Il reddito della Sicilia è il 57% di quello medio della Val d’Aosta - QdS

Il reddito della Sicilia è il 57% di quello medio della Val d’Aosta

Gaetano Cusimano

Il reddito della Sicilia è il 57% di quello medio della Val d’Aosta

giovedì 18 Giugno 2009

Le novità emerse dall’ultimo Rapporto Unioncamere pubblicato per la Giornata dell’Economia. Solo le 8 regioni meridionali con un reddito minore della media Italia, 17.623 euro

PALERMO – Il Rapporto Unioncamere 2009, pubblicato nello scorso mese di maggio in occasione della 7° Giornata dell’Economia, contiene una massa di informazioni e di statistiche anche a scala regionale prodotte dal Centro Studi di Unioncamere e dagli uffici studi delle Camere di Commercio raccolte ed elaborate per ragioni di carattere amministrativo e di ricerca economica.
Fra le numerose ed interessanti aree di approfondimento faremo in questo articolo riferimento al Reddito ed al patrimonio delle famiglie e ai differenziali territoriali rilevati a scala regionale e provinciale.

La prima informazione riguarda il reddito pro capite disponibile delle famiglie residenti a livello regionale (compresi gli stranieri regolarmente iscritti in anagrafe) negli anni 2006 e nel 2007 a prezzi correnti e le conseguenti variazioni verificatesi in questo periodo. Nel 2007, secondo le stime dell’Istituto Tagliacarne, la graduatoria decrescente delle venti regioni italiane è aperta dalla Valle d’Aosta, con un reddito pari 21.837 euro, seguita a stretto giro dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia (21.643 e rispettivamente 21.265 euro), e chiusa dalla Campania (12.247 euro) preceduta dalla nostra regione (12.656 euro).

L’asprezza dei differenziali regionali viene meglio evidenziata se ricordiamo che il reddito della Campania rappresenta il 56 per cento e quello della Sicilia il 57 per cento di quello medio della Valle d’Aosta e se aggiungiamo che solo le otto regioni meridionali hanno un reddito minore di quello medio dell’Italia (17.623 euro).

Rispetto al 2006, tutte le regioni italiane registrano un aumento monetario, comprensivo della dinamica dei prezzi, compreso fra il 3,7 per cento nelle Marche e lo 0,4 per cento in Toscana; in Sicilia l’aumento sfiora l’1,1 per cento contro il 2,4 per cento in Italia. Al netto dell’inflazione, approssimativamente misurata in base all’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (1,8 per cento), sono sei le regioni italiane che hanno registrato una flessione reale del reddito disponibile di cui tre nel Mezzogiorno (Calabria, Sicilia e Campania) tre nel Centro-Nord (Lazio, Molise e Toscana).

Il Rapporto Unioncamere 2009 fornisce anche una stima del prodotto interno lordo pro capite nel 2008: esso ammonta in Sicilia a 17.338 euro, pari a due terzi circa di quello medio del Paese. Al suo interno si rilevano apprezzabili differenze risultando compreso fra 20.008 euro nella provincia di Ragusa e 14.791 euro nella provincia di Agrigento, che si ragguaglia al 74 per cento di quello della provincia in testa alla graduatoria.   
Il quadro tracciato conferma la natura strutturale dei differenziali territoriali evidenziati in termini di reddito disponibile come pure in termini di Prodotto interno lordo pro capite.

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