Regione, resipiscenza tardiva ma utile - QdS

Regione, resipiscenza tardiva ma utile

Carlo Alberto Tregua

Regione, resipiscenza tardiva ma utile

mercoledì 13 Ottobre 2010

Bloccati i pagamenti, asfissia per i fornitori

La dichiarazione di sostanziale fallimento della Regione da parte del neo-assessore all’Economia, Gaetano Armao, è doppiamente colpevole in quanto tardiva. Lombardo, levatrice di quattro Governi in due anni e mezzo, non è stato capace di gestire la Regione come il pater familias, continuando a spendere e spandere in spesa improduttiva, cioè quella corrente senza tagliarla alla radice.
L’epilogo non poteva che essere questo: Comuni e fornitori, non c’è un euro. Però a fronte dello strangolamento dell’economia, dello schiacciamento dei fornitori di Regione ed Enti locali, dello spappolamento dei Comuni che, non ricevendo i trasferimenti, sono inchiodati, si pensa a fare un nuovo mutuo che porta a più di cinque miliardi l’indebitamento della Regione e a spendere in interessi oltre 800 mila euro al giorno. Una cifra impressionante (292 milioni all’anno).
Ma Lombardo ha realizzato ben due Finanziarie (2009 e 2010), approvate con maggioranze variabili, e con lo stesso dissennato criterio di sostenere la spesa corrente a danno di quella per investimenti.

La fotografia del disastro è rappresentata dall’articolo 51 della l.r. 11/2010 (Finanziaria 2010) nel quale è scritto che i dipendenti debbono essere 15.600 (esclusi i dirigenti). A proposito di questi ultimi, ricordiamo che sono utili alla macchina regionale (almeno formalmente) 28 dirigenti generali, 66 dirigenti di Aree e 430 di Servizi. In esubero 1428 dirigenti che potrebbero essere mandati alla Resais Spa in cassa integrazione.
Non sappiamo in quale palla di vetro il Governo abbia previsto che servano tutti questi dirigenti e dipendenti, non avendo lo strumento cardine di ogni sana amministrazione, che è il Piano aziendale.
C’è da aggiungere la delibera di Giunta n. 271/2010 con la quale il dipartimento del Personale è stato autorizzato ad assumere ex novo altri 5 mila inutili dipendenti (ripetiamo inutili perchè non servono alla macchina regionale). Con ciò discriminando i 236 mila disoccupati che hanno lo stesso titolo per concorrere ai 5 mila posti.
La verità è che questi 5 mila posti dovrebbero essere cancellati, tagliando altri 5 mila posti più 1500 dirigenti. In definitiva la Regione potrebbe funzionare meglio con diecimila dipendenti ben addestrati e 500 dirigenti.

 
Questo disastro va affrontato con mezzi drastici che noi abbiamo suggerito più volte. Anche oggi troverete un box nelle pagine interne dove sono elencate voci che comporterebbero un risparmio di 2,9 miliardi. Ma guardando bene nelle pieghe del bilancio 2011 è possibile tagliare ancora 600 milioni.
Se il nuovo indebitamento fosse finalizzato ad aprire i cantieri, potrebbe aiutare a risollevare l’economia. 862 milioni di nuovo mutuo, infatti, darebbero lavoro, all’incirca, a seimila persone. Se una parte delle risorse, risparmiate coi tagli prima elencati, fosse indirizzata ad aprire cantieri di opere pubbliche si potrebbero offrire ai disoccupati siciliani altri 20-25 mila posti di lavoro.
Ma è possibile, chiediamo a Lombardo e alla sua maggioranza, che non si capiscano questi meccanismi elementari di macroeconomia che nelle famiglie si chiamano più semplicemente conti della serva?
Ora, bisogna correre ai ripari, che siano veri. Primo: annullare le nuove assunzioni. Secondo: tagliare 3,5 miliardi dalla Finanziaria 2011. Terzo:  rinegoziare i tassi dei mutui, ristrutturarli e allungarne le scadenze. Quarto: attivare immediatamente tutti i cantieri bloccati utilizzando le risorse europee statali e proprie, tenute a bagnomaria per insipienza, incapacità e irresponsabilità dell’apparato burocratico e per mancata vigilanza e indirizzo del ceto istituzionale preposto negli assessorati.

Si comprendono le scuse di dirigenti che hanno cambiato incarichi tante volte in questi due anni, nonchè di assessorati che hanno visto avvicendarsi assessori diversi. Ma tutto questo non può pesare sulla schiena dei siciliani e delle imprese. Non è possibile che la Regione continui a pagare regolarmente stipendi, compensi, onorari, indennità parlamentari e spese clientelari dimenticando che non pagando i fornitori si mettono in bilico gli stipendi di decine di migliaia dei loro dipendenti.
Non è più possibile che ci dobbiamo vergognare di chi ci amministra senza sale nella zucca. Ha ragione Armao: “La Sicilia deve mettersi le carte in regola” (è il titolo del mio libro n.16). Meglio tardi che mai.

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