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Trapani – I beni confiscati alla mafia ostaggio della malaburocrazia

Vincenza Grimaudo

Trapani – I beni confiscati alla mafia ostaggio della malaburocrazia

venerdì 29 Ottobre 2010

A lanciare l’allarme è stato il deputato Livio Marrocco, che ha incontrato il neo prefetto Marilisa Magno. Nel trapanese, come altrove, sono troppi gli immobili e i terreni ancora inutilizzati

TRAPANI – Resta tremendamente lento il passaggio di beni confiscati ai Comuni e di converso alle associazioni che li devono gestire. In provincia il fenomeno è fortemente sentito anche perché di immobili confiscati ne esistono una marea sparsi un po’ ovunque. Motivo per cui c’è un grave rischio e cioè quello di vedere gli stessi mafiosi tornare a gestire un bene che gli è stato sottratto approfittando della burocrazia.
L’allarme è stato lanciato dal deputato regionale trapanese Livio Marrocco che ha incontrato il neo prefetto di Trapani Marilisa Magno. A lei toccherà prendere l’eredità lasciata dal suo predecessore, il prefetto Giovanni Finazzo, il quale ha sempre denunciato durane il suo mandato questa lentezza del sistema burocratico che viene a vantaggio di Cosa Nostra. Il faccia a faccia tra Marrocco e la Magno si è rivelato utile per fare il punto della situazione su alcune delle principali problematiche che affliggono il territorio provinciale. Grande attenzione è stata dedicata alla criminalità.
 
“Se i risultati dell’attività di contrasto condotta giornalmente dalle forze dell’ordine sono positivi – ha sottolineato l’onorevole Livio Marrocco – lo stesso non si può dire per la gestione dei beni confiscati che restano spesso inutilizzati. Bisogna snellire le procedure e, soprattutto, riuscire a coinvolgere tutti gli attori protagonisti del territorio”. Secondo un controllo fatto un anno fa dagli uffici della prefettura trapanese, è emerso che esistono numerosi immobili e terreni confiscati alla mafia che sono da anni inutilizzati in attesa di essere destinati ad attività legali ed a sfondo sociale. Omissioni e ritardi rendono eccessivamente lunghe le procedure per l’affidamento. Sono stati fatti alcuni esempi come quello di Calatafimi dove vi è un bene confiscato di cui l’amministrazione comunale non era a conoscenza.
A Favignana, invece, un impianto di calcestruzzi è rimasto chiuso a causa dell’assenza della valutazione d’impatto ambientale. Una situazione generale che certamente non giova nel quadro dell’attività di contrasto delle forze istituzionali alla criminalità organizzata. La lentezza del demanio è oramai una cosa assodata e non solo in provincia di Trapani ma in tutta la Sicilia. Poi ci sono una serie di passaggi che complicano tutto, con ritardi anche da parte di altri enti, che finiscono con il rendere ai limiti della sopportabilità i tempi per il riutilizzo di un bene.
 


Molteplici cause. Troppo spesso gli enti coinvolti non comunicano tra loro
 
TRAPANI – Negli anni le responsabilità sono state le più svariate e non sono soltanto legate ai ritardi del demanio. Da un’analisi che ha fatto non molto tempo fa la stessa prefettura di Trapani si è evinto che ci sono iter bloccati a causa di uffici tecnici comunali che non hanno ancora dato un parere, oppure non sono stati ancora in grado di rilasciare un semplice nulla osta o autorizzazione, ed ancora ritardi per le complicazioni dovute alla suddivisione di un terreno. Ci sono persino casi in cui tra gli stessi enti sono sorte difficoltà di comunicazione e, proprio per questo, tutto è rimasto bloccato. Nel frattempo ci sono associazioni che aspettano ancora la possibilità di creare opportunità di lavoro. Sono stati citati anche casi in cui si è verificata un’errata trascrizione di un certificato catastale. Tutti fatti abbastanza banali ma che sono serviti ad appesantire notevolmente l’iter.
 

 
In Consiglio è interrogazione a Fazio
 
TRAPANI – Nei giorni scorsi era stato il consigliere di Italia dei Valori Nicolò Causi a chiedere l’elenco dei beni confiscati alla mafia e assegnati al Comune, presentando una interrogazione al sindaco Fazio e sollecitando chiarimenti sui criteri di affidamento.
Il primo cittadino ha risposto indicando il totale dei beni, e in relazione ai criteri, lo stesso ha precisato che “alcuni sono stati affidati su richiesta della Prefettura, per altri segnatamente i terreni, è stato diffuso un avviso pubblico, invitando le associazioni interessate a gestirli, e che il settore competente sta definendo le procedure per l’assegnazione di questi ultimi”.
Tra i beni utilizzati direttamente dal Comune rientrano un fabbricato a due piani con annesso magazzino più appezzamento di terreno recintato, questo bene nel complesso, è utilizzato come sede della Trapani Servizi società di proprietà del Comune che effettua la raccolta dei rifiuti in città, ed ancora un immobile adibito a sede dell’archivio del Tribunale. Su un lotto di terreno sito a Trapani in contrada Cuddia, esteso 7 mila metri quadri e passa, con un annesso fabbricato rurale, verrà realizzato invece un canile intercomunale, mentre le due villette situate nella frazione di Marausa oggetto di ristrutturazione grazie a fondi assegnati dalla Regione, verranno destinati, a seguito affidamento a mezzo bando pubblico, a centro di accoglienza per minori.
Tra i beni già affidati:un lotto di terreno sito a Trapani in contrada Milo esteso 4 mila e passa mq gestito dal 2008, previo parere favorevole espresso dalla Prefettura di Trapani, ad una associazione sportiva dilettantistica, per lo svolgimento delle attività e, tre appartamenti attualmente affidati ad associazioni di volontariato ed utilizzati per i propri fini sociali.

Alessandro De Bartolomeo

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