Valorizzare il patrimonio naturale con 9 milioni dai fondi europei - QdS

Valorizzare il patrimonio naturale con 9 milioni dai fondi europei

Massimo Mobilia

Valorizzare il patrimonio naturale con 9 milioni dai fondi europei

martedì 05 Ottobre 2010

Il bando del dipartimento regionale Ambiente invita i Parchi siciliani a presentare i progetti. Finanziamenti per piste ciclabili e recupero di aree rurali in zone protette

PALERMO – Tutela del patrimonio naturale sfruttando i fondi europei. Idea possibile grazie all’ultimo bando pubblicato dal dipartimento regionale dell’Ambiente che invita a presentare proposte per Parchi progetto destinati alla creazione di piste ciclabili e ad interventi per la valorizzazione e la protezione del patrimonio ambientale. Solo alcuni particolari soggetti, però, possono richiedere il finanziamento, ed in particolare: il Parco fluviale dell’Alcantara, il Parco dell’Etna, il Parco delle Madonie, il Parco dei Nebrodi e i Comuni che fanno parte del costituendo Parco dei Sicani.
Le risorse disponibili, per un ammontare di oltre 9 milioni di euro, provengono dal Programma comunitario Fesr 2007/2013, e si riferiscono alle linee di intervento che puntano a definire e rafforzare la rete ecologica siciliana, promuovendo le aree ad alta naturalità e conservando la biodiversità, nell’ottica di favorire lo sviluppo economico.
Delle due linee di intervento previste dal bando, una si riferisce alla categoria relativa “all’adeguamento dei sentieri esistenti per la creazione di piste ciclabili”, servizio che attualmente è quasi del tutto assente nel territorio siciliano. Da una recente indagine di Legambiente, infatti, le città dell’Isola si piazzano agli ultimi posti per chilometri di piste, con 11,7 km a Palermo, 2 km ad Agrigento, 1,2 km a Messina e appena 200 metri a Ragusa. Per non parlare dell’indice di “ciclabilità” che si mantiene in percentuale non superiore all’1% in tutte le province.
La possibilità per i Parchi siciliani di adattare i sentieri esistenti a piste ciclabili, sembra quindi un’ottima iniziativa per favorire la diffusione di un tipo di mobilità che non inquina, anche perché sono previsti percorsi che hanno lo scopo di collegare le aree protette alle periferie dei centri abitati o ad altre aree di particolare interesse, non solo naturale ma anche storico e artistico. I tracciati potranno seguire, inoltre, le antiche “trazzere” o strade comunali a basso traffico veicolare, fino a costeggiare laghi e corsi d’acqua.
L’altra linea d’intervento tocca, invece, la “protezione e valorizzazione del patrimonio naturale”, dove i progetti possono riguardare: il recupero di sentieri ad uso pedonale; percorsi didattici in aree protette; tabelle informative con materiale naturale negli itinerari ciclabili; il recupero di edifici rurali in zone protette; il recupero di aree degradate o abbandonate in prossimità delle piste; interventi che favoriscano il superamento di barriere artificiali per la fauna selvatica in prossimità dei sentieri o delle piste.
In linea con questi obiettivi, infatti, il bando firmato dal direttore del dipartimento Ambiente, Sergio Gelardi, ha stabilito tra gli elementi qualificativi del finanziamento, quello di favorire la mobilità “dolce” (pedonale, ciclabile, equestre, etc) e quello di ridurre il flusso di veicoli motorizzati all’interno delle zone protette.
I progetti presentati devono rispettare le normative vigenti in materia, completi di pareri e autorizzazioni, e devono essere in linea con gli strumenti di pianificazione e gestione delle aree protette, inclusi i siti Natura 2000. Inoltre, il bando predispone che i progetti devono contenere un piano, almeno quinquennale, di utilizzo e manutenzione, con costo a carico del beneficiario.
I soggetti interessati hanno 60 giorni di tempo per presentare le proposte a partire dallo scorso 24 settembre, data di pubblicazione dell’avviso sulla Gurs.
 

 
Proposte in linea con la Vas e la biodiversità del territorio
 
PALERMO – Vediamo nel dettaglio quali sono i criteri di selezione dei progetti che i Parchi siciliani vorranno presentare per accedere ai finanziamenti. Prima di tutto si terrà conto della sostenibilità finanziaria e organizzativa del progetto e della coerenza della pratica di attività motoria (pedonale o ciclabile) con l’identità naturalistica del territorio. Conteranno poi: la capacità di diffusione delle tematiche ambientali; la presenza di interventi che integrino opere o servizi già ammessi ad altri programmi di finanziamento; la capacità di contribuire alla destagionalizzazione e diversificazione della fruizione; la correlazione con progetti integrativi sulla stessa area; accordi di partenariato e risorse finanziarie attivate tramite lo strumento della partnership pubblico-privata; criteri di impatto sociale ed economico quali occupazione diretta e indotta. Vi sono poi i criteri per la Valutazione di ambientale strategica (Vas): la capacità di salvaguardare e valorizzare la biodiversità dei percorsi; la presenza di interventi per tutelare la connettività ecologica e con l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica; misure per ridurre l’impatto dei cantieri; il grado di innovazione ecosostenibile del progetto.

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