas però – spiega Attaguile – è lo Stato che si occupa dell’erogazione alle singole regioni e lo scorso anno erano stati assegnati alla Sicilia, come prima tranche, 4,3 miliardi di euro, ma per lungaggini burocratiche queste somme non sono ancora arrivate, ragion per cui il governo centrale si è reso inadempiente. Adesso Bruxelles sta rivedendo l’intero piano finanziario”.
Stando così le cose, quindi, la Sicilia ha a portata di mano un tesoretto “miliardario” che, se adeguatamente sfruttato, sarebbe di grande aiuto per risollevare l’economia di casa nostra. E malgrado l’inadeguata amministrazione di questi anni nella spesa dei fondi Ue, anche il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ne sembra convinto e alla recente festa dell’Mpa a Catania ha dichiarato che “si deve far volare la spesa di fonte europea, rimodulando il Programma, perché i fondi devono essere spesi tutti e velocemente, a condizione che siano ben organizzati e orientati per produrre benefici alla nostra economia”. La Sicilia e i siciliani aspettano.

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