Formazione ostaggio dei formatori - QdS

Formazione ostaggio dei formatori

Dario Raffaele

Formazione ostaggio dei formatori

mercoledì 20 Ottobre 2010

Formazione. Tutte le perplessità legate alla riforma.
Crescita. Si è passati dai 5.000 dipendenti del 2000 agli attuali 9.000. Oltre 3.200 assunzioni sono state effettuate tra il 2006 e il 2008 in coincidenza con le elezioni politiche.
Indagine. Secondo un’indagine realizzata da Confindustria giovani, l’82,23% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere difficoltà a reperire i profili professionali necessari.

I corsi del Prof 2010 sono in fase di completamento, si concluderanno tutti entro il 31 dicembre ma l’attenzione di tutti è rivolta a quello che verrà. E mentre ieri si è svolta l’ennesima manifestazione del personale della formazione professionale e degli sportelli multifunzionali, restano molti dubbi sulla riforma annunciata dall’assessore Mario Centorrino. Non certo per le idee e le innovazioni che si vogliono apportare, quanto perché dopo 34 anni dalla vecchia legge (datata 1976), tante parole sono state dette ed ora è normale essere diffidenti come San Tommaso. Tutto ruota attorno alla figura dei dipendenti degli enti della formazione professionale (oltre 9.000) e su un sistema creato per salvaguardare loro piuttosto che per creare professionalità valide per il mercato del lavoro.
 
Da sempre la principale lacuna della Formazione professionale è stata quella di essere fuori mercato, cucita sulle esigenze dei formatori piuttosto che su quelle di quanti cercano lavoro e si rivolgono ad essa per avere un’adeguata preparazione.
La rivoluzione del settore dovrebbe quindi partire da una riqualificazione del personale docente: i corsi proposti fino ad oggi infatti, sono stati creati per essere prima di tutto “commestibili” agli stessi insegnati (blindati al loro posto fino al pensionamento). E proprio attorno a questi che girano gli interessi dei sindacati e della politica, e per questo motivo la riforma della formazione rischia di rivelarsi ancora una volta l’ennesima bufala. Vi spieghiamo i motivi.
Rapporto docenti-amministrativi
Secondo i dati forniti dal dipartimento dell’Istruzione e della Formazione professionale, il personale assunto al 31 dicembre 2008 presso gli enti che operano nella formazione professionale, è di circa 7.200 unità (a cui devono poi aggiungersi i quasi 2.000 degli sportelli multifunzionali).
Di queste, il 45% ha funzioni amministrative (3.211) e solo il 55% (4.016) ha funzioni di docenza. Salta subito all’occhio la (s)proporzione tra insegnanti e amministrativi (1,2), ingiustificabile per un settore finanziato con l’obiettivo di trasmettere conoscenza.
L’assessore Centorrino si è dimostrato disponibilissimo a parlarne.
Come è giustificabile una tale sproporzione?
“Questo aspetto non è sfuggito agli uffici che hanno riflettuto in questi mesi ed hanno preparato la bozza di riforma. I dati relativi al rapporto tra personale amministrativo e personale docente indicano che tale rapporto è di 1,2 laddove lo stesso rapporto rilevato per le scuole statali è di oltre 3 docenti ogni 1 assunto nel settore amministrativo. Il rapporto è certamente da riequilibrare; tuttavia c’è da notare che se alcuni enti sono riusciti a diversificare la loro offerta formativa ed adeguarsi alle mutevoli condizioni del mercato, ciò è dovuto alla non eccessiva presenza di docenti tra il personale a tempo indeterminato, consentendo così di reperire all’esterno le professionalità necessarie e non presenti all’interno dell’ente”.
Da quanto ci riferisce l’assessore emergono però nuove perplessità, proprio in merito alle assunzioni e agli assunti.
 
Assunzioni nella settore della Formazione
Se si fa eccezione al biennio 1985/86 e al biennio 2006/07, si rileva come le assunzioni hanno riguardato, quasi in identica misura, sia il personale docente che quello amministrativo. Da segnalare però come dal 1998 in poi la prevalenza delle assunzioni ha riguardato il settore amministrativo. Inoltre il 60% delle assunzioni è avvenuto dal 2000 in poi: si tratta di quasi 4.000 assunzioni tra personale amministrativo e docenti che hanno più che raddoppiato le assunzioni che erano già presenti nel settore dal 1974: vale a dire che negli ultimi 8 anni sono state fatte più assunzioni di quelle effettuate nei primi 26 anni, cioè dalla promulgazione della legge 24/76.
Che la formazione sia poi ostaggio della politica lo si capisce andando a constatare come, in corrispondenza di particolari competizioni elettorali, le assunzioni sono state più rilevanti; in particolare nel triennio 2006-2008 (a ridosso delle grandi tornate elettorali che hanno portato all’elezione sulla poltrona più importante della Sicilia prima Salvatore Cuffaro, quindi Raffaele Lombardo) sono state effettuate quasi il 45% delle assunzioni dell’intero comparto: oltre 3.200 sulle 7.200 totali dal 1974 al 31 dicembre 2008.
Con decreto assessoriale del 2010 è stato previsto, a partire dall’1 gennaio 2010 il blocco delle assunzioni.
 
Riqualificazione dei docenti
Visto e considerato il blocco delle assunzioni, abbiamo chiesto all’assessore: intende riqualificare i docenti verso nuove discipline più in linea con le esigenze del mercato? Chi curerà questa riqualificazione? Quanto durerà e quanto costerà alle casse della Regione?
“Difficile stabilire regole organizzatorie che possono, da sole, consentire maggiore efficacia degli interventi implementati che vanno nel senso di una diffusione della cultura della legalità.
“Tuttavia, intervenire per migliorare le competenze del personale in risposta alle sollecitazioni provenienti dal territorio su specifiche tematiche, si considera una scelta quanto mai opportuna.
“È intendimento di questo assessorato, utilizzando fondi ministeriali e Fse, provvedere a corsi di riqualificazione dei docenti verso le cosiddetti nuove professioni e, nel contempo, provvedere alla riqualificazione di personale amministrativo, in possesso dei titoli di studio adeguati, favorendone il passaggio al settore dei formatori”.
Il futuro della nostra formazione dunque, in attesa dell’uscita dei vecchi formatori, resta affidata ai soliti docenti o a nuovi, entrati con compiti amministrativi e “riciclati” per insegnare…
 

 
Le novità della riforma: corsi più in linea con il mercato
Un’analisi delle esigenze delle imprese per la definizione dei profili più ricercati
 
La riforma della formazione professionale ha preso il via. La novità è che non ci saranno leggi che dovranno passare all’Ars: tutto avverrà in via amministrativa. L’assessore Mario Centorrino riscriverà le regole del settore con una serie di decreti attuativi che avranno valore a partire dal Piano dell’offerta formativa 2011. Analizziamo con l’assessore gli aspetti più importanti della riforma.
Si stanno effettuando degli studi statistici per vedere quali sono le figure professionali più utili in Sicilia e verso cui indirizzare i nuovi corsi?
“Effettuare verifiche empiriche, anche con l’ausilio della metodologia statistica, non è né semplice né di immediato riscontro. Tuttavia, l’aspetto è ritenuto di particolare rilevanza dall’assessorato, per questo ho chiesto agli uffici di diretta collaborazione di seguire e di impostare una metodologia che possa consentire di verificare l’efficacia delle attività formative proposte e finanziate con il Prof. Lo scopo è di rimodulare, via via, le attività finanziate, indirizzandole verso la formazione di quelle figure professionali più richieste dal mercato. In questo senso, il passaggio dalla sovvenzione alla convenzione potrebbe dare maggiore forza contrattuale al dipartimento anche nel privilegiare alcuni percorsi formativi rispetto ad altri meno richiesti dal mercato. Intendiamo poi acquisire (se disponibili) o svolgere direttamente (se non disponibili) una analisi delle esigenze dell’impresa per la definizione dei profili più ricercati; indirizzare i corsi di formazione verso tali profili, offrendo anche agli enti, informazioni sul sistema produttivo ed imprenditoriale locale; istituire una banca dati in cui inserire i formati ed il loro curriculum scolastico; rendere disponibili tali informazioni al sistema produttivo ed imprenditoriale allo scopo di incentivare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; ciò in strette collaborazione con l’Agenzia per l’impiego dell’assessorato al lavoro della Regione Siciliana e con i centri per l’impiego (CPI)”.
 

 
Radiografia dei dipendenti del settore
Titoli di studio e classe d’età del personale della Formazione professionale
 
Ma chi sono i formatori di oggi? Da una ricerca condotta dallo stesso Assessorato emerge che il 58,4% di essi possiede il diploma di scuola media superiore e il 34% è laureato.
Si rileva all’interno del corpo docente un numero sia pur ridotto di personale con la sola scuola media inferiore (2,8%) e in pochissimi casi (lo 0,2%) di docenti con la scuola elementare (trattasi di personale con anzianità di servizio di oltre 30 anni).
Interessante è anche vedere a quale classe di età appartiene il personale della Formazione professionale.
Dai dati forniti dall’Assessorato oltre 400 dipendenti hanno più di 60 anni, altri 650 circa hanno una età compresa tra i 56 e i 60 anni; si tratta in prevalenza di docenti, per i quali è ipotizzabile una uscita dal mercato del lavoro. Nelle fasce di età più giovani si rileva, invece, una prevalenza del personale amministrativo: quasi il 60% sotto i 35 anni.
Da questi dati emerge che per rinnovare il mondo della formazione di almeno un terzo (tanti sono i docenti di età compresa tra i 41 e i 50 anni) bisognerà aspettare dai 10 ai 20 anni… L’alternativa, come già segnalato dall’assessore, è “riconvertire” verso l’insegnamento gli amministrativi.

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