Mafia pronta all’assalto dei fondi europei 2007-2013 - QdS

Mafia pronta all’assalto dei fondi europei 2007-2013

Raffaella Pessina

Mafia pronta all’assalto dei fondi europei 2007-2013

sabato 16 Ottobre 2010

Intervento di Pisanu al convegno a Roma della Corte dei Conti. In Sicilia, Calabria e Puglia il 40% di finanziamenti illeciti

PALERMO – La questione dello sviluppo del Sud viene affrontata a livello nazionale. Questa volta è stato il ministro dell’Ambiente, la siracusana Stefania Prestigiacomo, a dichiarare che “Messi al sicuro i conti, un consistente piano per il Sud non è più rinviabile e deve essere deciso prima e non dopo che venga approvato il tanto sbandierato federalismo”. E a proposito di Sud e di sviluppo ieri il presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, nel corso di un convegno che si è tenuto a Roma alla Corte dei Conti , ha dichiarato che la mafia è in grado di mettere una pesante ipoteca sullo sviluppo del mezzogiorno. Il grido d’allarme si riferisce al possibile assalto da parte delle organizzazioni criminali ai fondi europei 2007/2013, che “costitutiscono l’ultima propizia occasione di riscatto del nostro Mezzogiorno”.
Le risorse di cui si parla sono quelle dell’Obiettivo 1 destinate a quattro regioni italiane, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e ammonterebbero a 101 miliardi di euro. Pisanu ha anche evidenziato che “accanto alle forme tradizionali di criminalità perpetrate da ‘Ndrangheta, Camorra, Cosa Nostra e Sacra Corona Unita, cresce la borghesia mafiosa, quella zona grigia di avvocati, commercialisti, notai, banchieri e imprenditori che fanno da collegamento tra le organizzazioni criminali e la realtà politica ed economica”.
Anche il presidente della Corte dei Conti  Luigi Giampaolino si è associato alle preoccupazioni di Pisanu, dichiarando che “le risorse deviate finanziano i circuiti criminali e le imprese scorrette e alterano le condizioni concorrenziali costringendo le imprese oneste ad uscire dal mercato”. Secondo dati della Guardia di Finanza, illustrati sempre nel convegno di ieri, nelle quattro regioni che maggiormente soffrono della presenza della criminalità organizzata (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia), si concentrano il 70% dei finanziamenti illeciti di tutta Italia. Di questo 70%, il 30% fa capo alla Calabria dal momento che “questi fondi – ha detto Rossana Boldi, presidente della Commissione Politiche Ue del Senato – sono diventati il canale di finanziamento privilegiato della ‘ndrangheta, soprattutto nell’ambito degli appalti della sanita”. Il presidente della Commissione delle Politiche Ue della Camera, Mario Pescante, ha invece ricordato la lentezza con al quale l’Italia impegna i fondi: i programmi europei 2007-2013 vedono per l’Italia impegni dei fondi al 17,21% e pagamenti per il 7,55%, “il tasso più basso d’Europa”, ha commentato.
Sul fronte politico in Sicilia si registra un duro scambio di battute tra i rappresentanti del gruppo Forza del Sud e Lombardo. Quest’ultimo infatti aveva dichiarato che Forza del Sud  “Non è la nuova Autonomia, è solo un partito che gioverà a Berlusconi per drenare un po’ di consensi tra quelli che perderebbe se si andasse ad elezioni, consegnando i frutti al premier e alla Lega che continuerebbe, se vincesse, a condizionarlo come avviene da due anni a questa parte”. Le risposte con le parole e con i fatti sono giunte dal capogruppo Cateno De Luca il quale nella giornata di giovedì scorso aveva simbolicamente occupato la Commissione Bilancio per protestare contro l’assenza dell’assessore Armao, che ha determinato la mancata approvazione dei documenti finanziari da portare in Aula e ieri ha dichiarato di aver difeso con grande convinzione i lavoratori della forestale procurandosi le ire “di quei santuari politici che hanno scambiato la Sicilia per un campo di battaglia imbastito per imporre a livello nazionale la propria ridicola leadership".
Duro scambio di battute anche tra il sottosegretario Gianfranco Miccichè e il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo, sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il parlamentare regionale Franco Mineo. Miccichè aveva  ventilato un tempismo particolare tra la nascita del suo partito “Forza del Sud” e le vicende giudiziarie di Mineo e di Cimino. La risposta di Messineo non si è fatta attendere: “Nego in modo assoluto che ci possa essere una magistratura ad orologeria: la Procura di Palermo non si è mai mossa con un certo tipo di scansioni temporali”.

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