Siremar e Tirrenia, lo spezzatino è servito - QdS

Siremar e Tirrenia, lo spezzatino è servito

Rosario Battiato

Siremar e Tirrenia, lo spezzatino è servito

mercoledì 06 Ottobre 2010

L’invito a presentare le offerte entro il 20 ottobre solo per la società regionale conferma la volontà di vendere separatamente. La Regione resta interessata ma dimentica che un anno fa aveva rifiutato per i pesanti oneri economici

ROMA – A quanto pare per Tirrenia e Siremar ci sarà la vendita separata. Come pubblicato infatti, ieri, dal Quotidiano di Sicilia, il Commissario straordinario, Giancarlo D’Andrea, ha pubblicato nei giorni scorsi, su alcuni quotidiani nazionali, un invito a presentare manifestazioni d’interesse per la Siremar, braccio regionale di Tirrenia e anch’essa in amministrazione controllata.
La posticipazione della presentazione delle manifestazioni di interesse da presentare all’advisor Rotschild, inizialmente fissata per il 30 settembre ed in seguito posticipata alle 12.00 del 20 ottobre, nonché la possibilità dello smembramento del braccio Siremar dalla casa madre, aprirà a questo punto nuovi smottamenti finanziari tra i gruppi interessati all’acquisto della sola Tirrenia, leggasi Vincenzo Onorato della Moby, o alcuni imprenditori siciliani che avevano già palesato il loro interesse per la propaggine regionale della compagnia di Stato.
Il Commissario Giancarlo D’Andrea invita infatti “chiunque sia in grado di garantire la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo a presentare manifestazioni di interesse per l’acquisto del ramo di azienda di Siremar – Sicilia Regionale Marittima spa”.
Le cronache finanziarie si sbizzariscono sugli scenari futuri, ma al momento non ci sono certezze assolute. Si fa avanti la Mediterranea Holding che punta all’acquisizione del duo Tirrenia e Siremar, nonostante la stessa Regione siciliana, che ha costituito la holding specificatamente per tentare l’assalto alla compagnia, ne avesse già rifiutato la componente regionale circa un anno fa in quanto non convinta della bontà dell’affare e dei pesanti oneri economici della gestione.
Si fanno nomi nuovi anche per la gara che riguarderà Tirrenia, come l’italo-americano Cirone, ma di certo si è infranto il sogno che avrebbe dovuto condurre Tirrenia e Siremar a braccetto verso la privatizzazione ad un unico soggetto. Nonostante le polemiche di fine settembre – dopo l’emendamento al Senato presentato da Latronico al Decreto legge sui trasporti – il governo difende l’idea che non si possa parlare di spezzatino in quanto non si stanno vendendo singole rotte, ma alienando i complessi aziendali.
I sindacati intanto, che si sono sempre occupati della stabilità occupazionale, adesso sembrano attestarsi su una sorta di silenziosa pace armata.
“Si lasci piuttosto lavorare in tranquillità il Commissario straordinario – ha spiegato in una nota di qualche giorno fa Giuseppe Caronia, segretario generale Uilt – che dovrà operare nel pieno rispetto delle leggi ed in assoluta trasparenza, Commissario al quale spetterà il compito di scegliere gli acquirenti dei compendi aziendali di Tirrenia e Siremar oggetto della gara, in ragione della migliore offerta e delle più ampie garanzie per i lavoratori, così come il Governo si è formalmente impegnato a fare”.
A questo punto pare che la soluzione sia ben accolta da tutti, e che questo risultato, spezzatino o non spezzatino, prima indigesto, ora sia invece la pietanza che accorderà armatori, sindacati, governo e lavoratori. 
 

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