Rete ferroviaria vecchia e improduttiva. “Per Trenitalia la Sicilia non è in Italia” - QdS

Rete ferroviaria vecchia e improduttiva. “Per Trenitalia la Sicilia non è in Italia”

Rete ferroviaria vecchia e improduttiva. “Per Trenitalia la Sicilia non è in Italia”

mercoledì 10 Novembre 2010

Il sottosegretario Miccichè chiede l’intervento di Berlusconi e Matteoli per impedire i tagli dei treni nell’Isola. “Stanchi di avere treni dell’anteguerra, mentre da Roma in su si viaggia ad alta velocità”

PALERMO – “Non potevo credere alle mie orecchie quando me lo hanno raccontato e allora ho voluto provare di persona. Ho cercato di prenotare un treno da Milano a Siracusa per il 5 gennaio 2011 e mi è stato detto che il treno é stato soppresso. E che i treni dal nord Italia si fermano a Villa San Giovanni”. Lo dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Micciché, a proposito dei tagli di Trenitalia che ha deciso di sopprimere i convogli in partenza da Siracusa e Agrigento verso il nord. “È una cosa inverosimile – aggiunge – Ho chiesto lumi a Trenitalia e mi è stato riferito che, poiché sono state tagliate le risorse per le ferrovie, essendo Trenitalia una Spa, si tagliano le tratte improduttive. Che sia questa il primo effetto del federalismo?”
“Siccome in Sicilia ci sono linee vecchie e prive di doppi binari – osserva – sulle quali viaggiano treni lenti e malandati che in pochi ovviamente prendono, che fa Trenitalia? Invece di aggiornare e modernizzare la rete, invece di programmare investimenti, mettere in pista carrozze moderne e rendere il servizio competitivo e produttivo, taglia tutto e noi siciliani scopriamo per caso che l’Italia finisce a Reggio Calabria”. “La cosa assurda – continua – è che dobbiamo fare una battaglia per mantenere il pessimo servizio che abbiamo e, se la vincessimo, dovremmo pure cantare vittoria. Non è possibile. Siamo stanchi di avere in Sicilia le ferrovie d’anteguerra, mentre fra Roma e Milano sfrecciano i treni superveloci ogni quarto d’ora”. “Chiediamo, pertanto – conclude – che si faccia immediata chiarezza sui programmi di Trenitalia. Intervenga il ministro Matteoli, che sono certo non potrà mai avallare una scelta così scellerata e che il presidente Berlusconi si assicuri che nel Piano per il Sud vi siano adeguati investimenti per tutte le infrastrutture, anche quelle ferroviari”.
Sull’argomento interveiene anche Gaetano Tafuri, commissario governativo della Ferrovia Circumetnea. “Ferrovie dello Stato – dice – si disimpegna progressivamente dalla Sicilia, lo avevamo da anni avvertito e rappresentato. Adesso la situazione tende a farsi drammatica in quanto, piuttosto che investire, migliorando le infrastrutture e il servizio ferroviario pessimo attualmente esistente, Fs punta addirittura ad allontanarsi dai nostri territori”.
“È giunto il momento quindi – osserva Tafuri – di organizzare il trasporto ferroviario interno alla Regione e di collegamento con la Penisola, con un sistema alternativo e concorrenziale sul modello sperimentato da altre realtà locali, che si basi sul principio di autorganizzazione gestionale esternalizzato ed in alternativa, anche operativo”.
“Il trasporto costituisce, infatti, un elemento di sviluppo dei territori – conclude il commissario della Fce – ma, mentre si pensa sempre da Milano a Napoli, prima con l’autostrada del Sole e poi con l’alta velocità, si chiudono gli occhi, volutamente, sul Meridione d’Italia”.
 

 
Lombardo. Lettera al ministro: “Bloccare il piano industriale di Rfi”
 
PALERMO – Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e l’assessore regionale alla Mobilità, Pier Carmelo Russo, hanno chiesto al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, di intervenire nei confronti di Trenitalia per sospendere il piano che prevede, a partire da dicembre, la soppressione di alcuni treni a lunga percorrenza, tra cui quelli che collegano Agrigento e Siracusa con Roma.
Nella lettera inviata al ministro, Lombardo e Russo sollecitano “l’immediata apertura di un tavolo di confronto con la partecipazione degli enti locali interessati, in cui potere affrontare, in ottica globale, l’intera questione ferroviaria siciliana per individuare soluzioni che abbiano a cura l’interesse primario dei siciliani e nel contempo, tengano conto delle esigenze di razionalizzazione”. A lanciare l’allarme è stata ieri la Fit-Cisl: dai 56 treni a lunga percorrenza che collegavano la Sicilia al Paese nel 2005 si passerà, secondo i programmi aziendali, a 14 treni dall’entrata in vigore dell’orario invernale, previsto a dicembre 2010.

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