La Sicilia? Tesoro di biodiversità ma troppi habitat sono a rischio - QdS

La Sicilia? Tesoro di biodiversità ma troppi habitat sono a rischio

Rosario Battiato

La Sicilia? Tesoro di biodiversità ma troppi habitat sono a rischio

venerdì 29 Ottobre 2010

Wwf: nell’Isola 60 siti di interesse sui 200 individuati dall’Ue. Avviato l’iter per l’Osservatorio regionale. Approvati 17 milioni per la fruibilità delle aree protette, serve l’approccio educativo

PALERMO – L’anno della biodiversità è anche l’occasione per fare il punto sui programmi di conservazione della natura che interessano la Sicilia, realtà forte di un patrimonio di ricchezza straordinaria.
La Strategia europea per lo Sviluppo sostenibile 2001-2010 (Sesto programma di azione per l’Ambiente “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta”), aveva fissato proprio nella conservazione della biodiversità uno degli obiettivi immediati da perseguire. Proprio il 2010 è l’anno di scadenza di un patto che aveva sancito l’impegno tra gli Stati per la diminuzione del tasso di perdita della biodiversità.
In Sicilia qualcosa sembra muoversi. Durante l’estate scorsa sono stati approvati 17 milioni di euro per la realizzazione di interventi per incentivare la pubblica fruibilità delle aree Natura 2000, dei Parchi e delle Riserve regionali e per investimenti al fine di favorire la conservazione, la salvaguardia e la crescita della biodiversità. Ma qual è lo stato dell’arte delle specie isolane?
Un reportage del Wwf regionale offre una panoramica degli elementi in campo: 60 habitat di interesse comunitario su 200 individuati dalla Comunità europea, 2.700 specie vegetali, 13.000 specie complessive (comprese le isole minori). Informazioni più approfondite sono fornite dall’annuario dei dati ambientali, l’ultimo redatto dall’Arpa per il 2008. “La Sicilia, con 3.200 entità vascolari specifiche ed infra-specifiche (sub-specie, varietà e forme) e con circa 600 taxa di briofite (epatiche e muschi), ha un valore di diversità floristica tra i più elevati d’Italia e dell’intera regione mediterranea”.
A fronte di questo variegato patrimonio il 27% della flora sicula è da considerarsi a rischio estinzione. Anche sul fronte habitat – 233 siti riportati nella direttiva “Habitat” – gli ettari indicati hanno uno stato di conservazione eccellente per il 22% della loro superficie, buono per il 57%, medio-ridotto per il 15%. Tra le province spicca Catania dove prevale uno stato di conservazione eccellente pari al 49% della complessiva superficie provinciale di habitat elencati nella Direttiva.
Le province in cui invece lo stato di conservazione più diffuso è quello medio-ridotto o dove sono presenti habitat di estensione non significativa sono Ragusa, Caltanissetta ed Agrigento, rispettivamente con il 51%, il 40% ed il 32% della relativa superficie provinciale di habitat elencati nella Direttiva. Numeri che riflettono un patrimonio unico, anche se l’Isola ha dati da aggiornare. Ad esempio sulla biodiversità marina pesa l’assenza di un programma di monitoraggio, situazione che rende assai difficoltosa la valutazione dell’impatto dei diversi sistemi di pesca.
L’Arpa Sicilia (Agenzia regionale protezione ambientale) è in prima linea sia nel monitoraggio che nella tutela. Proprio l’Agenzia regionale, nell’ottica di realizzare un continuum tra formazione e protezione della biodiversità, ha siglato nel 2009 un Protocollo d’intesa con l’Università degli studi di Palermo che prevede una specifica azione relativa all’approfondimento di studi tematici finalizzati alla realizzazione dell’Osservatorio regionale sulla Biodiversità, “sperimentando nuovi sistemi di elaborazione e rappresentazione, migliorando così la conoscenza nel settore per favorire la tutela e la valorizzazione della biodiversità sul territorio regionale”.

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