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Messina – Costruzioni vicino alla ferrovia, arrivano cinque rinvii a giudizio

Francesco Torre

Messina – Costruzioni vicino alla ferrovia, arrivano cinque rinvii a giudizio

venerdì 19 Novembre 2010

Sulla schiena degli indagati l’accusa di lottizzazione abusiva in concorso. Il processo inizierà a febbraio. Con il placet del Comune si stava lavorando in una zona di “assoluta inedificabilità”

MESSINA – Non ci fu alcun abuso d’ufficio, ma certamente ci furono violazioni edilizie in concorso. Queste le conclusioni, attese da mesi, cui è giunto il gup Walter Ignazitto nell’udienza preliminare sul caso Ex Ferrotel, il cantiere cioè aperto in fondo a via Maddalena, a pochi passi dai binari della ferrovia, e per giunta in un’area che il vigente Piano regolatore cittadino reputa H2, ovvero “zona destinata a impianti e servizi ferroviari, soggetti al vincolo di assoluta inedificabilità”.
Non è facile riassumere l’intera vicenda in poche righe, in quanto infarcita di numerosi e spesso complicati passaggi burocratici. In sintesi, però, ricordiamo che il Dipartimento urbanistica del Comune firmò ormai più di tre anni fa a favore della ditta “Immobiliare 4 V&C” dell’imprenditore Vincenzo Vinciullo una concessione edilizia nonostante l’immobile in questione ricadesse in una zona inedificabile.
 
A rendere inquietante la prospettiva di edificazione nell’area in questione, inoltre, vi era anche la strettissima vicinanza con i binari della ferrovia (pochissimi metri) e l’impossibilità di costruire degli argini permanenti che potessero separare l’area destinata ai treni e quella privata delle abitazioni. Per non dire dell’iter di acquisizione dell’immobile da parte della “4 V&C”, viziato da evidenti violazioni delle normative sulle vendite pubbliche. A luglio dell’anno scorso, la svolta, con il sequestro del cantiere e l’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone: Vincenzo Vinciullo, appunto, la figlia Tindara Vinciullo e l’ingegnere Giacomo Papale, progettisti, i funzionari comunali del Dipartimento edilizia privata Carmelo Ricciardi, Salvatore Parlato e Carmelo Celona.
Come detto in apertura, il gup Ignazitto ha rigettato per tutti gli indagati l’accusa di abuso d’ufficio, e ha ritenuto di poter prosciogliere del tutto Carmelo Celona, che si occupò del progetto solo in primissima istanza. Rimane comunque come un macigno sulla schiena degli altri cinque indagati l’accusa di lottizzazione abusiva in concorso (con violazione del DpR 328/2001). Il processo che li riguarda inizierà il 25 febbraio 2011 davanti al giudice monocratico. Con piena soddisfazione da parte dei vicini di casa riunitisi in comitato, coloro cioè che avevano promosso per primi un’azione legale per bloccare la costruzione dell’edificio.
 


Altri casi. La vicenda del Residence Archimede
 
MESSINA – Secondo la Commissione parlamentare Antimafia, il costruttore Vincenzo Vinciullo “rivestirebbe un ruolo di sicuro rilievo nelle sponde imprenditoriali di Cosa Nostra, rientrando in quel novero di affaristi risultati a disposizione – personalmente e con le loro strutture aziendali e societarie – degli interessi di gruppi mafiosi, permettendo il comodo reinvestimento in attività apparentemente lecite di capitali di provenienza illecita”.
Rappresentante di prodotti siderurgici e costruttore di lussuosi residence per gli altolocati dello Stretto, Vinciullo compare anche in una delle missive inviate da Bernardo Provenzano a Luigi Ilardo, informatore di giustizia. Sulle colonne di questo giornale l’abbiamo incontrato anche per via della vicenda giudiziaria legata al Residence Archimede e al danneggiamento della rampa di sicurezza dello svincolo di Boccetta, per cui risulta indagato per attentato alla sicurezza dei trasporti e altre violazioni del codice.

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