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Catania – Mafia, politica e imprenditoria, sequestro di beni per 400 milioni

Antonio Borzi

Catania – Mafia, politica e imprenditoria, sequestro di beni per 400 milioni

giovedì 04 Novembre 2010

Scoperto un sistema complesso e ben oleato che negli anni ha prodotto un enorme giro d’affari. Ordinanza di custodia cautelare per 47 indagati coinvolti nell’inchiesta “Iblis”

CATANIA – Una maxioperazione che coinvolge esponenti mafiosi, amministratori locali e imprenditori. Tutti uniti, secondo l’accusa, sotto la direzione del clan dei Santapaola. L’operazione “Iblis” ha puntato il dito contro le infiltrazioni mafiose nel mondo dell’imprenditoria e della politica. A tentare di districare l’intricata matassa sono stati i Carabinieri del Ros grazie alle indagini coordinate dal procuratore capo Vincenzo D’Agata e dai magistrati della Dda Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Antonino Fanara e Iole Boscarino, che hanno portato alla formulazione di diverse accuse di associazione mafiosa, omicidio, estorsione e rapina.
I numeri sono da capogiro. Il sequestro disposto dal Gip Luigi Barone ammonta a circa 400 milioni di euro e comprende beni immobili, imprese e altri mezzi. Ma soprattutto sono i nomi coinvolti e tutto il complesso sistema delinquenziale a suscitare clamore.
Sono ben 47, infatti, le misure cautelari concesse dal Gip che hanno colpito in modo trasversale ogni strato del mondo politico-economico della provincia catanese, in particolare con il capoluogo e centri cruciali della Piana di Catania come Palagonia e Ramacca. Ed è proprio legato a Palagonia il nome più eclatante tra i fermati, quello di Fausto Fagone, deputato regionale nei banchi del neonato Pid.
A sottolineare l’importanza dell’operazione catanese anche la presenza del generale dei Ros, Giampaolo Ganzer, che ha definito il tutto “un intervento che azzera i vertici di Cosa nostra”.
Soddisfazione e toni cauti sono stati invece espressi dal procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata, che ha fatto anche delle precisazioni circa la posizione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, indagato ma per cui la Procura non ha chiesto alcun provvedimento.
“Non è stata – ha spiegato – un’indagine mirata esclusivamente o prevalentemente alla politica o verso qualche politico in particolare. Ogni riferimento riguardante il presidente Lombardo e risultante dalle indagini è stato oggetto di attenta valutazione, specie riguardo alla sua valenza sul piano probatorio e alla sua capacità di resistenza alle critiche difensive, non ritenendone, allo stato, l’idoneità per adottare alcuna iniziativa processuale nei suoi confronti”.
A portare avanti le operazioni non soltanto i Carabinieri catanesi, ma anche quelli siciliani e di Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Fondamentale per il risultato delle indagini è stato l’intreccio delle dichiarazioni su politici e amministratori che avevano al centro della loro attività il boss Vincenzo Aiello della cosca Santapaola. Nell’inchiesta si innestano anche le dichiarazioni di almeno due pentiti: il “colletto bianco” Eugenio Sturiale e il sicario Maurizio Avola, esponente del clan Santapaola che si è autoaccusato di oltre 50 omicidi.
Quello emerso grazie alle indagini è dunque un sistema complesso e ben oleato dal grande giro d’affari. Nel mirino, infatti, sono finiti diversi settori di nuovo interesse come quello legato all’eolico e la metanizzazione. Emergono anche i nomi di progetti da tanto tempo annunciati ma mai realizzati come il parco tematico di Regalbuto e il centro commerciale della Tenutella. Sotto l’occhio degli inquirenti anche la nota catena commerciale Eurospin.
 

 
La Piana. Gli intrecci tra Ramacca e Palagonia
 
CATANIA – Tanti i nomi interessati dall’operazione. Oltre al già citato Fagone anche Giovanni Cristaudo, 66 anni, geometra, e più volte all’Ars, che ha seguito nella sua nuova Forza del Sud Gianfranco Miccichè. Da Palagonia parte anche il provvedimento nei confronti di Antonino Sangiorgi, attuale consigliere provinciale e con un passato da consigliere comunale a Palagonia.
L’operazione punta a colpire soprattutto i vertici della Cosa nostra catanese e tra gli interessati c’è anche Vincenzo Aiello, già in carcere per altri reati. Per lui, secondo gli inquirenti, l’investitura ufficiale di Giuseppe Ercolano. Spunta anche il nome di Pasquale Oliva, reggente a Ramacca della famiglia Santapaola-Ercolano e cognato di un altro interessato nella politica come Giuseppe Tomasello, anch’esso coinvolto nell’inchiesta. Francesco Costanzo tutelava gli interessi mafiosi della famiglia a Palagonia. Nel mondo imprenditoriale invece il coinvolto è Franco Ilardi, consigliere comunale a Ramacca.

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