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Catania – Metro e mobilità nel catanese, l’Europa resta ancora lontana

Melania Tanteri

Catania – Metro e mobilità nel catanese, l’Europa resta ancora lontana

mercoledì 03 Novembre 2010

Le criticità, le ambizioni e le potenzialità future del sistema di trasporti sotterraneo etneo. Realizzare una struttura che diventi parte integrante del tessuto urbano

CATANIA – L’esperienza e la ricerca per promuovere gli spazi metropolitani, legandoli al contesto urbano e trasformandoli in veri e propri luoghi di cultura. Nei giorni scorsi Catania è stata al centro di un importante convegno-esposizione dal titolo “La cultura della mobilità: il progetto della Circumetnea”, organizzato dall’azienda di trasporto etnea e patrocinato dall’Ordine degli architetti catanese.
Un’occasione per approfondire il “caso” della metropolitana etnea e del suo futuro, cui hanno partecipato esperti del settore trasportistico e docenti universitari, e per discutere di mobilità sostenibile, in una città tristemente primatista in negativo per quanto riguarda la vivibilità, come attestato dalla recente classifica Ecosistema Urbano 2010, stilata da Legambiente sulla qualità delle città, in cui Catania si conferma, per il secondo anno consecutivo, ultima.
“Un incontro importante – ha spiegato Sebastiano D’Urso, docente di composizione architettonica e urbana dell’Università di Catania – non solo per diffondere i risultati della ricerca, finanziata con fondi ministeriali, sulle infrastrutture ipogee, in cui il caso studio è stata, appunto, la metropolitana di Catania che si sta realizzando, ma anche capire come migliorare il paesaggio e l’architettura, facendo in modo che le infrastrutture si inseriscano perfettamente all’interno del paesaggio”.
Sull’esempio di Parigi, di Londra, di Bilbao, dunque, la concezione della metropolitana come parte integrante e parte dell’identità di un tessuto urbano, perfettamente inserita e riconoscibile, anche per aumentarne l’efficacia in termini di utenti.
“Un’infrastruttura riconoscibile – ha aggiunto D’Urso – viene utilizzata di più”.
Un argomento, quello dell’aumento degli utenti, caro alla Ferrovia Circuetnea che ha finanziato, in parte la ricerca.
“In un momento – ha dichiarato il commissario governativo della Fce, Gaetano Tafuri –  in cui cresce la cultura della mobilità, tanto che anche la metropolitana dimostra di essere apprezzata con un aumento costante dei propri utenti le architetture e infrastrutture del trasporto urbano rivestono un ruolo di grande importanza e diventano spazi pubblici della mobilità. Siamo quindi disposti a recepire tutti i contributi appassionati che chiunque vorrà darci per valorizzare la nostra opera e che abbiano come unico obiettivo quello di realizzare la metropolitana, senza porre inutili o strumentali interrogativi”.
A margine del convegno, nell’atrio della facoltà, è stata allestita un’esposizione dei progetti migliori realizzati dal Laboratorio di progettazione per il paesaggio urbano e la mobilità, riguardanti le stazioni della metropolitana in parte ancora da realizzare e in parte da ristrutturare. Progetti che prevedono, oltre a moderne e funzionali stazioni sotterranee, anche la riqualificazione delle superfici esterne, parte delle quali con aree a verde e arredo urbano. Le stazioni insomma dovrebbero diventare non soltanto punti di approdo e di partenza della metropolitana, ma anche zone, “spazi pubblici metropolitani”, nelle quali trascorrere del tempo libero, in famiglia, godendo insomma di spazi poco o addirittura per nulla considerati.
“Prenderemo in considerazione – ha concluso Tafuri – gli studi che potranno essere realizzati. La collaborazione con l’Università è stata voluta proprio per migliorare la qualità della metropolitana e l’intero contesto urbano”.

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