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Messina – Cantieri Rodriquez ancora in crisi e mobilità per altri 15 dipendenti

Francesco Torre

Messina – Cantieri Rodriquez ancora in crisi e mobilità per altri 15 dipendenti

mercoledì 20 Ottobre 2010

Continua la smobilitazione della sede, la città perde ulteriori occasioni di lavoro e sviluppo. La vicenda si inserisce in un quadro più ampio, che coinvolge tutto il capoluogo

MESSINA – “La Rodriquez cantieri navali si trova nella necessità di avviare la procedura di mobilità prevista dagli articoli 4 e 24 della legge 223 del ‘91, per la collocazione in mobilità di 15 dipendenti della sede di Messina”. Si è consumata in pochissimi giorni e senza troppi strascichi polemici la nuova vertenza di lavoro che ha riguardato la storica società Rodriquez, nobile decaduta, dopo decenni di governance locale ora in mano all’imprenditore mantovano Roberto Colaninno.
“La società – ha spiegato la nota societaria inviata ad Assindustria e alle Rappresentanze sindacali unitarie – opera nel settore della cantieristica navale da trasporto veloce di persone e merci e a causa della congiuntura economica nazionale e internazionale sfavorevole stenta a trovare nuove commesse e a imporre al mercato nuovi modelli frutto della ricerca e dell’innovazione”.
C’è crisi, insomma, come dimostrano i bilanci in perdita (l’ultimo in rosso per 7,3 mln €) e la mancanza di commesse, e a farne le spese in primis sono sempre i lavoratori. Ottantacinque in tutto quelli della sede messinese della holding con base a Sarzana, in Liguria. Venticinque erano già in cassa integrazione dal 2009, ora altri 15 dipendenti vengono ritenuti “in esubero” e messi in mobilità. Uno smantellamento vero e proprio, insomma, o quantomeno un drastico ridimensionamento quello operato dai vertici dell’azienda ai danni della città e nel silenzio generale delle istituzioni.
“L’ennesimo segnale di una smobilitazione lenta e silenziosa che denunciamo da anni”, ha commentato a caldo, apprendendo la notizia, il segretario provinciale della Fim Cisl Antonino Alibrandi.
“Al termine della procedure richiesta – ha continuato – in 15 rimarranno senza lavoro: questa è la verità e non può essere certo una notizia positiva né per i lavoratori né per la città”. Già, ma in Italia, e ancor più a Messina, l’argomento lavoro è ormai diventato “tabù. Le vertenze si moltiplicano, i posti diminuiscono e la città si svuota dei suoi migliori elementi, soprattutto giovani. In questo caso, comunque, la vertenza è durata il tempo di un battito d’ali, perché l’azienda ha trovato ben presto l’accordo con le Rsu. La mobilità, infatti, riguarderà esclusivamente coloro che sono vicini alla pensione o che hanno altre aspettative. Il danno è stato limitato, insomma, ma 15 posti di lavoro sono saltati comunque in questa città asfittica e senza futuro. C’è poco da essere soddisfatti.
 

 
La politica. Riduzione dei costi di struttura
 
MESSINA – “Gli interventi operativi predisposti, volti alla ricerca dell’efficienza e del ritorno alla redditività, senza una significativa riduzione dei costi di struttura, non bastano a riallineare la società alle mutate condizioni di mercato, fortemente competitive, che riducono i margini di guadagno per la società”. Così sta scritto nella nota che giustificherebbe la mobilità.
Peccato, però, che tra i “costi di struttura”, non vengano enumerati anche i compensi per il manager Colaninno e i suoi figli. Nel 2009, l’imprenditore mantovano ha percepito dalla Immsi, la holding che controlla la Rodriquez (oltre che la Piaggio e numerose altre società) uno “stipendio” lordo di 1,930 mln di €, suo figlio Michele, direttore generale, 335 mila €, e l’altro figlio Matteo, oltre agli emolumenti come deputato del Pd, 140 mila euro sempre per incarichi aziendali.
Al bilancio familiare bisogna aggiungere i 5 mln di euro di dividendo aziendale (perché la Rodriquez è in perdita, ma la Immsi no).

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