Professioni selvagge in Sicilia, si cerca di dare un giro di vite - QdS

Professioni selvagge in Sicilia, si cerca di dare un giro di vite

Michele Giuliano

Professioni selvagge in Sicilia, si cerca di dare un giro di vite

martedì 19 Ottobre 2010

Da controlli più accurati sono saltati fuori tanti impostori: i casi più eclatanti nel campo medico. A Palermo e provincia dilagano i falsi dentisti, in pochi giorni scoperti in dodici

PALERMO – Medici senza specializzazione o peggio ancora senza uno straccio di laurea. Professionisti senza un minimo di esperienza che sguazzano nel mondo del sommerso a prezzi concorrenziali. E così via. Quante di queste storie oramai in Sicilia si intrecciano giorno dopo giorno.
Non è più poi una grande novità quando emerge che un odontotecnico si sostituisce ad un dentista, oppure un finto medico prescrive medicine. E che dire poi della professione selvaggia fatta da chi non ha alcunché di riconoscimento eppure si sostituisce a chi invece ne ha titolo: guida turistica o parcheggiatore, tanto per fare due esempi più frequenti.
In Sicilia il fenomeno della professione selvaggia dilaga e solo oggi si sta stringendo il cerchio delle autorità competenti nei confronti dei “furbetti”, a volerli definire così magnanimamente.
A Palermo e provincia dilagano i falsi dentisti: in pochi giorni ne sono stati scoperti ben 12, tutti denunciati per esercizio abusivo della professione. In particolare sta scoppiando il conflitto tra odontoiatri e odontotecnici: i primi dentisti a tutti gli effetti, i secondi invece realizzatori di protesi dentarie. Nell’Isola è esplosa la bufera con l’Andi, l’associazione nazionale dentisti italiani, che parla di “sospetta impennata degli introiti degli odontotecnici”. Chiaro il riferimento ai tanti che sono stati scoperti in questi giorni a sostituirsi ai dentisti. La replica non si fa attendere: “Le nostre  associazioni hanno da sempre lottato contro il prestanomismo e l’abusivismo della professione – ribadiscono in un comunicato congiunto Giuseppe La Vecchia e Giuseppe Chiovaro, presidenti di Sno-Cna Sicilia e Antlo Sicilia – e il nostro impegno in questa direzione è stato totale e rigoroso. Ma intendiamo precisare – proseguono i due massimi rappresentanti della categoria degli odontotecnici -, a differenza da quanto si tende a far credere e falsamente riportato dall’Andi, che i ricavi degli studi odontotecnici allo stato attuale in proporzione ai ricavi degli studi odontoiatrici si aggirano attorno al 12 per cento. Per avere conferma di ciò basta, tramite gli studi di settore , consultare al riguardo le fonti dell’Agenzia delle Entrate”.
Intanto però un dentista su dieci è fuori legge. A lanciare l’allarme è l’ordine dei medici di Palermo. Completamente abusivi, senza titoli né autorizzazioni, i falsi dentisti sono anche evasori e, per di più, vengono tutelati dalla legge: “Penalmente gli abusivi non rischiano quasi nulla – spiega il presidente dell’ordine dei medici di Palermo, Toti Amato –. Al massimo una multa e il sequestro delle attrezzature per un paio di mesi”.
Una vera beffa in questo caso per chi ha studiato nel campo e oggi rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In sostanza l’accusa sibillina che viene lanciata è che l’odontotecnico sta oramai assumendo abusivamente anche il compito di dentista applicando però una tariffa forfetaria al consumatore, non certo quanto quella che necessiterebbe per due distinte visite, come da prassi.
 


L’approfondimento. Situazione difficile anche per le guide turistiche
 
Soffre anche il campo della guida turistica tanto quanto quella del medico. Secondo la legge di riferimento, la numero 8 del 3 maggio 2004 che disciplina le attività di guida turistica, guida ambientale-escursionistica, accompagnatore turistico e guida subacquea, è definita guida turistica chi, per professione, accompagna persone singole o gruppi di persone nelle visite a siti paesaggistici e naturalistici ed a beni di interesse turistico quali monumenti, opere d’arte, musei, gallerie, scavi archeologici, illustrandone le caratteristiche culturali, storiche ed artistiche. Il testo normativo prevede che la competenza di vigilare e controllare sulle attività professionali spetta ai Comuni che sono tenuti a trasmettere all’assessorato regionale competente copia dei verbali delle contravvenzioni. Secondo l’Italia dei valori di Palermo, che già a da tempo ha sollevatoli problema, sul territorio siciliano non c’è un organo atto ad esercitare queste funzioni. Di sicuro le guide turistiche ne lamentano la mancanza.
“Nella situazione attuale – dicono i dipietristi – la polizia municipale non è in grado di svolgere questi compiti non conoscendo le norme di riferimento. Tutto questo, ovviamente, getta le guide abilitate nello sconforto”.

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