Una realtà nuova che punta allo sviluppo - QdS

Una realtà nuova che punta allo sviluppo

Grazia Ippolito

Una realtà nuova che punta allo sviluppo

giovedì 26 Marzo 2009

Forum con Enzo Ingrassia, presidente Mercati Agroalimentari Sicilia

Cosa sono i Maas (Mercati agroalimentari siciliani) e quando nasce il progetto di realizzazione?
“Con i loro 400 metri quadrati di superficie, i Maas rappresentano una struttura strategica che a breve ospiterà numerosi operatori del mercato ittico e ortofrutticolo, oltre a uno spazio in cui saranno presenti altri operatori commerciali.
“I Mercati agroalimentari sono stati istituiti con la legge 41 del 1986 attraverso la quale l’allora ministero per l’Industria, il Commercio e l’Artigianato decise di creare cinque mercati agroalimentari a vocazione nazionale. Una serie di vicende, che hanno avuto anche risvolti di natura giudiziaria, avevano fatto perdere il finanziamento per il nostro mercato. Nel 2003 è stato ripreso il finanziamento. Nel 2004 sono stati appaltati i lavori. Nell’agosto 2008, purtroppo, i lavori sono stati sospesi”.

Perché i lavori sono stati sospesi?
“Perché abbiamo accumulato, nei confronti della ditta appaltatrice dei lavori, un debito di oltre 20 milioni di euro e la ditta, nonostante la notevole comprensione dimostrata, è stata costretta a interrompere i lavori. Questo è successo perché a partire dal 2003, anno in cui il finanziamento è stato ripreso, fino al 2008, il capitale sociale si è naturalmente e legittimamente eroso di 6 milioni di euro”.

Attraverso che tipo di finanziamento avevate concretizzato il progetto del polo agroalimentare?
“Sul progetto dei Maas sono stati investiti circa 60 milioni di euro, di cui il 40 per cento è stato stanziato a fondo perduto dal Ministero delle attività produttive. Un altro 40 per cento delle risorse proviene da un mutuo stipulato con un pool di banche tra cui l’Irfis, il restante 20 per cento è capitale sociale”.

Che tipo di società sono i Maas?
“I Maas sono una società consortile a capitale misto, ne fanno parte sia soci pubblici che privati. Il 93 per cento del capitale sociale è detenuto dalla Regione Sicilia. Il restante 7 per cento è suddiviso tra 23 soggetti tra cui la Provincia di Catania, il Comune di Catania e la Camera di commercio”.

Torniamo a parlare dei lavori di realizzazione del mercato. Dopo la sospensione, i lavori sono stati ripresi?
“Fortunatamente sì. Il 9 marzo 2009 l’assemblea straordinaria dei soci ha finalmente deciso di ricapitalizzare la società. La Regione ha sottoscritto la quota di sua spettanza, versando nelle casse sociali il 25 per cento della somma da ricapitalizzare. Anche gli altri soci si sono impegnati a stanziare la somma di denaro, seppur minima, che spetta loro. Sottoscritto il capitale sociale da parte della Regione e ricapitalizzata la società, abbiamo finalmente superato il primo ostacolo che ci impediva di usufruire delle risorse per il completamento dei lavori”.

La ricapitalizzazione della società non era dunque l’unica condizione richiesta da parte del Ministero e delle banche?
“No. La seconda condizione è rappresentata dalla copertura degli spazi del mercato: la garanzia che i box vengano assegnati agli operatori commerciali e la dimostrazione che siamo in grado di pagare il mutuo. Fortunatamente le richieste ricevute, sia da parte degli operatori del mercato ittico che di quelli del mercato ortofrutticolo, hanno abbondantemente superato il numero dei box disponibili all’interno del mercato. Per il mercato ittico le richieste sono state così tante che, per soddisfarne il più alto numero possibile, abbiamo dovuto dismettere il mercato florovivaistico.
Io sono già in possesso di tutte le adesioni degli operatori, supportate dal relativo deposito cauzionale. I nostri uffici hanno già stilato i contratti e, da circa due settimane, abbiamo iniziato a sottoscriverli”.

Entrambe le condizioni richieste sono dunque superate. I lavori ripartiranno a breve?
“Sì. I lavori sono in procinto di essere ripresi. Ricapitalizzata la società e stipulati i contratti con gli operatori che occuperanno il mercato, nulla osta affinché il Ministero e l’Irfis (capofila del gruppo di banche che ci ha concesso il mutuo) ci diano, rispettivamente, la seconda rata del contributo a fondo perduto e la seconda rata del finanziamento per il pagamento della ditta appaltatrice dei lavori”.

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