D’Agata (Pd): “Da mesi i vertici dell’azienda dicono che stanno lavorando. Non abbiamo visto risultati”. Saltano 22 milioni già inseriti nei bilanci. Del Piano industriale nemmeno l’ombra
CATANIA – Nuovi problemi finanziari per l’Amt, l’Azienda di trasporto pubblico, unica municipalizzata del Comune. La situazione finanziaria dell’azienda, già critica, sembrerebbe compromessa dalla vittoria da parte della Regione Sicilia del ricorso per il pagamento delle somme corrispondenti alle tessere per i disabili che sono state assegnate gratis negli anni. I 22 milioni di euro chiesti dall’azienda non arriveranno, dunque, almeno per il momento, il che obbligherà l’Amt a rivedere i bilanci passati, nei quali queste somme erano state inserite.
Un macigno per la situazione aziendale – non si devono dimenticare i debiti per 116 milioni di euro che gravano sulla società – su cui i sindacati avevano già attirato l’attenzione, indicendo lo sciopero di lunedì scorso, proprio per protestare contro la pesante situazione economica dell’azienda “che a tutt’oggi – ha scritto in una nota il sindacato Faisa-Cisal – non trova una giusta linea da seguire trascurando il delicato processo di trasformazione e il relativo piano di rilancio aziendale”.
La mancata presentazione del Piano industriale, poi, che, secondo quanto affermato dallo stesso presidente Roberto Sanfilippo sarebbe dovuto approdare in Consiglio comunale già lo scorso mese di settembre, sembrerebbe suffragare questa ipotesi di difficoltà.
“L’Azienda municipale dei trasporti non corre alcun pericolo” assicura Sanfilippo secondo cui, la questione dei 22 milioni rappresenterebbe un falso problema, dal momento che l’azienda ricorrerà al Cga per contestare il ricorso e, contestualmente, presenterà denuncia al giudice che si occupa delle infrazioni alle direttive europee, secondo le quali devono essere le Regioni a farsi carico del trasporto gratis dei disabili.
Secondo Sanfilippo, anzi, l’azienda sarà presto rilanciata e il Piano industriale, pronto da tempo, verrà presentato entro la fine del mese e, entro la fine dell’anno, sarà attivata la rimessa di Pantano D’Arci. Il presidente nominato dal sindaco Stancanelli assicura, inoltre, che non sarà l’Amt a pagare i 22 milioni dal momento che l’azienda è municipalizzata e, dunque, la questione riguarderebbe il Comune di Catania. Dove però l’Ente dovrebbe trovare i soldi non è dato saperlo.
“Non c’è nulla di concreto – afferma Rosario D’Agata, capogruppo del Pd a Palazzo degli Elefanti e componente della Commissione consiliare permanente Bilancio – è da due mesi che i vertici dell’azienda ci dicono che stanno lavorando, ma noi ancora non abbiamo visto i risultati”.
Secondo D’Agata, qualora si arrivasse alla trasformazione in Spa dell’azienza (anche questa prevista entro l’anno), questa potrebbe fallire alla prima occasione, date le premesse.