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Messina – Un Natale fra i sacchi dei rifiuti quell’incubo già vissuto nel ‘08

Francesco Torre

Messina – Un Natale fra i sacchi dei rifiuti quell’incubo già vissuto nel ‘08

venerdì 26 Novembre 2010

Niente proroga a MessinAmbiente per il servizio di raccolta. Il destino della società appeso a un filo. Tanti, troppi i nodi da sciogliere. Si teme un fine anno a dir poco problematico

MESSINA – In fibrillazione l’intero settore dei rifiuti dopo le svolte delle ultime settimane. E pensare che la vicenda sembrava appianarsi con il mantenimento dello status quo. Adesso, invece, sono tanti, troppi forse i nodi da sciogliere, e si prospetta un fine anno problematico, con la speranza che non si ripetano gli scenari del Natale 2008, con la città letteralmente invasa dalla “monnezza”.
Il bando dell’Ato3. Dopo le polemiche tra l’amministrazione e i sindacati per la difesa dei posti di lavoro in MessinAmbiente (500 persone circa selezionate quasi tutte con logiche clientelari), il sindaco si era detto propenso a sospendere il bando europeo per la concessione del servizio di raccolta a privati e a optare per una proroga di un anno a MessinAmbiente, comunque il 31 dicembre in scadenza di contratto. Dietrofront. Il bando si farà, anzi già c’è, le offerte si potranno presentare entro il 18 dicembre e la gara verrà espletata due giorni dopo. Importo esatto: 24 milioni 479 mila euro per ogni anno di servizio, e il bando è per 5 anni. Primo obiettivo: innalzare i livelli di differenziata: 15% entro il 2011, 50% entro il 2015. Con questa scelta, il destino di MessinAmbiente sembra appeso a un filo, anche se la società ha già fatto sapere di voler contemporaneamente presentare ricorso contro la gara e parteciparvi in Ati con altre sigle.
Dalmazio e le polemiche. Finisce il regno di Antonino Dalmazio a MessinAmbiente, durato circa 10 anni, e ciò succede per volontà dello stesso. Dimissioni. Irrevocabili ma senza motivazioni esplicitate alla stampa. Si accentua, dunque, il clima da ultimo giorno di classe in seno alla dirigenza della società, così come si accentuano le critiche all’amministrazione da parte dei sindacati e della minoranza politica. Il Pd chiede al sindaco di ritirare il bando facendosi sponsor di MessinAmbiente (ovvero di una società finita anche nel mirino dell’antimafia), e accende la miccia dello scontro sociale dichiarando che ci saranno licenziamenti. L’Orsa chiede la testa di Antonio Ruggeri, presidente Ato3 e uomo ombra del sindaco (anche se indagato per truffa ai danni del Comune), denunciando l’illegittimità di un bando effettuato da una società, l’Ato3 appunto, per volontà della Regione in dismissione.
Discarica di Pace. Dopo tanti proclami Buzzanca smette di sfogliare la margherita e dichiara: “La Protezione Civile non vuole più discariche ma impianti. Abbiamo scherzato”. Ma dove saranno conferiti i rifiuti nei prossimi anni? 
A dicembre due passaggi importanti: l’esito del bando e l’assemblea dei soci di MessinAmbiente. I pastori del Presepe, quest’anno a Messina rischiano di portare spazzatura.
 


Paraocchi. Ignorati gli esempi virtuosi
 
MESSINA. “Non è pensabile mantenere 80 amministrativi e 10 ingegneri”. Parola di Buzzanca, che prelude a un ridimensionamento dell’organico di MessinAmbiente a seguito del bando di gara dell’Ato3 per gli anni 2011-2015. È questo il vero fronte caldo della vicenda rifiuti: per anni MessinAmbiente ha garantito posti di lavoro con logiche assistenzialiste e clientelari, non solo di matrice politica. Un passaggio ai privati, pertanto, sovvertirebbe un sistema consolidato, difeso da Cgil e Pd. Venticinque milioni l’anno sono pochissimi, urlano questi in faccia al sindaco, ricordando che finora abitualmente se ne spendevano 37. Forse non sanno che a Verona (giusto per fare un esempio con una città dal numero di abitanti simile a quello di Messina), la gestione dei rifiuti è gestita da una Spa del Comune, l’Amia, che non solo al Municipio non costa nulla, ma che porta nelle casse milioni di euro di utile. E ciò con 500 dipendenti e una percentuale di raccolta differenziata al 45%.

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