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Palermo – Cantieri culturali: incuria e rifiuti riportano la Zisa alla dura realtà

Luca Insalaco

Palermo – Cantieri culturali: incuria e rifiuti riportano la Zisa alla dura realtà

mercoledì 10 Novembre 2010

Solo alcuni capannoni sono utilizzati; gli altri sono abbandonati o “adibiti” a discariche abusive. La cittadella della cultura al posto delle officine Ducrot rimane un sogno a metà

PALERMO – Macerie, sterpaglie e perfino un vecchio carro per Santa Rosalia abbandonato. Ecco come si presentano i Cantieri culturali alla Zisa.
Un tempo simbolo della “Primavera di Palermo”, proscenio di rassegne e concerti, oggi emblema della desolazione. Se alcuni capannoni ospitano alcuni centri culturali (l’Istituto Gramsci, il Centre culturel francais, il Goethe Institut e la Scuola nazionale di Cinematrografia), la gran parte dei cinquanticinquemila mq. di superficie dei Cantieri è terra di nessuno. Servono risorse per ridare vita ai capannoni che un tempo occuparono le ex officine Ducrot, ma le casse di Palazzo delle Aquile piangono miseria. Eppure le potenzialità dei Cantieri sono enormi, come la fame di spazi per la cultura in una città che alla creatività lascia poco campo. Lo sanno bene gli artisti di “A.T.S. Spazio Zero – Teatro dei Cantieri”, che nel 2008 occuparono per protesta un capannone in disuso e che oggi invocano la legge internazionale sulla protezione dei beni artistici e culturali.
 
“Anche in tempo di guerra, in questo caso conflitto politico tra diverse amministrazioni, non ci dovrebbero essere limiti alla tutela del patrimonio culturale acquisito – dicono – Pur nella consapevolezza che il bene artistico non è neutrale politicamente. Dare in affidamento ad associazioni e compagnie private questi spazi resta un obbligo dell’amministrazione, che da sola non può sostenere il peso economico di tutte le iniziative. Perché senza affidamento il bene si deteriora in solitudine e rientrano in campo nuovi appalti con evidente sacrificio di tempo e luoghi. I custodi sono sì severi – concludono gli operatori teatrali – ma incapaci dell’effettiva protezione del bene, che resta la fruibilità collettiva ed una migliore diffusione delle attività culturali in città”.
 
Oltre alle rovine di quello che fino agli anni Sessanta fu un grande complesso industriale, in fondo ai Cantieri è possibile trovare perfino uno spazio adibito a discarica in cui campeggia un carro (o quel che ne resta), reduce di un Festino in onore della “santuzza”.
Il grande spazio di via Gili – lo ricordiamo – era stato destinato alla demolizione da una variante al vecchio Prg del 1962. Nel 1995, l’amministrazione comunale decise di avviare un’operazione di recupero dei capannoni, dando così vita ai Cantieri culturali alla Zisa. Il progetto era quello di farne una cittadella dell’arte e della cultura… e chissà che un giorno non si realizzi.
 

 
L’assessore Cannella: “Interventi troppo ingenti per questa amministrazione”
 
PALERMO – Il recupero delle ex officine Ducrot si scontra con le difficoltà economiche del Comune di Palermo: “Gli interventi di cui necessiterebbero i Cantieri sono ingenti e assolutamente improponibili per quest’amministrazione. Per questo motivo – spiega l’assessore comunale alla Cultura, Giampiero Cannella – abbiamo coinvolto l’Accademia di Belle Arti di Palermo, con un contratto di concessione di cinque capannoni che ci permette di recuperare alcuni spazi e di avere i finanziamenti necessari. Per attirare gli investimenti, comunque, occorre proseguire nell’azione sinergica tra le istituzioni”. Sono lontani i tempi in cui artisti e amanti della cultura si davano appuntamento in via Gili per animare la vita culturale della città. “In passato – dice Cannella – le normative sulla sicurezza erano meno stringerti di adesso e non è più possibile concedere i capannoni dismessi per le attività culturali”.

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