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Palermo – Per i diversabili senza assistenti l’unica via è far causa al Comune

Luca Insalaco

Palermo – Per i diversabili senza assistenti l’unica via è far causa al Comune

venerdì 05 Novembre 2010

Il comitato “L’autismo parla” ha già vinto 26 ricorsi al Tar. L’assessore Grisafi: “Stanziati 100 mila euro”. Aule giudiziarie per ottenere i diritti della legge 104/02: così va a Palermo

PALERMO – Continuiamo a parlare di scuola. Nel mare di problemi in cui sono costretti a navigare studenti, genitori e insegnanti, la questione degli studenti diversamente abili è tanto amaro quanto poco “attenzionato”, per usare un termine in voga negli ultimi tempi. Si tratta di studenti che avrebbero bisogno più di altri di assistenza, ma ai quali la scuola – per ristrettezze finanziarie e disfunzioni burocratiche – non riesce a stare accanto ed a garantire il diritto allo studio. Per ottenere ciò che spetterebbe loro di diritto, i genitori sono così costretti ad intentare causa all’amministrazione pubblica, uscendone quasi sempre vittoriosi. A Palermo, ad esempio, la strada della magistratura amministrativa è stata intrapresa con successo per “costringere” l’amministrazione comunale a garantire il supporto dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione, secondo quanto previsto dalla Legge 104/92. Norme la cui attuazione finisce spesso per incagliarsi nelle secche finanziarie di Palazzo delle Aquile.
“I problemi della scuola per noi diventano drammi – dice Daniela Rizzuto, rappresentante del Comitato “L’autismo parla”, che nella sola provincia di Palermo riunisce circa 700 famiglie – Le istituzioni non sanno parlare di disabilità e mancano le risorse per garantire il materiale didattico. È facilmente intuibile quello che succede quando in una classe di 30 studenti c’è un bambino disabile. Il diritto all’istruzione è stato violato sotto tutti i punti di vista. Per quanto mi riguarda – ricorda il genitore – ho deciso di tenere a casa mio figlio perché il suo insegnante mancherà tutto l’anno e il suo supplente non si sa neppure quando verrà nominato”.
Di fronte alle carenze dall’amministrazione scolastica, come detto, alle famiglie non resta altra soluzione che quella giudiziaria. “Come associazione – ricorda Silvia Mineo, anch’essa componente del comitato – abbiamo già vinto 26 ricorsi al Tar che ci ha riconosciuto il reintegro degli insegnanti di sostegno”.
La risposta dell’amministrazione comunale è tutta nel bugdet limitato.  “Abbiamo stanziato 100 mila euro – dice l’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Francesca Grisafi -. Sappiamo che non sono sufficienti, ma con questi fondi stiamo cercando di dare assistenza a quanti più bambini possibili, soprattutto audiolesi e autistici”.
 


Aiuto negato. Gli enti coinvolti e la normativa disattesa
 
PALERMO – La figura dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione è prevista dall’articolo del DPR n.616/1977, nonché dall’articolo 13, comma 3, della Legge 104/92, che fa obbligo agli enti locali di garantire l’assistenza “personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali, mediante l’assegnazione di docenti specializzati”. Questo istituto ha tradizionalmente trovato applicazione, oltre che per gli studenti con disabilità di comunicazione, per tutti quei soggetti con disabilità fisica, psichica o sensoriale, la cui gravità o limitazione di autonomia, determini l’inevitabile necessità di assistenza per un regolare apprendimento delle nozioni scolastiche. La procedura di assegnazione di questo assistente interessa e coinvolge diversi organi chiamati a garantire l’integrazione scolastica dell’alunno disabile. Dal dirigente scolastico all’Asp, fino agli enti locali competenti a fornire il servizio: i Comuni per le scuole elementari e medie, la Provincia per le scuole superiori.

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